Sinagra nei libri Topografici di un tempo
Salvatore Lo Presti
Salve lettori, scrivo questo
articolo perché io come la maggior parte di voi (almeno credo), anche se sono
di Ucria, mi capita spesso di vivere
le realtà e gli eventi dei paesi che ad Ucria sono più vicini. Di questi, il
paese che maggiormente frequento, vuoi perché in esso vi è la Banda Musicale di
cui sono onorato di far parte, vuoi perché ci sono diverse attività commerciali
in cui spesso con la mia famiglia andiamo a far compere, è Sinagra, in cui ho anche moltissimi amici. Questo articolo, vuole,
per l’appunto essere un omaggio a tutti gli amici sinagresi, ma anche un modo
per conoscere meglio non solo il nostro territorio, ma anche i comuni che
insieme ad Ucria condizionano la mia esistenza. Spero possa essere, per voi
lettori piacevole, e che possa attivare anche in voi il desiderio di conoscere
maggiormente non solo Ucria, la sua attualità e la sua storia, ma anche tutti i
comuni che con Ucria, condizionano la vostra vita.
E’ doveroso fare una premessa. Il
territorio che oggi ricade sotto il nome di Sinagra, una volta era diviso in
due comuni, ovvero, il comune di Sinagra, e il comune di Martini. Oggi il
comune di Martini è solo una frazione di Sinagra, ma come si potrà vedere da
alcuni libri, fino ad un passato non molto lontano, questi comuni erano
distinti, infatti il loro accorpamento è stato attuato con un Regio Decreto di
Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie, del 1858, che, con decorrenza
1° gennaio 1859, sciolse Martini con la motivazione che il comune stesso aveva
visto di molto ridurre il numero dei propri abitanti. (*)
Da questa premessa, fatta solo per
dover di cronaca, capirete il perché, per alcuni dizionari, troverete riportate
due voci, per l’appunto una riguardante Martini, e l’altra riguardante Sinagra.
– MARTINI, Terra nella Valle di Demone, ed in Diocesi di Messina,
situata nel pendio di una collina, ed alla ripa destra del fiume di Naso, di
aria sana, nella distanza di otto miglia dal mar Tirreno, di sessanta da
Messina, e di cento venti in circa da Palermo. Essa si appartiene con titolo di
Marchesato alla famiglia Palermo de’ Principi di Santa Margherita. Si ha
notizia di questa Terra sin dal XIII Secolo, in cui n’era padrona la Casa
Omodei. Succeduto al Re Ludovico d’Aragona il suo fratello Federico III, né
investì Adamuchio di Scorciogatta, il quale ne fu spogliato per delitto di
fellonia dal Re Martino il Giovane, e data venne dallo stesso Re a Gullotto
Spadafora. Questi essendo vicino a morte, e privo di figli, ottenne dal Re la
grazia di poter disporre di questa Baronia in favore del Conte Tommaso
Spadafora suo consanguineo, il quale dopo un anno la vendè per trecento onze a
Berengario de Orioles. Cotesta illustre Casa Orioles ne fu in possesso dal 1400
sino al 1453, in cui fu rivendicata dal Conte Antonio Spadafora, figlio del su
cennato Conte Tommaso alienatore. Passato all’altra vita Antonio Spadafora, gli
succede l’unica sua figlia Giovanna, che divenne moglie di Bernardo Bardassi, e
gli portò in dote la Baronia di Martini. I discendenti di questo illustre
Casato continuarono a mantenere il dominio sino al 1621, in cui pervenne alla
famiglia Branciforte pel matrimonio che contrasse Antonio Branciforte, primo
Principe di Scordia con Giuseppa, figlia uica di Francesco Bardessi. Finalmente
nel 1758 fu comprata da Donna Flavia Palermo e Staiti, mercè la vendita, che ne
fu fatta dalla Casa Branciforte de’ Principi di Scordia pel prezzo di sessantamila
scudi. E da quel tempo seguita d’illustre famiglia Palermo de’ Principi di
Santa Margherita ad esserne in possesso col mero, e misto impero. Ha questa
Terriccinola una Parrocchia dedicata a San Giovanni Battista, e due Chiese
minori. Le produzioni principali del suo territorio sono vino, olio, seta,
ghiande, e pascoli per armenti. La sua popolazione si fa ascendere a 527
abitanti, i quali vengono diretti nello spirituale da un Arciprete. Il suo
maggior commercio di esportazione consiste in olio, ed in vino.
