lunedì 14 novembre 2016

SINAGRA NEI LIBRI TOPOGRAFICI DI UN TEMPO - Salvatore Lo Presti

Sinagra nei libri Topografici di un tempo
Salvatore Lo Presti

            Salve lettori, scrivo questo articolo perché io come la maggior parte di voi (almeno credo), anche se sono di Ucria, mi capita spesso di vivere le realtà e gli eventi dei paesi che ad Ucria sono più vicini. Di questi, il paese che maggiormente frequento, vuoi perché in esso vi è la Banda Musicale di cui sono onorato di far parte, vuoi perché ci sono diverse attività commerciali in cui spesso con la mia famiglia andiamo a far compere, è Sinagra, in cui ho anche moltissimi amici. Questo articolo, vuole, per l’appunto essere un omaggio a tutti gli amici sinagresi, ma anche un modo per conoscere meglio non solo il nostro territorio, ma anche i comuni che insieme ad Ucria condizionano la mia esistenza. Spero possa essere, per voi lettori piacevole, e che possa attivare anche in voi il desiderio di conoscere maggiormente non solo Ucria, la sua attualità e la sua storia, ma anche tutti i comuni che con Ucria, condizionano la vostra vita.
            E’ doveroso fare una premessa. Il territorio che oggi ricade sotto il nome di Sinagra, una volta era diviso in due comuni, ovvero, il comune di Sinagra, e il comune di Martini. Oggi il comune di Martini è solo una frazione di Sinagra, ma come si potrà vedere da alcuni libri, fino ad un passato non molto lontano, questi comuni erano distinti, infatti il loro accorpamento è stato attuato con un Regio Decreto di Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie, del 1858, che, con decorrenza 1° gennaio 1859, sciolse Martini con la motivazione che il comune stesso aveva visto di molto ridurre il numero dei propri abitanti. (*)
            Da questa premessa, fatta solo per dover di cronaca, capirete il perché, per alcuni dizionari, troverete riportate due voci, per l’appunto una riguardante Martini, e l’altra riguardante Sinagra.
            – MARTINI, Terra nella Valle di Demone, ed in Diocesi di Messina, situata nel pendio di una collina, ed alla ripa destra del fiume di Naso, di aria sana, nella distanza di otto miglia dal mar Tirreno, di sessanta da Messina, e di cento venti in circa da Palermo. Essa si appartiene con titolo di Marchesato alla famiglia Palermo de’ Principi di Santa Margherita. Si ha notizia di questa Terra sin dal XIII Secolo, in cui n’era padrona la Casa Omodei. Succeduto al Re Ludovico d’Aragona il suo fratello Federico III, né investì Adamuchio di Scorciogatta, il quale ne fu spogliato per delitto di fellonia dal Re Martino il Giovane, e data venne dallo stesso Re a Gullotto Spadafora. Questi essendo vicino a morte, e privo di figli, ottenne dal Re la grazia di poter disporre di questa Baronia in favore del Conte Tommaso Spadafora suo consanguineo, il quale dopo un anno la vendè per trecento onze a Berengario de Orioles. Cotesta illustre Casa Orioles ne fu in possesso dal 1400 sino al 1453, in cui fu rivendicata dal Conte Antonio Spadafora, figlio del su cennato Conte Tommaso alienatore. Passato all’altra vita Antonio Spadafora, gli succede l’unica sua figlia Giovanna, che divenne moglie di Bernardo Bardassi, e gli portò in dote la Baronia di Martini. I discendenti di questo illustre Casato continuarono a mantenere il dominio sino al 1621, in cui pervenne alla famiglia Branciforte pel matrimonio che contrasse Antonio Branciforte, primo Principe di Scordia con Giuseppa, figlia uica di Francesco Bardessi. Finalmente nel 1758 fu comprata da Donna Flavia Palermo e Staiti, mercè la vendita, che ne fu fatta dalla Casa Branciforte de’ Principi di Scordia pel prezzo di sessantamila scudi. E da quel tempo seguita d’illustre famiglia Palermo de’ Principi di Santa Margherita ad esserne in possesso col mero, e misto impero. Ha questa Terriccinola una Parrocchia dedicata a San Giovanni Battista, e due Chiese minori. Le produzioni principali del suo territorio sono vino, olio, seta, ghiande, e pascoli per armenti. La sua popolazione si fa ascendere a 527 abitanti, i quali vengono diretti nello spirituale da un Arciprete. Il suo maggior commercio di esportazione consiste in olio, ed in vino.
