venerdì 14 ottobre 2016

I “CARI LUOGHI” OVE RISUONA LA VOCE DI JOLE DE MARIA - Eliade Maria Grasso

I “CARI LUOGHI” OVE RISUONA LA VOCE DI JOLE DE MARIA
Eliade Maria Grasso
            L’amore per chi ama la propria terra si porta sempre dentro il cuore, anche se si va in giro per il mondo per essere acclamata nei maggiori teatri.
            Questa è stata la vita della cantante lirica Jole De Maria nata nel 1929 ad Alcara Li Fusi, e profondamente legata a Galati Mamertino, il luogo ove nacque la propria madre nel 1889. Viaggiò molto per calcare le scene dei più importanti teatri lirici italiani e stranieri, applaudita anche oltreoceano; ha vissuto a Roma e in Argentina; ma poi è ritornata sui Nebrodi col marito, il musicologo Silvano Nicolai, per ritrovare e respirare le proprie origini.
 Jole iniziò la carriera da giovanissima quale vincitrice del concorso lirico di Spoleto, un sicuro trampolino di lancio per le giovani promesse della lirica in quanto la vincita di questo Concorso dava accesso al Corso di perfezionamento del Teatro dell’Opera di Roma. Da lì in poi si è esibita nei maggiori teatri italiani (Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro Massimo di Palermo, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Petruzzelli di Bari) ed esteri (Teatri dell’Opera di Lugano, Dublino, Belfast, Il Cairo ed altri). Diretta dai maggiori direttori d’orchestra quali Ziino, Serafin, Molinari Pradelli, De Fabritiis, Metha, Vitali, Gui, Bellezza, Scaglia, La Rosa, Parodi Patanè, Erede.
            Jole raggiunge il successo cantando da mezzosoprano, il suo timbro naturale, ed esibendosi nei ruoli più impegnativi richiesti al suo registro di voce. Ai ruoli teatrali affiancava un’intensa attività concertistica nelle sale ed emittenti radio più prestigiose. Resta memorabile la sua interpretazione del ruolo di Azucena de “Il Trovatore” di G. Verdi testimoniata dalle critiche musicali delle maggiori testate giornalistiche di quegli anni.
            La straordinarietà dell’arte di Jole De Maria è data dalle sue doti vocali fuori dal comune. Quando si trasferisce in Argentina, interrompendo la sua carriera, si dedica allo studio del proprio organo vocale sviluppando una tecnica che le ha permesso di rivestire ruoli impervi per ogni tipo di voce. La prodigiosa estensione vocale, la duttilità del timbro, l’intensità drammatica equilibratamente dosata per adeguarla alla vocalità del brano fa sì che Jole De Maria arricchisca il proprio repertorio con aria di Soprano drammatico, lirico e leggero per tornare con disinvoltura alla vocalità originaria di mezzosoprano e scendere ancora nel registro di contralto. La sua laringe conteneva tutte le voci.
            Le registrazioni delle sue maggiori esibizioni sono raccolte in cinque CD dal titolo Jole De Maria Un’ugola sette voci perché tanti sono i timbri che, a secondo il repertorio riesce a variare. Jole De Maria cambia vocalità repentinamente, dalla Cieca de La Gioconda Di Ponchielli a Musetta de La Bohéme pucciniana, e ascoltando la “sua” Casta diva” non si immaginerebbe mai che, poco prima, la sua voce era tra i ceppi della verdiana Azucena.            Il Maestro Rolando Nicolosi, suo alter ego pianistico e testimone degli sviluppi che la De Maria apportò allo studio della vocalità, documenta con rigore tecnico le esecuzioni dei brani in una guida all’ascolto di facile fruibilità anche per chi non è avvezzo all’ascolto del repertorio operistico.
            Jole De Maria finisce il suo cammino terreno a Fonte Nuova (Roma) il 23 maggio 2007.

            L’associazione culturale Arcipelago, con sede a Fonte Nuova e presieduta dalla dott.ssa Eleonora Vicario tra le tante attività artistiche e scientifiche a favore di associazioni umanitarie e della ricerca medica, dal 2013 bandisce con cadenza annuale un Concorso lirico internazionale intitolato a Jole De Maria. Per informazioni e per l’acquisto dei CD è possibile consultare il sito www.assoarcipelago.info.


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