lunedì 14 novembre 2016

ANTICHI ARTI E MESTIERI DELL’ARTIGIANATO DI UCRIA CHE SI SONO PERDUTI - Peppino Gullotti

ANTICHI ARTI E MESTIERI DELL’ARTIGIANATO DI UCRIA CHE SI SONO PERDUTI
Peppino Gullotti
          Parlo di me, Peppino Gullotti, detto “Nascaredda” e di alcune delle maestranze di Ucria.
Dal 1955
Ho iniziato a studiare ad Ucria, scuola dell’obbligo nel palazzo Per nel centro della piazza, sopra l’odierno bar Full 80, prima Bar Fratelli Paladina ed ancora prima Bar Carmelo Panzalorto.
          Il mio maestro era Francesco Costa. Mi ricordo qualche episodio. Una volta mi ha mandato al Bar per prendergli una Ciappazzi, ero tutto confuso, bambino com’ero, pensavo che era qualche pietra (a ciapazza), invece era l’acqua tonica di oggi.
          Un altro ricordo: andare alla refezione tutti insieme, ricordo era una festa per tuti i bambini. La refezione era all’asilo Minissale, oggi l’ufficio tecnico. Il responsabile era il professore Spadaro, chiamato Fiduciario (oggi preside). Le persone che ci lavoravano erano: don Pippino “Puntureddu”, la mamma di Nino Algeri “a cianfra”, la mamma di Pippo “U cucciuluni”.


          Finito il primo traguardo, nel 1960, iniziai la carriera di muratore. Premetto che, quando uscivo dalla scuola elementare, diverse volte andavo con mio padre al lavoro. La domenica sempre! Ricordo per un certo periodo, ho lavorato con Don Nino Niosi, chiamato “u capu mastru”. Abbiamo lavorato al palazzo Scaglione, ristrutturando l’interno.     Dovevo stare sempre vicino a Don Nino. Non sopportavo di doverlo aiutare a slegarsi la sua tuta 3 volte al giorno: alle 9 – 12 – 17.
          Di solito, una buona parte dei mastri, andavano all’ufficio “nta butica” di Paladina. Ricordo che si lavorava solitamente fino a mezzogiorno. Di pomeriggio arrivavano ad una “gradazione” e non si faceva più niente.
Ritornando alla ristrutturazione del palazzo Scaglione, era stato fatto dal dott. Sgroi, che si doveva sposare, infatti abitò li diversi anni.
Nel 1963 – 64. Lavoravo insieme a Saro Scalisi con don Ciccino Niosi, detto “Sacchipagghia” per la costruzione della casa di Ciccino Gullotti, “u cantuneri”, in quel perioso frequentavo il corso serale, chiamato Cracis, e andavo tutte le sere puntualmente. I professori erano l’avvocato Tripoli, la dott.ssa Graziella Spadaro, la dott.ssa Lembo, e altri ancora. Per me frequentare corso era come un diploma dei giorni nostri.
Quando ad Ucria eravamo circa 4000 abitanti, c’era una fabbrichetta dive di facevano le gassose, “a buttigghia ca pallina i vistru”. Il proprietario era Don Ignazio Franchina e l’operaio Salleo Giuseppe.



          Un altro ricordo: il cinema che era sempre da don Ignazio Franchina. Per quei tempi Ucria, rispetto ad altri paesi vicini, era una cittadina. Basta ricordare che la piazza tutte le sere era piena di gente.
          Nel 1965 avevo 17 anni e ho iniziato a lavorare per le vie del paese prendendomi “una laurea nta strata comu muraturi”, conoscendo tutte le maestranze ed artigiani di Ucria.
Ho iniziato a fare la ristrutturazione della casa della buon anima di di Don Calogero Aquilia “u Guardia” ed aveva una grande esperienza.
          Il geometra era Enrico Drago, nonché mio padrino. I miei collaboratori erano Vincenzino Mancuso “u trimanti” e don Vincenzino Gullotti, detto “Gaddu iancu”. L’abitazione che abbiamo ristrutturato è quella in cui oggi abita Filippo Vinciullo a fianco della propria bottega.

…. Prima parte

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