– SINAGRA, Terra nella Valle di Demone ed in Diocesi di Messina,
situata alle falde di alti colli, di aria non
molto sana, nella distanza di cinque miglia dal Mar Tirreno, di sessanta
da Messina e di centodieci da Palermo. Essa si appartiene con titolo di Ducato
alla famiglia Sandoval de’ Principi di Castelreale. Questa Terra fu sin dal XIV
Secolo Feudo della Casa Lanza, ed in seguito passò per via di dote nella
famiglia Ventimiglia. Da questa illustre Casa venne in persona di Girolamo
Joppolo, Conte di Naso pel matrimonio, che contrasse con Laurina Fiordiligi,
unica erede di Antonio Ventimiglia e la Rocca. I discendenti di questo illustre
Casata continuarono a mantenere il dominio sino al 1729, in cui pervenne alla
famiglia Sandoval e Mira, per lo matrimonio che contrasse Diego Sandoval e
Mira, Marchese di San Giovanni con Giuseppa Joppolo Ventimiglia. E da quel
tempo seguita l’illustre Casa Sandoval e Mira de’ Principi di Castelreale ad
esserne in possesso col mero, e misto impero.
Si noverano in questa Terra una
Parrocchia, dedicata a San Michele Arcangelo, dieci Chiese Minori con due
Confraternite laicali, ed un Convento di Carmelitani Calzi. Il suo territorio
viene irrigato da abbondanti acque ed i suoi prodotti sono grano, legumi, vino,
olio, seta, castagne, e ghiande. La sua popolazione si fa ascendere a
milleduecento abitanti, i quali vengono diretti nello spirituale da un
Arciprete. Il suo maggior commercio di esportazione consiste in grano, in olio,
ed in seta. (DIZIONARIO GEOGRAFICO
DEL REGNO DI SICILIA COMPOSTO DALL’ABATE FRANCESCO SACCO DELLA PROVINCIA
DI SALERNO DEDICATO A SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE D. LEOPOLDO BORBONE TOMO
SECONDO – PALERMO DALLA REALE STAMPERIA – 1800).
***
– MARTINI, nel Val Demone, nella
Diocesi di Messina, distante 8 miglia dal mar tirreno, 60 da Messina, 120 da
Palermo: nella Sottintendenza di Patti. Popol. 627. Exfeudo con titolo di
marchesato della famiglia Palermo, de' principi di S. Margarita. Esporta olio e
vino.
–
SINAGRA, nel Val Demone, e nella Diocesi di Messina, distante
5 m. dal mar tirreno, 110 da Palermo. Exfeudo de’ Principi di Castelreale. E’
nella Sottintendenza di Patti. Popol. 1230. Esporta grano, olio, e seta. (NUOVO DIZIONARIO GEOGRAFICO, STATISTICO, E
BIOGRAFICO DELLA SICILIA ANTICA E MODERNA COLLENUOVE DIVISIONI IN
INTENDENZE, E SOTTINTENDENZE DELL’AVVOCATO GIUSEPPE EMANUELE ORTOLANI –
PALERMO. PRESSO FRANCESCO ABBATE QU. DOM. – 1819).
***
– MARTINI, comune in prov. di
Messina, da cui dista 69 m., distr. e dioc. di Patti, da cui dista 26 m.,
circond. S. Angelo da cui dista 8m. Pop. 516, estens. Salme 200. Martini.