            – SINAGRA, Terra nella Valle di Demone ed in Diocesi di Messina, situata alle falde di alti colli, di aria non  molto sana, nella distanza di cinque miglia dal Mar Tirreno, di sessanta da Messina e di centodieci da Palermo. Essa si appartiene con titolo di Ducato alla famiglia Sandoval de’ Principi di Castelreale. Questa Terra fu sin dal XIV Secolo Feudo della Casa Lanza, ed in seguito passò per via di dote nella famiglia Ventimiglia. Da questa illustre Casa venne in persona di Girolamo Joppolo, Conte di Naso pel matrimonio, che contrasse con Laurina Fiordiligi, unica erede di Antonio Ventimiglia e la Rocca. I discendenti di questo illustre Casata continuarono a mantenere il dominio sino al 1729, in cui pervenne alla famiglia Sandoval e Mira, per lo matrimonio che contrasse Diego Sandoval e Mira, Marchese di San Giovanni con Giuseppa Joppolo Ventimiglia. E da quel tempo seguita l’illustre Casa Sandoval e Mira de’ Principi di Castelreale ad esserne in possesso col mero, e misto impero.
            Si noverano in questa Terra una Parrocchia, dedicata a San Michele Arcangelo, dieci Chiese Minori con due Confraternite laicali, ed un Convento di Carmelitani Calzi. Il suo territorio viene irrigato da abbondanti acque ed i suoi prodotti sono grano, legumi, vino, olio, seta, castagne, e ghiande. La sua popolazione si fa ascendere a milleduecento abitanti, i quali vengono diretti nello spirituale da un Arciprete. Il suo maggior commercio di esportazione consiste in grano, in olio, ed in seta.  (DIZIONARIO GEOGRAFICO DEL REGNO DI SICILIA COMPOSTO DALL’ABATE FRANCESCO SACCO DELLA PROVINCIA DI SALERNO DEDICATO A SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE D. LEOPOLDO BORBONE TOMO SECONDO – PALERMO DALLA REALE STAMPERIA – 1800).

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         – MARTINI, nel Val Demone, nella Diocesi di Messina, distante 8 miglia dal mar tirreno, 60 da Messina, 120 da Palermo: nella Sottintendenza di Patti. Popol. 627. Exfeudo con titolo di marchesato della famiglia Palermo, de' principi di S. Margarita. Esporta olio e vino.
– SINAGRA, nel Val Demone, e nella Diocesi di Messina, distante 5 m. dal mar tirreno, 110 da Palermo. Exfeudo de’ Principi di Castelreale. E’ nella Sottintendenza di Patti. Popol. 1230. Esporta grano, olio, e seta. (NUOVO DIZIONARIO GEOGRAFICO, STATISTICO, E BIOGRAFICO DELLA SICILIA ANTICA E MODERNA COLLENUOVE DIVISIONI IN INTENDENZE, E SOTTINTENDENZE DELL’AVVOCATO GIUSEPPE EMANUELE ORTOLANI – PALERMO. PRESSO FRANCESCO ABBATE QU. DOM. – 1819). 
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         – MARTINI, comune in prov. di Messina, da cui dista 69 m., distr. e dioc. di Patti, da cui dista 26 m., circond. S. Angelo da cui dista 8m. Pop. 516, estens. Salme 200. Martini.
