L’ULTIMO
LATIN LOVER
Giuseppe Salpietro
Era comunemente
conosciuto come Johnny Casella, ma si faceva chiamare John Kennedy.
Giovanni Casella,
non è difficilissimo incrociarlo ancora oggi mentre staziona immobile a Messina
all’incrocio tra il Viale San Martino e la Via Maddalena lato monte. Benché
avanti negli anni conserva ancora i tratti antichi ed irriducibili
dell’impenitente play boy.
Per diversi
decenni, la sua presenza in quel luogo è stata fissa, come quella del palo
della pubblica illuminazione o del vicino semaforo che regola il passaggio dei
pedoni da un marciapiede all’altro. Se avesse in questi anni timbrato il
cartellino e l’avessero pagato ad ore per lo stazionamento, sarebbe ricco.
Percorrendo il
Viale, un tempo luogo d’affaccio dei più grandi e lussuosi negozi di Messina
decantato nella mai dimenticata canzone sanremese dei gruppo musicale “I Gens”,
appare all’improvviso come una statua di cera del famoso museo Madame Tussauds di Londra.
Sguardo assente
artatamente lanciato nel vuoto in chissà quale direzione a rincorrere sottane
di belle donne, immancabile maglione dal collo rivoltato – conosciuto come
dolce vita - dal colore sgargiante rosso fuoco, capelli ancora neri, lunghi,
lisci e sufficientemente unti tagliati in due al centro della fronte in discesa
libera verticale sui due lati della testa, e poi, pelle scura – un tempo
perennemente abbronzata - rugosa quanto basta per dare l’idea dell’uomo
“vissuto”, del maschio siculo “travagghiatu”.
E’ proprio lui
l’ultimo latin lover professionista
dell’amore conquistato con un’occhiata languida da pesce lesso, che negli anni
sessanta trascorse più tempo nei locali notturni di Taormina a rincorrere con
riconosciuta maestria femmine d’oltralpe di ogni età e dimensione, che un
operaio della Fiat alla catena di montaggio della popolare automobile 127. Femmine, desiderose di riportare nelle
loro fredde regioni nordiche come souvenir uno scampolo d’amore siculo.
Si muoveva serioso tra i tavoli ed i salottini
della “Giara”, de “Il Sesto Acuto” o del “Tiffany”, con l’aria disincantata da
maschio siculo consumato. Fisico asciutto, andatura lenta e dinoccolata
accompagnata dal movimento ritmato delle braccia che apparivano nell’incedere,
sproporzionate per lunghezza. Con la sigaretta sempre penzoloni, quasi cadente
tra le labbra ben modellate pronte a dispensare soffici baci alle prede di
turno.
Insomma: a cu’ pigghiu pigghiu !
Vita da cani al
Mocambo*. Luogo dove ancora si può individuare, come riconoscimento di lunga
militanza, ritratto al centro della mischia tra volti noti di assidui storici
frequentatori in un grande murales dipinto su un muro del noto locale
taorminese. E’ certamente lui, con i suoi immancabili occhiali Ray ban
riflettenti e con le iniziali JK vergate sul petto della sua divisa d’azione,
il suo maglione dolce vita, nell’occasione giallo canario.
Dispensò
generosamente tanto, ma rimase anch’egli fulminato da cupido, al punto che, per
inseguire l’amore dell’attrice svedese Ewa Aulin prescelta da Tinto Brass per
la pellicola “Col cuore in gola”,
vendette la Fiat 750 azzurra che la madre Rosa Palumbo, vedova di guerra, gli
aveva comprato non senza grandi sacrifici.
Senza successo,
rincorse il perduto sogno d’amore per mezza Europa, ma non gli restò altro da
fare che ricorrere in ultimo, esausto, a massicce dosi di AULIN, questa volta
in bustine, per farsi passare il mal di testa, quando la fine del loro rapporto
pare sia stata decretata, senza appello, in un pub di Stoccolma.
Mocambo - Storico Caffè concerto di Taormina, fondato
nel 1944. Per decenni, punto di riferimento d’incontri mondani a due passi dal
belvedere con il suo affaccio sul magnifico Golfo di Giardini Naxos. Tra gli
ospiti del locale vi furono scrittori, cantanti, attori e attrici, registi,
ballerini e un numero infinito di uomini d’affari di tutto il mondo. Impossibile
elencare tutte le personalità che sono transitate in quel ritrovo, ma
sicuramente è possibile citare Liz Taylor, Antonioni e John Houston, Anna
Magnani, Sofia Loren e Virna Lisi, Ricard Burton, Marcello Mastroianni, Turi
Ferro, Alain Delon, Alberto Sordi, Ben Gazzara e tanti altri. L’elenco sarebbe
infinito.
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