– SINAGRA, comune in prov.
di Messina, da cui dista 70 m., distr. e dioc. di Patti da cui dista 17 m.,
circond. S. Angelo, da cui dista 7 m. Pop. 1835, estens. salme 600. Synagra Maur.,
Sinagra Faz., Sinagra. (DIZIONARIO GEOGRAFICO-STATISTICO
SICILIANO-ITALIANO-LATINO DELL’ISOLA DI SICILIA E DELLE SUE
ADJACENZE COMPILATO DA VINCENZO MORTILLARO MARCHESE DI VILLABENE – PALERMO
DALLA STAMPERIA ORETEA VIA DELL’ALBERGARIA N. 240. – 1847)
***
– MARTINI – è
nel val Demone nell’intend. di Messina, distretto e diocesi di Patti,
circondario di S. Angelo. Dista 8 m. dal mare Tirreno, 60 da Messina 120 da
Palermo. Popolazione 687. Exfeudo con titolo di marchesato della famiglia
Palermo de’ Principi di S. Margherita. Esporta olio e vino.
– SINAGRA – Nel val Demone
nell’intend. di Messina, distr. e dioc. di Patti, circond. di S. Angelo, dista
5 m. dal mar Tirreno, 110 da Palermo. Exfeudo del principe Castroreale. Pop.
2000. Esporta vino, olio nocciole e seta (DIZIONARIO
GEOGRAFICO STATISTICO E BIOGRAFICO DELLA SICILIA PRECEDUTO DA UN COMPENDIO STORICO SICULO DEL CAV. ANTONINO BUSACCA –
MESSINA – STAMPERIA FIUMARA –
1850, 1858;).
***
– MARTINI. Martini –
Comune in provincia di Messina distretto e diocesi di Patti, circondario s.
Angelo, distante da Palermo 120 miglia con una popolazione di 503. Esporta olio
e vino ed è ex-feudo con titolo di marchese della famiglia Palermo, dei
principi di santa Margarita.
– SINAGRA. Sinagra. Synagra – Comune in provincia di
Messina, distretto e diocesi di Patti, circondario s. Angelo, distante da
Palermo 110 miglia, con una popolazione di 1839. Esporta grano, olio e seta, ed
è ex-feudo dei principi di Castelreale (DIZIONARIO
GEOGRAFICO BIOGRAFICO STATISTICO E COMMERCIALE DELLA SICILIA DEL BEN. GIR.
DI-MARZO FERRO REGGIO CAPPELLANO MILITARE, DESTINATO A SERVIRE NELLA REAL
PARROCCHIA DI SAN GIACOMO DEI MILITARI – PALERMO – STABILIMENTO TIP. DI FR. LAO
– 1853).
***
– MARTINI
(V.
D.) Piccolo paese nella diocesi di Messina e la comarca di Tortorici, sotto
l’Istruttore di Patti, decorato del titolo di Marchesato, e dante ai suoi
signori il xxxiv posto nel Parlamento; siede sopra Sinagra alla destra ripa del
fiume di Naso o del Timeto, nell'opposto declivio del colle ad aquilone. La
parrocchia sotto la cura di un sacerdote si ha suffraganea un'altra chiesa. La
terza sotto il titolo di Maria Assunta è soggetta ai monaci basiliani. Recò il
censimento della metà del secolo xvi 64 case, e 267 abitanti nel 1595;
nell'altro del 1652 contaronsi 109 case e 405 abitanti, che ultimamente 479 in
quasi 104 case. Sta in 38° e 12' di lat.,, ed in 38° e 35' di long. Il
territorio è piantato ad oliveti, vigne, mori, albereti fruttiferi,
seminatorii, pascoli, ortaggi. Si ha memoria di questo paese sin dal 1132,
quando ne aveva il dominio Riccardo Russo. Dicesi soggetto nel registro di
Federico II nel tempo degli Aragonesi con Maletto e Fraxino agli eredi di
Niccola di Omodeo. L'ottenne per beneficio di Federico III Adamucio
Scorciavacche, per la di cui fellonia da Martino afferma il Barberi conceduto
il paese a Galeotto Spadafora nello scorcio del secolo xiv, cui dicesi
sostituito Tommaso consanguineo di lui, il quale vendendo nel 1405 a Berengario
di Orioles mentovato dopo 4 anni nel censimento del medesimo Martino, signore
insieme di Raccuglia e di S. Pietro, donde il figliuolo Manfredi che fiorì
sotto Alfonso. Rivocollo dalle mani di lui Antonio Spadafora figliuolo di
Tommaso, cui succedette erede Giovanna consorte di Bernardo Bardasso prefetto
di Aci-Castello. Nacque da costoro Antonio padre del celeberrimo Galeotto
Bardasso, il quale ebbesi la signoria alla morte del genitore nel 1494.