 – SINAGRA, comune in prov. di Messina, da cui dista 70 m., distr. e dioc. di Patti da cui dista 17 m., circond. S. Angelo, da cui dista 7 m. Pop. 1835, estens. salme 600. Synagra Maur., Sinagra Faz., Sinagra. (DIZIONARIO GEOGRAFICO-STATISTICO SICILIANO-ITALIANO-LATINO DELL’ISOLA DI SICILIA E DELLE SUE ADJACENZE COMPILATO DA VINCENZO MORTILLARO MARCHESE DI VILLABENE – PALERMO DALLA STAMPERIA ORETEA VIA DELL’ALBERGARIA N. 240. – 1847)
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         – MARTINI – è nel val Demone nell’intend. di Messina, distretto e diocesi di Patti, circondario di S. Angelo. Dista 8 m. dal mare Tirreno, 60 da Messina 120 da Palermo. Popolazione 687. Exfeudo con titolo di marchesato della famiglia Palermo de’ Principi di S. Margherita. Esporta olio e vino.
         – SINAGRA – Nel val Demone nell’intend. di Messina, distr. e dioc. di Patti, circond. di S. Angelo, dista 5 m. dal mar Tirreno, 110 da Palermo. Exfeudo del principe Castroreale. Pop. 2000. Esporta vino, olio nocciole e seta (DIZIONARIO GEOGRAFICO STATISTICO E BIOGRAFICO DELLA SICILIA PRECEDUTO DA UN COMPENDIO STORICO SICULO DEL CAV. ANTONINO BUSACCA – MESSINA – STAMPERIA FIUMARA – 1850, 1858;).
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         – MARTINI. Martini – Comune in provincia di Messina distretto e diocesi di Patti, circondario s. Angelo, distante da Palermo 120 miglia con una popolazione di 503. Esporta olio e vino ed è ex-feudo con titolo di marchese della famiglia Palermo, dei principi di santa Margarita.
         – SINAGRA. Sinagra. Synagra – Comune in provincia di Messina, distretto e diocesi di Patti, circondario s. Angelo, distante da Palermo 110 miglia, con una popolazione di 1839. Esporta grano, olio e seta, ed è ex-feudo dei principi di Castelreale (DIZIONARIO GEOGRAFICO BIOGRAFICO STATISTICO E COMMERCIALE DELLA SICILIA DEL BEN. GIR. DI-MARZO FERRO REGGIO CAPPELLANO MILITARE, DESTINATO A SERVIRE NELLA REAL PARROCCHIA DI SAN GIACOMO DEI MILITARI – PALERMO – STABILIMENTO TIP. DI FR. LAO – 1853).
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         – MARTINI (V. D.) Piccolo paese nella diocesi di Messina e la comarca di Tortorici, sotto l’Istruttore di Patti, decorato del titolo di Marchesato, e dante ai suoi signori il xxxiv posto nel Parlamento; siede sopra Sinagra alla destra ripa del fiume di Naso o del Timeto, nell'opposto declivio del colle ad aquilone. La parrocchia sotto la cura di un sacerdote si ha suffraganea un'altra chiesa. La terza sotto il titolo di Maria Assunta è soggetta ai monaci basiliani. Recò il censimento della metà del secolo xvi 64 case, e 267 abitanti nel 1595; nell'altro del 1652 contaronsi 109 case e 405 abitanti, che ultimamente 479 in quasi 104 case. Sta in 38° e 12' di lat.,, ed in 38° e 35' di long. Il territorio è piantato ad oliveti, vigne, mori, albereti fruttiferi, seminatorii, pascoli, ortaggi. Si ha memoria di questo paese sin dal 1132, quando ne aveva il dominio Riccardo Russo. Dicesi soggetto nel registro di Federico II nel tempo degli Aragonesi con Maletto e Fraxino agli eredi di Niccola di Omodeo. L'ottenne per beneficio di Federico III Adamucio Scorciavacche, per la di cui fellonia da Martino afferma il Barberi conceduto il paese a Galeotto Spadafora nello scorcio del secolo xiv, cui dicesi sostituito Tommaso consanguineo di lui, il quale vendendo nel 1405 a Berengario di Orioles mentovato dopo 4 anni nel censimento del medesimo Martino, signore insieme di Raccuglia e di S. Pietro, donde il figliuolo Manfredi che fiorì sotto Alfonso. Rivocollo dalle mani di lui Antonio Spadafora figliuolo di Tommaso, cui succedette erede Giovanna consorte di Bernardo Bardasso prefetto di Aci-Castello. Nacque da costoro Antonio padre del celeberrimo Galeotto Bardasso, il quale ebbesi la signoria alla morte del genitore nel 1494.
