I “CARI LUOGHI” OVE
RISUONA LA VOCE DI JOLE DE MARIA
Eliade Maria Grasso
L’amore per chi ama la propria terra
si porta sempre dentro il cuore, anche se si va in giro per il mondo per essere
acclamata nei maggiori teatri.
Questa
è stata la vita della cantante lirica Jole De Maria nata nel 1929 ad Alcara Li
Fusi, e profondamente legata a Galati Mamertino, il luogo ove nacque la
propria madre nel 1889. Viaggiò molto per calcare le scene dei più importanti
teatri lirici italiani e stranieri, applaudita anche oltreoceano; ha vissuto a
Roma e in Argentina; ma poi è ritornata sui Nebrodi col marito, il musicologo
Silvano Nicolai, per ritrovare e respirare le proprie origini.
Jole iniziò la carriera da giovanissima quale
vincitrice del concorso lirico di Spoleto, un sicuro trampolino di lancio per
le giovani promesse della lirica in quanto la vincita di questo Concorso dava
accesso al Corso di perfezionamento del Teatro dell’Opera di Roma. Da lì in poi
si è esibita nei maggiori teatri italiani (Teatro Massimo Bellini di Catania,
Teatro Massimo di Palermo, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Petruzzelli di
Bari) ed esteri (Teatri dell’Opera di Lugano, Dublino, Belfast, Il Cairo ed
altri). Diretta dai maggiori direttori d’orchestra quali Ziino, Serafin,
Molinari Pradelli, De Fabritiis, Metha, Vitali, Gui, Bellezza, Scaglia, La
Rosa, Parodi Patanè, Erede.
Jole
raggiunge il successo cantando da mezzosoprano,
il suo timbro naturale, ed esibendosi nei ruoli più impegnativi richiesti al
suo registro di voce. Ai ruoli teatrali affiancava un’intensa attività
concertistica nelle sale ed emittenti radio più prestigiose. Resta
memorabile la sua interpretazione del ruolo di Azucena de “Il Trovatore” di G.
Verdi testimoniata dalle critiche musicali delle maggiori testate
giornalistiche di quegli anni.
La
straordinarietà dell’arte di Jole De Maria è data dalle sue doti vocali fuori
dal comune. Quando si trasferisce in Argentina, interrompendo la sua
carriera, si dedica allo studio del proprio organo vocale sviluppando una
tecnica che le ha permesso di rivestire ruoli impervi per ogni tipo di voce. La
prodigiosa estensione vocale, la duttilità del timbro, l’intensità drammatica
equilibratamente dosata per adeguarla alla vocalità del brano fa sì che Jole De
Maria arricchisca il proprio repertorio con aria di Soprano drammatico, lirico
e leggero per tornare con disinvoltura alla vocalità originaria di mezzosoprano
e scendere ancora nel registro di contralto. La sua laringe conteneva tutte le
voci.
Le
registrazioni delle sue maggiori esibizioni sono raccolte in cinque CD dal
titolo Jole De Maria Un’ugola sette voci perché tanti sono i
timbri che, a secondo il repertorio riesce a variare. Jole De Maria cambia
vocalità repentinamente, dalla Cieca
de La Gioconda Di Ponchielli a Musetta
de La Bohéme pucciniana, e ascoltando la “sua” Casta diva” non si immaginerebbe mai che, poco prima, la sua voce
era tra i ceppi della verdiana
Azucena. Il Maestro Rolando
Nicolosi, suo alter ego pianistico e
testimone degli sviluppi che la De Maria apportò allo studio della vocalità, documenta
con rigore tecnico le esecuzioni dei brani in una guida all’ascolto di facile
fruibilità anche per chi non è avvezzo all’ascolto del repertorio operistico.
Jole
De Maria finisce il suo cammino terreno a Fonte Nuova (Roma) il 23 maggio 2007.
L’associazione
culturale Arcipelago, con sede a Fonte Nuova e presieduta dalla dott.ssa
Eleonora Vicario tra le tante attività artistiche e scientifiche a favore
di associazioni umanitarie e della ricerca medica, dal 2013 bandisce con
cadenza annuale un Concorso lirico internazionale intitolato a Jole De Maria.
Per informazioni e per l’acquisto dei CD è possibile consultare il sito www.assoarcipelago.info.
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