Sortiti Galeotto i natali in
Catania, e conseguila una statura sorpassante in altezza la comune, corrispondente
vigore e fortezza di animo, divenne un portento del suo tempo, e vien celebralo
da Fazello, Surita, Piccolomini, Caruso, ed ultimamente dal Mongitore Sic.
Ricercata lom. 1 lib. 1 capit. 29, dai quali io nella Catan. Illustr. lib. 12
ed Emmanuele Sic. Nob. lib. 3 spigolammo non pochi fatti degni di attenzione.
Da Galeotto nacque Bernardo che conseguì per dote Scordia inferiore, donde
Alfonso, cui succedette Giovanni nell'anno 1556 ultimo signore della medesima
famiglia; poiché da allora fu signore di Scordia e di Martini Tommaso Campolo,
padre a Francesco, cui succedette la figliuola Giuseppa presa in moglie da
Antonio Branciforti, il quale fu il primo principe di Scordia, marchese di
Martini per privilegio di Filippo IV nel 1645, ed ebbesi il figlio Ercole dalla
moglie Giuseppa, dei successori del quale veggasi Scordia (1).
(1)
È oggidì un comune in provincia di Messina dalla quale città dista 69 miglia,
distretto e diocesi di Patti da cui 26 m., circondario di S. Angelo di Brolo
donde 8 m., e a 116 da Palermo. La Chiesa principale piccola essendo e ad una
nave, fu ingrandita a tre navi nel 1762, e vi fu innalzato un bel campanile per
cura dell'Arciprete D. Giacinto Faranda, il quale eresse nel 1780 un ospedale
di poveri infermi in proprie case , assegnandovi dal suo patrimonio la rendila
annuale di duc. 90. Contava Martini 520 abitanti nella fine del 1852, ma 493
nel 1831, e 527 nel 1798. Estendesi il territorio in salme 315,166, delle quali
6,320 in giardini, 0,305 in canneti, 7,279 in gelseti, 27,984 in seminatorii
alberati, 118,830 in seminatorii semplici, 54,084 in pascoli, 30,988 in
oliveti, 25,348 in vigneti semplici, 17,390 iu castagneti, 26,534 in boscate,
0,104 in suoli di case campestri. Esporla principalmente olio e vino. L'aria vi
è sana.
Dicesi
questa terra Martinis dal Pirr e dal Fazello, Li Martini da Arezio, Martinus da
Carafa, Martini norum dal Maurolico, Martyni da Silvagio, Martinium dal Pirri.
– SINAGRA
(v.
D.) Paese nell'interno, appresso Patti, situato in umile e declive luogo, appresso
il fiume dello stesso nome, che credesi il Timeto degli antichi, e si appella
anche di Naso, come attestiamo altrove parlandone. E il paese di antica
fondazione, e riportato nel catalogo della diocesi di Messina del secolo XII,
sotto il nome di Senagra, non per anco è ignoto nel tempo del conte Ruggiero.