            Sortiti Galeotto i natali in Catania, e conseguila una statura sorpassante in altezza la comune, corrispondente vigore e fortezza di animo, divenne un portento del suo tempo, e vien celebralo da Fazello, Surita, Piccolomini, Caruso, ed ultimamente dal Mongitore Sic. Ricercata lom. 1 lib. 1 capit. 29, dai quali io nella Catan. Illustr. lib. 12 ed Emmanuele Sic. Nob. lib. 3 spigolammo non pochi fatti degni di attenzione. Da Galeotto nacque Bernardo che conseguì per dote Scordia inferiore, donde Alfonso, cui succedette Giovanni nell'anno 1556 ultimo signore della medesima famiglia; poiché da allora fu signore di Scordia e di Martini Tommaso Campolo, padre a Francesco, cui succedette la figliuola Giuseppa presa in moglie da Antonio Branciforti, il quale fu il primo principe di Scordia, marchese di Martini per privilegio di Filippo IV nel 1645, ed ebbesi il figlio Ercole dalla moglie Giuseppa, dei successori del quale veggasi Scordia (1).
(1) È oggidì un comune in provincia di Messina dalla quale città dista 69 miglia, distretto e diocesi di Patti da cui 26 m., circondario di S. Angelo di Brolo donde 8 m., e a 116 da Palermo. La Chiesa principale piccola essendo e ad una nave, fu ingrandita a tre navi nel 1762, e vi fu innalzato un bel campanile per cura dell'Arciprete D. Giacinto Faranda, il quale eresse nel 1780 un ospedale di poveri infermi in proprie case , assegnandovi dal suo patrimonio la rendila annuale di duc. 90. Contava Martini 520 abitanti nella fine del 1852, ma 493 nel 1831, e 527 nel 1798. Estendesi il territorio in salme 315,166, delle quali 6,320 in giardini, 0,305 in canneti, 7,279 in gelseti, 27,984 in seminatorii alberati, 118,830 in seminatorii semplici, 54,084 in pascoli, 30,988 in oliveti, 25,348 in vigneti semplici, 17,390 iu castagneti, 26,534 in boscate, 0,104 in suoli di case campestri. Esporla principalmente olio e vino. L'aria vi è sana.
Dicesi questa terra Martinis dal Pirr e dal Fazello, Li Martini da Arezio, Martinus da Carafa, Martini norum dal Maurolico, Martyni da Silvagio, Martinium dal Pirri.
