BE
THE CHANGE
Valentina
Faranda
L’ho detto precedentemente, quando ero bambina credevo che
il mondo fosse perfetto, che ci fosse un senso per ogni cosa e che Dio non
permettesse a nessuno di farsi male…
Il tempo ha violato quel sentimento innocente ed edulcorato
del mondo!
Perdere qualcuno di importante mi ha fatto pensare che quello
che avevo sentito su Dio fosse una bugia o che se davvero un Dio si fosse
trovato in cielo, certamente se ne stava sulla sua poltrona di nuvole ad
aspettare il giorno del giudizio, fermo, a braccia conserte, in eterna attesa!
Con lo studio, guardando la televisione, osservando il mondo
che mi circondava ho cominciato a capire che il mondo non era affatto quello
che mi aspettavo. Che non c’era nulla di perfetto!
E … ci sono stati quei momenti in cui avrei voluto scappare
via, essere un'altra, vivere in modo diverso, in un posto diverso…
E poi…
Lo ricordo come fosse oggi, avevo 17 anni quando sentii per
la prima volta la famosa frase di Gandhi, quella che dice: “Be the change you would to see in the world”
(sii tu stesso il cambiamento che vuoi vedere nel mondo) e lo ricordo ancora lo
stupore nel rifletterci… Io, io che crescendo avevo perso quell’idea di un mondo
perfetto, io che fino a quel momento, avevo creduto che il mondo fosse come lo
vedevo e nessuno sforzo umano avrebbe mai potuto cambiarlo, io che pensavo solo
a fuggire e nascondermi… Non so il come né il perché ma a poco a poco quella
non è stata più solo la “bella frase” di qualcuno ma un pensiero che in qualche
modo ha rivoluzionato il mio modo di pensare e mi ha reso parte di quella che
sono oggi!
Certo, avevo solo 17 anni e tanto da imparare su me stessa...
Avevo paura per ogni cosa e mi ci sono voluti anni per comprendere la
possibilità di quel pensiero di tradursi in realtà!
Nella situazione in cui viviamo è facile sentirsi deboli e
mollare e spesso vacillo anch’io. A volte mi sento stretta in una quella morsa
di “Lascia perdere, non ne vale la pena!”…
succede alla vista di tutti quegli amici che non si parlano più perché infondo
nessuno ha coraggio di chiarirsi (e l’ho visto tante volte, davvero troppe) o
di persone giudicate per i loro modi di fare, i loro orientamenti sessuali, i
loro stili di vita…e poi…e poi sento di paesi in ginocchio per questo cancro
che divora dall’interno e a cui sembra non ci sia cura se non la guerra…e sento
di poliziotti uccisi in nome di un colore, di uomini, donne, bambini
inghiottiti dal mare, di anziani che vivono in roulotte…di Alzhaimer… di natura
deturpata...
E poi c’è il mio paese, quel piccolo angolo di mondo che per
vent’anni è stata casa mia, che lo è ancora oggi, e lo vedo sgretolarsi, così, a
poco a poco, come i ghiacciai di questa terra…e più lo guardo e più mi sembra
stanco, vecchio, solo…e più lo guardo e più ricordo cosa lo rendeva speciale un
tempo…cosa lo rendeva casa!
E sono proprio questi i momenti in cui il mondo mi sembra
sempre meno perfetto, sempre più divorato da tutta una tristezza che pare non
alleviarsi mai; sono questi i momenti in cui sembra che tutti quelli che ti
suggeriscono di mollare, perché in fondo non ne vale la pena, abbiano la
soluzione giusta…
E poi…
E poi arriva uno sconosciuto come tanti altri… e ti aiuta
quando sei in difficoltà, così, solo perché sei in difficoltà…e ti rendi conto
che quello sconosciuto è stato capace di rendere la tua giornata diversa, più
bella…e allora…realizzi che se anche quello rimarrà, per tutto il resto della
tua vita, uno sconosciuto…in realtà ha cambiato qualcosa dentro di te, perché
anche se per un solo momento, hai compreso che esiste un modo per cambiare le
cose, che c’è speranza per migliorare quello che siamo…
E non è solo lo sconosciuto che non incontrerai più a
renderti orgogliosa di essere umana, sono tutti quegli esempi di uomini e donne
che hanno fatto tanto per gli altri e non parlo di santi, di grandi eroi, di
medici di guerra o di chi si associa per combattere fame, povertà e
criminalità… quelli sono i grandi esempi…
Vi sto parlando di quei piccoli esempi, di tutti i vicini
che ti guardano il gatto quando sei fuori casa, gli amici che nel cuore della
notte corrono in pigiama a consolarti, l’abbraccio di tua sorella in un brutto
momento, gli sconosciuti a cui chiedi informazioni, le migliaia di porte che si
sono aperte a Nizza per accogliere chi scappava... le parole di un padre che ti
racconta di un figlio perduto troppo presto… e l’esempio di quel figlio,
incontrato solo nei racconti di suo padre e di tutti quelli che gli volevano
bene…tutto questo, tutto questo mi racconta di un mondo in cui il dolore è
tanto ma la speranza pure…di un mondo imperfetto, in cui tante cose vanno
aggiustate ma che c’è ancora qualcuno per cui vale la pena!
Oggi ho un’idea tutta mia su Dio… ma non mi dilungherò a
spiegarvela qui.
Oggi, vivo con quella consapevolezza che non servono grandi
gesta per cambiare il mondo. Qualcuno diceva che prima di spostare le montagne
dobbiamo imparare a spostare i sassi…poi saremo in grado di sollevarle le
montagne!
“Be the change”, sii il cambiamento che vuoi vedere!
Quello che ho
imparato, fino ad oggi, è che se non spingi per cambiare qualcosa, se non
investi per primo in quel qualcosa in cui credi fermamente, non puoi aspettarti
un mondo diverso! Non puoi augurartelo né lamentarti!
E come al solito mi perdo in tutti quei pensieri che mi
affollano la mente. A volte vorrei solo essere più chiara e più
professionale…vorrei parlarvi come si parla in un giornale e alla finisco
sempre per parlarvi come se voi foste il mio diario personale…
Ma ho capito che non imparerò mai a parlarvi nel modo
giusto, sarò sempre quella che fa quegli sproloqui incomprensibili che tutto
sono fuorché articoli!
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