Vi sorge unico tempio parrocchiale, sotto il titolo di s. Niccolò vescovo di
Mira, con sei altre chiese minori, fra le quali si tiene come più insigne
quella di s. Leone vescovo di Catania, il quale è il principale patrono della
gente. Il convento dei carmelitani ascrivesi dall'anno 1400, come attesta
Lezana, al signore Antonio Lancia, ed è intitolato alla B. Vergine tutelare
dell'ordine. Celebrano la cripta con abitazioni di eremiti, addetta già al medesimo
s. Leone, a 2 m. dal paese, con un fonie di acqua perenne, ove due giorni dopo
la pasqua, festeggiandosi una solennità, convengono con gran frequenza i
terrieri ed i vicini. Perdura il castello quasi intero, col palazzo ducale,
nella suprema parte del paese, dove anche è la chiesa di s. Antonio.
L'arcivescovo di Messina commette la cura delle anime ad un arciprete, ed il
regime del clero ad un suo vicario. Il duca, che si ha l’uso della spada e
profferisce il xviii voto nel
parlamento, commenda i civili affari ai curatori, giusta le sanzioni del regno,
ed ai suoi ministri. Erano 315 case nella metà del secolo xvi, e 912 le anime verso il fine. Nel
1652 si ebbero 329 case, 1136 anime; nel nostro tempo, dal censimento dell'anno
1713, ricavaronsi 109 fuochi, 676 anime, cresciute ultimamente a 708. Va
soggetta Sinagra al prefetto militare di Patti, si comprende nella comarca di
Tortorici, e sta in 38°, 10' di lat. e 38°, 40' di long. Il territorio è tenuto
fecondo in ulivi, gelsi, vigne, pascoli, biade, e riesce gratissimo ai
cacciatori. Il Tognoleto, l'Arturo, ed altri commendano dei cittadini; Diego
minore riformato, il quale nei primi anni di sua gioventù si rese celebre per
la somma austerità con che visse nell' eremo di Scalpello; indi ascritto ai terziarii
nell' ordine, insigne pei maggiori esempli di ogni virtù, diede un santo fine
nel 1612. Francesco, sacerdote cappuccino, splendido per l'innocenza della vita
e lo studio della contemplazione, più volte degnato dell'apparizione di s.
Michele e celebrato appo gli annali dell'ordine.
Nell'anno 1250 Sinagra colle sue
giustizie e pertinenze, pel paese di s. Lucia appartenentesi alla diocesi di
Patti, che Federico imperatore vendicossi in sua delizia, fu data a Filippo
vescovo di quella. Indi passò ai Lancia solto l'impero del secondo Federico,
quindi nel censimento del medesimo principe si nota nel 1320 signore di Sinagra
Manfredi Lancia, cui succedette Corrado, donde il ricevette in nome di dote
Antonello Ventimiglia dalla moglie Margheritella Lancia nell'anno 1364.
L'ottenne pel prezzo di mille fiorini Enrico Russo, e poi il nipote di lui
Antonio Spadafora; ma novellamente sel vendicarono i Ventimiglia. Nel secolo xvi cedette agli Afflitto, e verso la
fine Fiordeligia Ventimiglia generata da Antonio con Claudia Villadicane, ed
unica erede del paese, maritala a Girolamo Ioppolo conte di Naro, gli trasferì
nel dritto la signoria. Nacque da costoro Antonio, donde Girolamo II, primo
duca di Sinagra per rescritto di Filippo IV del 1654, ed insignito non molto dopo
del drillo di spada. Ebbe da Isabella Vanni la figliuola Giuseppa, menata in
moglie da Diego Sandoval marchese di s. Giovanni e principe di Castelreale,
viventi attualmente (1).
(1) Sinagra è oggigiorno un comune
in provincia di Messina, da cui dista 70 m., distretto e diocesi di Patti,
donde 20 m., circondario di s. Angelo di Brolo, da cui 7 m., e 116 da Palermo.
