domenica 15 gennaio 2017

UCRIA, CON GLI OCCHI DI RANIERI DA BAMBINO. IERI, OGGI…E DOMANI? - Iole Nicolai

UCRIA, CON GLI OCCHI DI RANIERI DA BAMBINO.
IERI, OGGI…E DOMANI?
Iole Nicolai
            Capita spesso di imbattermi in un ricordo, una foto, un aneddoto dell’infanzia che io e Ranieri abbiamo trascorso spensierati e felici, tra le “vanedde” e la Pineta di Ucria, i sapori e gli odori nebroidei, i volti familiari di una comunità piccola che ti proteggeva e ti rassicurava.
            E’ di qualche tempo fa la scoperta di una “santa barbara” dei ricordi!
            Circa un anno fa, ho scoperto che I miei genitori, avevano conservato gelosamente, catalogandoli per anno, i materiali e documenti dei nostri anni più lontani, degli anni dell’incanto dell’infanzia e dei primi passi da studenti delle elementari e medie, salvandoli dall’oblio a cui sarebbero stati condannati per l’inesorabile trascorrere del tempo.
            Ho avuto così la ventura di imbattermi nei quaderni delle elementari di Ranieri e di vivere l’emozionante privilegio di sfogliarne le pagine manoscritte. Un vero tonfo al cuore, per me!
            Da questo piccolo tesoro della memoria abbiamo tratto lo straordinario documento che abbiamo voluto condividere con gli amici della Cruna dell’Ago!
            A dire il vero…inizialmente, mi sono chiesta se volessi condividere e soprattutto commentare un ricordo così emozionante e personale finché non mi sono confrontata, prima con i miei genitori e poi con Maria e Serena (splendide amiche e fondamentali animatrici della redazione).
            Con loro abbiamo deciso di pubblicarlo, perché colpiti dalla semplicità e dal candore con cui, un Ranieri ancora bambino, descriveva il proprio Paese, raccontandone la vita e addirittura la struttura socio-economica su cui si fondava; quello stesso bambino che 17 anni più tardi, spinto dall’amore per il suo paese, avrebbe fondato, insieme a molti di noi, questo giornalino per provare a raccontarne la storia, scommettendo su un futuro migliore.
            Un momento emozionante, dicevo.
            Dapprima sono emersi gli odori, i colori… poi le voci, i volti, le sensazioni dei luoghi e delle persone della mia infanzia…ed ecco, a seguire, riaffiorare dal fondo della memoria le energie che quella Ucria sprigionava, ignara - e forse anche disinteressata - di ciò che le avrebbe riservato il futuro.
            Il documento mi ha impressionato, inoltre, per l’innocente lucidità con cui viene percepita l’importanza del lavoro da parte di un bambino, secondo cui “quello che è più importante che ci sono 4 fabbriche, così ci sono poche persone senza lavoro”.
            Accade così che, oggi, attraverso gli occhi e i pensieri di un bimbo di 7 anni, racchiuse tra le parole custodite dentro un quaderno delle elementari, possiamo riportare alla mente una Ucria che non c’è più, un centro di 1800 abitanti, economicamente attivo ed effervescente, un centro imprenditoriale significativo (Non è questo il momento per ricordare la storia della maglieria nebroidea e siciliana, sulla quale pure potrei dire la mia, se non altro per la storia familiare). Come in una sorta di flash back collettivo che ci fa ritrovare il racconto di una realtà affidata ormai alla storia; una storia forse troppo poco raccontata e forse anche poco valorizzata.
            E’ così che le semplici parole di un bambino ci offrono la possibilità di rievocare anni lontani, gli anni di una Ucria diversa che, addirittura, aveva “8 negozi di generi alimentari (…)” (circostanza che, a confrontarla con la realtà di oggi, potrebbe sembrare frutto della sua fantasia) ed hanno la capacità disarmante di indurre un necessaria riflessione su come è Ucria oggi ma soprattutto come vogliamo che sia! 
            Ed oggi che tutto è cambiato… cosa resta di quella energia e vitalità?
            Io credo si debba stabilire se si tratti di un lento spegnersi oppure di una trasformazione che va governata e orientata! spetta a noi tutti stabilirlo…
            Lo abbiamo detto molte volte. Lo abbiamo scritto anche su queste pagine…
            Siamo convinti che il nostro Paese abbia una rinnovata opportunità di vivere una nuova e forse più sostenibile “vitalità economica” ma è necessario crederci e soprattutto recuperare e dare fondo a tutto l’amore e la passione per i nostri luoghi e avere a cuore la loro sorte.
            Noi ci stiamo provando e continueremo a provarci, convinti che Ucria - e con essa tutto il territorio nebroideo - possano (anzi, debbano) vivere trovando la forza e le energie nei doni e opportunità di cui è ricco il territorio.
            A volte è necessario vedere le cose con gli occhi di un bambino per capirlo!













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