         – SINAGRA (v. D.) Paese nell'interno, appresso Patti, situato in umile e declive luogo, appresso il fiume dello stesso nome, che credesi il Timeto degli antichi, e si appella anche di Naso, come attestiamo altrove parlandone. E il paese di antica fondazione, e riportato nel catalogo della diocesi di Messina del secolo XII, sotto il nome di Senagra, non per anco è ignoto nel tempo del conte Ruggiero. Vi sorge unico tempio parrocchiale, sotto il titolo di s. Niccolò vescovo di Mira, con sei altre chiese minori, fra le quali si tiene come più insigne quella di s. Leone vescovo di Catania, il quale è il principale patrono della gente. Il convento dei carmelitani ascrivesi dall'anno 1400, come attesta Lezana, al signore Antonio Lancia, ed è intitolato alla B. Vergine tutelare dell'ordine. Celebrano la cripta con abitazioni di eremiti, addetta già al medesimo s. Leone, a 2 m. dal paese, con un fonie di acqua perenne, ove due giorni dopo la pasqua, festeggiandosi una solennità, convengono con gran frequenza i terrieri ed i vicini. Perdura il castello quasi intero, col palazzo ducale, nella suprema parte del paese, dove anche è la chiesa di s. Antonio. L'arcivescovo di Messina commette la cura delle anime ad un arciprete, ed il regime del clero ad un suo vicario. Il duca, che si ha l’uso della spada e profferisce il xviii voto nel parlamento, commenda i civili affari ai curatori, giusta le sanzioni del regno, ed ai suoi ministri. Erano 315 case nella metà del secolo xvi, e 912 le anime verso il fine. Nel 1652 si ebbero 329 case, 1136 anime; nel nostro tempo, dal censimento dell'anno 1713, ricavaronsi 109 fuochi, 676 anime, cresciute ultimamente a 708. Va soggetta Sinagra al prefetto militare di Patti, si comprende nella comarca di Tortorici, e sta in 38°, 10' di lat. e 38°, 40' di long. Il territorio è tenuto fecondo in ulivi, gelsi, vigne, pascoli, biade, e riesce gratissimo ai cacciatori. Il Tognoleto, l'Arturo, ed altri commendano dei cittadini; Diego minore riformato, il quale nei primi anni di sua gioventù si rese celebre per la somma austerità con che visse nell' eremo di Scalpello; indi ascritto ai terziarii nell' ordine, insigne pei maggiori esempli di ogni virtù, diede un santo fine nel 1612. Francesco, sacerdote cappuccino, splendido per l'innocenza della vita e lo studio della contemplazione, più volte degnato dell'apparizione di s. Michele e celebrato appo gli annali dell'ordine.
            Nell'anno 1250 Sinagra colle sue giustizie e pertinenze, pel paese di s. Lucia appartenentesi alla diocesi di Patti, che Federico imperatore vendicossi in sua delizia, fu data a Filippo vescovo di quella. Indi passò ai Lancia solto l'impero del secondo Federico, quindi nel censimento del medesimo principe si nota nel 1320 signore di Sinagra Manfredi Lancia, cui succedette Corrado, donde il ricevette in nome di dote Antonello Ventimiglia dalla moglie Margheritella Lancia nell'anno 1364. L'ottenne pel prezzo di mille fiorini Enrico Russo, e poi il nipote di lui Antonio Spadafora; ma novellamente sel vendicarono i Ventimiglia. Nel secolo xvi cedette agli Afflitto, e verso la fine Fiordeligia Ventimiglia generata da Antonio con Claudia Villadicane, ed unica erede del paese, maritala a Girolamo Ioppolo conte di Naro, gli trasferì nel dritto la signoria. Nacque da costoro Antonio, donde Girolamo II, primo duca di Sinagra per rescritto di Filippo IV del 1654, ed insignito non molto dopo del drillo di spada. Ebbe da Isabella Vanni la figliuola Giuseppa, menata in moglie da Diego Sandoval marchese di s. Giovanni e principe di Castelreale, viventi attualmente (1).
