(O
DELLE BELLE DONNE)
Nino
Algeri
Nel
Giornalino del mese di Ottobre 2016 ho parlato della fontana del Lauro la
quale, pur se dimenticata dalle istituzioni e bistrattata dai messinesi, ancora
esiste, anche se un misero troncone.
Ora
desidero parlarvi di una fontana che pur avendo millenni di storia non esiste più, esiste solo il toponimo
LA FONTANA DI POZZO
LEONE
(O DELLE BELLE
DONNE)
La fontana di Pozzo Leone fu così chiamata
in onore del Papa Leone II, il quale è stato pontefice per meno di un anno (dal
17.08.682 al 03.07.683), e possedeva la casa proprio nei pressi di questa
fonte.
Questa fontana si trovava a Messina quasi di fronte al teatro Vittorio
Emanuele sull’attuale via Garibaldi, originariamente si chiamava fonte Zancla,
perché allora la città di Messina si chiamava Zancle.
È una delle fontane più antiche di
Messina, infatti, di essa troviamo tracce addirittura nell’ Odissea di Omero,
quando parla di Ulisse e dei suoi compagni che si fermarono per dissetarsi e
fare rifornimento d’acqua proprio a questa fonte.
Che la nave nel porto
appo una fonte
fermaro, e ne smontaro, e lauta cena
solertemente apparecchiâr sul lido.
Paga delle vivande, e de’ licori
fermaro, e ne smontaro, e lauta cena
solertemente apparecchiâr sul lido.
Paga delle vivande, e de’ licori
la naturale avidità pungente,
risovveniansi di color, che Scilla
risovveniansi di color, che Scilla
dalla misera nave alto rapiti
vorossi, e li piangean, finchè discese
su gli occhi lagrimosi il dolce sonno
vorossi, e li piangean, finchè discese
su gli occhi lagrimosi il dolce sonno
Troviamo ancora tracce di questa
fontana nella leggenda di Cerere la
quale
si riposò e si rinfrescò proprio a questa fonte quando, in giro per il
mondo,
cercava Proserpina (1).
L’acqua
di questa fonte scaturiva da una roccia che si trovava in una grotta e in
questa erano stati fatti dei sedili in modo che la gente dell’epoca potesse
gofere della sua frescura.
Q uando
la città di Messina fu cinta di mura, per potersi meglio difendere dagli
attacchi nemici, si pensò di conservare
la grotta dove c’era la sorgiva mentre venne interrata la parte che sporgeva
sul mare.
Durante
la dominazione aragonese, nel secolo XV, la fonte venne abbellita con dei
sedili di marmo e cambiò nome, venne chiamata: Fontana delle belle donne, forse perché era un luogo dove le belle
donne messinesi
(1) P. SAMPERI,
Iconologia della gloriosa Vergine, Me4ssina 1664 pag .12
andavano
ad attingere l’acqua e potevano fare incontri, così nascevano amori e passioni
(2), ma il toponimo potrebbe essere più antico, in quanto Nausica con le sue
ancelle veniva a questa fonte a lavare i panni e a giocare, potrebbe derivare
da questo il nome Fontana delle belle donne.
Sulla fonte così sistemata, fu posto uno
stemma in cui oltre alle armi della città e a quelle degli Aragona vi era
questa scritta:
Encleadi flammas fugiens per operta viarum
Hic caput atollo ninpha perennis aquae
Cum mea sunsissem venturam ad litora classem
Protinus exilui ninpha latentis aquae
Quando Emanuele Filiberto di Savoia, nel
1622, (viceré di Sicilia) ordinò la costruzione della Palazzata, l’architetto
Gullì murò la grotta e convogliò l’acqua in un serbatoio da dove veniva fuori
mediante cinque bocche di leoni in marmo, da questo momento la fonte prese il
nome di Pozzoleone, come detto prima in onore di Papa Leone II.
Con
il terremoto del 1783 la palazzata crollò e la fonte fu sepolta dalle macerie,
durante la sua ricostruzione l’architetto G. Minutoli progettò il rifacimento
della fonte, ma questo lavoro non fu realizzato.
Il senato Messinese, solo nel 1834, fece
restaurare il Pozzoleone facendolo diventare un portico con colonne, pilastri e
marmi variopinti (3), l’acqua sgorgava da cinque cannule, inoltre una tubatura fu portata fino al mare per
poter rifornire più facilmente le navi.
In una lapide (4) posta all’interno
di questo portico si leggeva:
QUESTO FONTE
DI LUNGA LIMPIDISSIMA VENA
ALL’OSPITE, AL
CITTADINO PERENNE REFRIGERIO
DEL PAPA LEONE II
MESSINESE LIGNAGGIO
POZZO LEONE
APPELLATO
AMMINISTRANDO LA
PROVINCIA
ALESSIO SANTO
STEFANO MARCHESE DELLA CERDA
GENTILUOMO DI
CAMERA DI S. M. (D.G)
FU RESTAURATO E DI
PORTICO FORNITO
PER CURA DI CARLO
CHIARELLO SINDACO
FILIPPO SIRACUSANO
/ GIUSEPPE COLONNE BARONE DI CENTINEO
FRANCESCO BALSAMO
PRINCIPE DI CASTELLACCIO
GIOVANNI MOLETI
MARCHESE DI S. ANDREA
LETTERIO CARSERA
COSTA/ GIUSEPPE LELLA
SENATORI / ANNO MDCCCXXXIV
(2)
G. LA CORTE CAILLER, Il fonte di Pozzoleone, in “imparziale – Messina 1620
(3) LA CORTE CAILLER, Il fonte di Pozzoleone, in
“imparziale – Messina 1620
(4) LA CORTE CAILLER, Idem
Nel
1879 il portico fu chiuso da un cancello e l’acqua dichiarata inquinata.
Come l’araba fenicia la fontana del
Pozzoleone era risorta diverse volte, ma non poté rinascere dopo il cataclisma
del 1908, si salvò soltanto la suddetta
lapide che oggi si trova custodita nel Museo Regionale di Messina.
Nel 1982 sotto la
cavea del teatro Vittorio Emanuele sono state imbrigliate delle acque sorgive
che potrebbero essere quelle della fonte del Pozzoleone (5).
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