Si appella Synagra da Maurolico e nel privilegio di Federico imperatore e re di
Sicilia dell'anno 1520, Sinagra da Arezio, da Fazello ed in un privilegio del
conte Ruggiero del 1082, Senagria in una bolla di Eugenio III del 1151. Contava
1230 anime nel 1798, poi 1554 nel 1831, e 1952 dall'ultimo censimento del fine
del 1852. Stendesi il territorio in sal. 585,310, delle quali compartite per coltivazioni,
34,948 in giardini, 0,993 in canneti, 23,342 in gelseti, 279,698 in
seminatorii, semplici, 110,361 in pascoli, 33,605 in oliveti, 35,216 in vigneti
semplici, 15,154 in castagneti, 6,146 in noccioleti, 45,847 in boscate. Esporta
frumento, olio, seta e frutti secchi. (DIZIONARIO
TOPOGRAFICO DELLA SICILIA DI VITO AMICO TRADOTTO DAL LATINO ED ANNOTATO DA
GIOACCHINO DIMARZO CHIERICO DISTINTO DELLA REAL CAPPELLA PALATINA – VOLUME
SECONDO – PALERMO – TIPOGRAFIA DI PIETRO MORVILLO – 1856)
***
– SINAGRA – 317. SINAGRA (Sic, Sinàgra. Lat
Synagra), com. di 3963 abit., compresa la fraz. Martini o Borgata Martini.
Prov. di Messina, circond. di Patti, mand. amm. e mand. giud. Di Sant'Angelo di
Brolo, coll. elett. di Naso, distr. mil. di Messina, dioc. di Patti. Territorio: superfìcie ettare 1792 (C.)
1792 (I. A.) 1022 (A. A.). Aria saluberrima. Pascoli naturali ett. 132. Colture
principali: nicciuoli ett. 560, olivi ett. 400, agrumi ett. 200, viti
(fillosserate) ett. 150, cereali ett. 140, alberi da frutta ett. 120, rovereti
ett. 50, castagni ett. 40. Esportazione di seta e degli altri prodotti locali. Centro del comune è un borgo di 3692
abitanti dei quali 2389 dimorano in case sparse; è situata alle falde di due
alti colli che si stendono da Raccuia al Mar Tirreno e sulla destra della
fiumara di Sinagra che ne minaccia l'esistenza. Dista circa 8 Km, dal mare o
Km. 27 e 700 metri da Patti. Altitudine m. 300. Uff. post, e tel. di 2a
classe. La staz. ferr. più vicina è quella di Brolo che dista poco più di 7 Km.
dall'abitato di Sinagra. VICENDE STORICHE:
Fin dal secolo XIV Sìnagra fu feudo della casa Lanza, ed in seguito passò per
dote ai Ventimiglia. Da questi fu ceduto per dote a Girolamo Joppolo conte di
Naso. Nel 1729 Sinagra fu ceduto per dote dai Joppolo a Diego Sandoval e Mira.
marchese di San Giuliano. Sino agli ultimi tempi feudali i Sandoval
possedettero Sinagra col titolo di ducato (DIZIONARIO
GEOGRAFICO DEI COMUNI DELLA SICILIA E DELLE FRAZIONI COMUNALI CON BREVI
NOTIZIE STORICHE ARRICCHITO DI NOTIZIE RISULTANTI DALL’ULTIMA INCHIESTA AGRARIA
MINISTERIALE CIRCA LA SUPERFICIE DEI SINGOLI COMUNI E LE
ESTENSIONI DELLE DIVERSE COLTURE E AUMENTATO DI ALTRE RECENTI NOTIZIE GIÀ
PUBBLICATE NELLA GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO E NEI BOLLETTINI ED ANNUARI DEI
MINISTERI DELL’INTERNO, DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO, DELLE FINANZE,
DELLA MARINA, DELLE POSTE E DEI TELEGRAFI, DELLA PUBBL. ISTRUZ., ECC. –
GIUSEPPE DI VITA – PALERMO – F. PRAVATÀ – EDITORE PIAZZA BOLOGNI, 16
– 1906).
(*)
Notizia presa dal testo “Sinagra. Notizie storiche dal 1082 ai giorni nostri”
di Domenico Orifici
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