            (1) Sinagra è oggigiorno un comune in provincia di Messina, da cui dista 70 m., distretto e diocesi di Patti, donde 20 m., circondario di s. Angelo di Brolo, da cui 7 m., e 116 da Palermo. Si appella Synagra da Maurolico e nel privilegio di Federico imperatore e re di Sicilia dell'anno 1520, Sinagra da Arezio, da Fazello ed in un privilegio del conte Ruggiero del 1082, Senagria in una bolla di Eugenio III del 1151. Contava 1230 anime nel 1798, poi 1554 nel 1831, e 1952 dall'ultimo censimento del fine del 1852. Stendesi il territorio in sal. 585,310, delle quali compartite per coltivazioni, 34,948 in giardini, 0,993 in canneti, 23,342 in gelseti, 279,698 in seminatorii, semplici, 110,361 in pascoli, 33,605 in oliveti, 35,216 in vigneti semplici, 15,154 in castagneti, 6,146 in noccioleti, 45,847 in boscate. Esporta frumento, olio, seta e frutti secchi. (DIZIONARIO TOPOGRAFICO DELLA SICILIA DI VITO AMICO TRADOTTO DAL LATINO ED ANNOTATO DA GIOACCHINO DIMARZO CHIERICO DISTINTO DELLA REAL CAPPELLA PALATINA – VOLUME SECONDO – PALERMO – TIPOGRAFIA DI PIETRO MORVILLO – 1856)
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         – SINAGRA – 317. SINAGRA (Sic, Sinàgra. Lat Synagra), com. di 3963 abit., compresa la fraz. Martini o Borgata Martini. Prov. di Messina, circond. di Patti, mand. amm. e mand. giud. Di Sant'Angelo di Brolo, coll. elett. di Naso, distr. mil. di Messina, dioc. di Patti. Territorio: superfìcie ettare 1792 (C.) 1792 (I. A.) 1022 (A. A.). Aria saluberrima. Pascoli naturali ett. 132. Colture principali: nicciuoli ett. 560, olivi ett. 400, agrumi ett. 200, viti (fillosserate) ett. 150, cereali ett. 140, alberi da frutta ett. 120, rovereti ett. 50, castagni ett. 40. Esportazione di seta e degli altri prodotti locali. Centro del comune è un borgo di 3692 abitanti dei quali 2389 dimorano in case sparse; è situata alle falde di due alti colli che si stendono da Raccuia al Mar Tirreno e sulla destra della fiumara di Sinagra che ne minaccia l'esistenza. Dista circa 8 Km, dal mare o Km. 27 e 700 metri da Patti. Altitudine m. 300. Uff. post, e tel. di 2a classe. La staz. ferr. più vicina è quella di Brolo che dista poco più di 7 Km. dall'abitato di Sinagra. VICENDE STORICHE: Fin dal secolo XIV Sìnagra fu feudo della casa Lanza, ed in seguito passò per dote ai Ventimiglia. Da questi fu ceduto per dote a Girolamo Joppolo conte di Naso. Nel 1729 Sinagra fu ceduto per dote dai Joppolo a Diego Sandoval e Mira. marchese di San Giuliano. Sino agli ultimi tempi feudali i Sandoval possedettero Sinagra col titolo di ducato (DIZIONARIO GEOGRAFICO DEI COMUNI DELLA SICILIA E DELLE FRAZIONI COMUNALI CON BREVI NOTIZIE STORICHE ARRICCHITO DI NOTIZIE RISULTANTI DALL’ULTIMA INCHIESTA AGRARIA MINISTERIALE CIRCA LA SUPERFICIE DEI SINGOLI COMUNI E LE ESTENSIONI DELLE DIVERSE COLTURE E AUMENTATO DI ALTRE RECENTI NOTIZIE GIÀ PUBBLICATE NELLA GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO E NEI BOLLETTINI ED ANNUARI DEI MINISTERI DELL’INTERNO, DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO, DELLE FINANZE, DELLA MARINA, DELLE POSTE E DEI TELEGRAFI,  DELLA PUBBL. ISTRUZ., ECC. – GIUSEPPE DI VITA – PALERMO – F. PRAVATÀ – EDITORE PIAZZA BOLOGNI, 16 – 1906).


(*) Notizia presa dal testo “Sinagra. Notizie storiche dal 1082 ai giorni nostri” di Domenico Orifici





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