* Rosaria Lucia Nici *
La Pasqua,
una delle feste o la festa più importante dell’anno.
Per molti, in
un‘era di consumi come la nostra, una vacanza, una festa piena di divertimento,
di allegria e di grandi scorpacciate. Ma è veramente questo il significato
della Pasqua? O racchiude in se un significato ben diverso?
Essa
è in realtà un passaggio, un cammino, una trasformazione.
Ricordo,
quando andavo alla scuola elementare, una poesia che adoravo e che col passare
degli anni non ho mai dimenticato:
-
San Giuseppe -
“San
Giuseppe vecchierello cosa avete nel cestello?
erba
fresca e fresche viole, nidi uccelli e lieto sole,
nel
cantuccio più piccino ho di neve un fiocchettino,
un
piattino di frittelle e tante altre cose belle.
Quando
arriva primavera canto a tutti la preghiera,
la
preghiera dell’amore a Gesù Nostro Signore …”
In breve, essa descrive il passaggio
dall’inverno alla primavera e il risveglio di tutto il creato in un’esplosione
di colori e di amore. Come l’amore di
Gesù, che, per salvarci dai nostri peccati, si è sacrificato per noi sulla
croce e che poi con la sua resurrezione ha vinto sul mondo e sulla morte,
mostrando a tutti il risveglio della vera vita.
A questo proposito, in onore e nel
ricordo di Nostro Signore Risorto, è tradizione, ad Ucria come in altre parti
della Sicilia e non solo in altre regioni d’Italia, l’allestimento da parte dei
fedeli di “u lavureddu”.
Si
semina, in una pirofila coperta di cotone idrofilo bagnato, del grano. Per farlo germogliare si tiene al buio e ogni
tanto si annaffia. Dopo che ha raggiunto
una certa altezza e i fili sono belli e verdi, ornato con fiori e nastri
colorati, si porta il giovedì santo in chiesa e si depone come in una sorta di
giardino incantato ai piedi o attorno all’altare allestito per la celebrazione
della “Cena del Signore “.
Anch’io in questi ultimi anni mi sono
dedicata a questa attività.
All’inizio,
pensavo che non sarei riuscita a portare avanti quest’impresa ma quando ho
incominciato a vedere i chicchi di grano che germogliavano, che crescevano, che
dal buio dove erano stati posti si propagavano in lunghi filamenti dorati
come un bellissimo raggio di sole,
che gioia!
Che entusiasmo è stato per me toccare,
manipolare, vedere dal nulla la vita che sbocciava, che cresceva come “il
chicco di grano che cadendo e morendo nella terra porta molto frutto”.
Come
Gesù, infatti, che morendo e risuscitando attira a se gli essere umani,
verso l’amore, verso la salvezza, verso la vita eterna attraverso un cammino di
fede e di trasformazione.
Con
l’auspicio, pertanto, che la festa ormai vicina si apra per tutti noi
all’insegna del vero e proprio cambiamento e quindi, dalla guerra alla pace,
dall’odio all’amore, dal pensare a noi stessi al vivere insieme in vera comunione,
porgo a tutti noi i miei migliori auguri di una felice e serena Pasqua 2016.
AUGURI DI OTTIMA RIPRESA!!!
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