TUTELIAMO IL PAESAGGIO!?
Lo Presti Salvatore
Come si può ben capire dal titolo,
l’oggetto di questo mio articolo sarà il paesaggio e la sua tutela, e di
paesaggio voglio parlare, non in maniera casuale, ma perché io (come la maggior
parte di coloro che leggeranno questo mio piccolo articolo) sono siciliano, e la Sicilia , se non può essere
definita la più bella parte del mondo, sicuramente, mi sento di poter dire che
però non ci sia luogo che possa dirsi più bello della Sicilia, che, con i suoi
paesaggi, ispira, ed ha sempre ispirato, artisti e scrittori di ogni parte del
mondo che in essa abbiano trovato ospitalità.
Ma che cos’è il paesaggio? e perché
c’è la necessità che esso sia tutelato?
Per il termine paesaggio, nel
vocabolario che mi ritrovo a casa vi è scritto:
“paesaggio <pae-sàg-gio> s.m. 1. (pl. –gi) ~ Porzione di territorio
considerata dal punto di vista della prospettiva o della descrizione, oppure da
quello geografico: un paesaggio
squallido, malinconico, pittoresco, dalla finestra si vede un paesaggio si vede
un paesaggio incantevole; ci fermammo ad ammirare il paesaggio; paesaggio
montano; paesaggio desertico; la difesa, la tutela del paesaggio. 2. Quadro o foto che riproduce un
paesaggio: un paesaggio di Fattori.”
Come si può evincere da questa voce
di vocabolario, il termine paesaggio da solo non è sufficiente ad indicare a
cosa ci si riferisce, questo perché non esiste un paesaggio univoco, infatti,
si può benissimo dire che ogni paesaggio, antropizzato e non, è unico, e che al
massimo, si può fare un opera di semplificazione accorpando in un'unica
categoria paesaggi che hanno caratteristiche simili, ma come precedentemente
detto, che comunque avranno anche degli aspetti differenti.
Tutta
questa varietà, questa bellezza,
di se e per se non avrebbero nessun motivo per dover essere tutelati. La
necessità della tutela nasce dal fatto che alcuni uomini, per ignoranza, e con
il solo fine di avere un loro ritorno economico, sono pronti a distruggere ogni
ettaro di terreno presente sul nostro meraviglioso pianeta.
In Italia la tutela del paesaggio è
sancita dalla nostra Splendida
Costituzione, che, tra i Principi
Fondamentali all’art. 9 così
recita:
“La
Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica. Tutela il
paesaggio e il suo patrimonio storico e artistico della Nazione”;
Un altro articolo che ritengo
fondamentale, per la piena attuazione di quello già citato è sempre un articolo
dei Principi Fondamentali, ovvero l’art. 5:
“La
Repubblica , una e
indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato
il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi
della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.”
questo articolo, lo ritengo
fondamentale, perché a mio parere solo l’azione dei vari enti locali (dove per
locali in questo caso intendo anche Province e Regioni, e non solo Comuni), può
realmente realizzare azioni che siano veramente efficaci nella tutela del
paesaggio che ogni territorio possiede, proprio perché, come prima detto, ogni
territorio ha le sue caratteristiche che devono essere valorizzate e tutelate
al massimo e per fare ciò prima di tutto queste caratteristiche devono essere
conosciute.
In Italia però, le prime misure e
discussioni sul paesaggio sono antecedenti alla formazione della Repubblica,
infatti il primo Convegno sul paesaggio si svolse a Capri il 9 e 10 Luglio del
1922, fu organizzato dal Comune di Capri stesso, allora amministrato
dall’Ingegnere e scrittore Edwin Cerio,
con il sostegno e l’ispirazione dell’allora onorevole Giovanni Rosadi sottosegretario alle Belle Arti, il quale era stato
il promotore della legge in difesa delle Antichità e Belle Arti del 20 Giugno
1909. Altro fondamentale sostegno fu quello del Vice Direttore generale delle
Belle Arti Luigi Parpagliolo, il
quale al Convegno tenne la relazione fondamentale. Altre importanti personalità
presenti al Convegno erano, senza timore di smentita, Filippo Tommaso Marinetti (fondatore del Futurismo) il Generale Armando Diaz (Presidente onorario del
Convegno) e Gilbert Clavel (studioso
svizzero, fondatore insieme a Fortunato Depero del Teatro Plastico). Di questo
Convegno esiste un bellissimo volume stampato nel 1923 da Edwin Cerio in
trecentocinquanta copie numerate, gli “Atti del Convegno del Paesaggio” per chi
volesse ampliare le proprie conoscenze sull’argomento.
Dal punto di vista legislativo, in
Italia la prima vera e propria legge in difesa del paesaggio naturale è la Legge n. 1497 del 29 Giugno del 1939 (Prima
c’erano state alcune leggi, ma la loro lente d’ingrandimento era rivolta
soprattutto alla tutela dei beni mobili e immobili che avessero un interesse
storico-artistico) emanata dal Ministro Giuseppe Bottai. La legge n. 1497
rimase in vigore per quasi 50 anni sino a quando nel 1985 venne promulgata la Legge n. 431 recante “disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale”,
meglio conosciuta come Legge Galasso,
che ha esteso le aree soggette a tutela, a quasi il 50% dell’intero territorio
nazionale.
Segue nel 1991 la Legge n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) che detta i principi fondamentali
per l’istituzione e la gestione delle aree protette al fine di garantire e
promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale della
Nazione.
Infine il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio emanato nel Gennaio del 2004
ed entrato in vigore il 1° Maggio dello stesso anno, che ha sostituito e
abbrogato il precedente Decreto
Legislativo del 20 Ottobre 1999 n. 490 (Testo Unico delle disposizione
legislative in materia di Beni Culturali e Ambientali).
Oltre alle disposizione Nazionali vi
sono anche numerose leggi regionali, che disciplinano la materia in base alle
particolari situazioni regionali.
Ovviamente la tutela del paesaggio, che è tutto ciò che ci circonda, anche le
città in cui viviamo (si parla in questo caso di paesaggi urbani), passa anche dal modo in cui noi ci comportiamo
ogni giorno, dal rispetto che abbiamo per l’ambiente, sia esso naturale,
sia esso urbano, sia esso antropizzato o meno. Sino a quando ci saranno tra noi
persone che, tenendo comportamenti da persone ineducate, continuano a degradare
l’ambiente in cui vivono e viviamo con azioni quotidiane, come anche il
semplice gettare le carte per terra o qualsiasi altra sostanza non ben accetta
all’ambiente, noi non riusciremo veramente ad avere un paesaggio lindo e
pulito, come dovremmo averlo, come vorrei averlo. Sperando di non essermi
dilungato troppo spero che sia stato di vostro gradimento. Saluti alla
prossima.
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