venerdì 14 ottobre 2016

PARTIRE E RESTARE - Valentina Faranda

PARTIRE E RESTARE
Valentina Faranda

Viviamo in un paese ed in un periodo storico difficile.
L'italiano normalmente pensa che dare-ricevere sia un relazione unidirezionale. Che ricevere gli sia dovuto ma dare... beh…quello, qualche volta sì, qualche volta no.
            Viviamo in un paese che ha poca cultura politica. Se domandiamo - ad un ragazzo ma anche ad un uomo adulto o ad un anziano - pochissimi capiscono di cosa si discuta oggi in parlamento, pochi riescono a capire quale effettivo cancro danneggi il bel paese e perché pare non esistere cura.
            Viviamo in un paese in cui la scuola non svolge più il ruolo di formazione ed educazione. Ci sono insegnanti che picchiano ragazzi, altri che non si interessano minimamente della formazione e altri ancora che rimangono a casa 4 giorni su 6.
            Viviamo in un luogo in cui gli scontrini non vengono fatti né richiesti. Mi metto in gioco pure io! Anche io, a volte, dimentico che quel pezzo di carta ha un valore (e non solo per quello che ho speso) per quella famosa cura del nostro paese.
            Viviamo in un posto in cui è meglio buttare la sigaretta a terra piuttosto che fare due metri per trovare un cesto della spazzatura.
            Viviamo in un paese che non è fiero di sé stesso perché ci sono cose in cui preferisce essere mediocre piuttosto che eccellente.
            Spesso ci rivolgiamo alla classe politica - qualunque parte e non solamente l'attuale governo - attribuendole tutti i mali di questo mondo, senza pensare che nelle piccole cose siamo in primis noi cittadini a sbagliare…
            Siamo anche noi i cittadini che timbrano il cartellino per poi non andare a lavorare; siamo anche noi cittadini gli evasori delle tasse; siamo anche noi a preferire spesso la via più facile a quella giusta.
            Qui non si fa campagna politica né polemica! Lo chiarisco perché a me non piace affatto polemizzare tanto meno farlo solo per il gusto di farlo! Per me, la polemica non è una soluzione ma un sano ed onesto scambio di opinioni che può condurre ad una soluzione.
            Credo ci sia più bisogno di capire che questo paese è forte abbastanza da poter guarire…quantomeno esiste un gran bisogno di crederlo!
            E se mi chiedete quale sia la cura, non vi rispondo con un programma perché - come ho detto - non faccio politica... ma credo che una cura adeguata non possa fare a meno del rispetto per noi stessi e per il luogo in cui viviamo.
            A volte penso all'Italia come a quel grande condominio in cui ogni residente è in lotta col vicino. Chi abita in un condominio sa di cosa parlo! Degli scontri per le cose più piccole: per un po' d'acqua sul terrazzo al piano di sotto; per qualche rumore o risata di troppo; per la luce ancora accesa. Ed invece di rispettarsi l'un l'altro e di cercare insieme soluzioni, si polemizza su tutto, ci si rivolge agli avvocati, si litiga e a volte si passa alle vie di fatto. Il risultato finale?  Nessuno.
            Ah se solo fossimo condomini modello! Ma quella del paese perfetto è un’utopia! Anche la casa migliore di questo mondo ha una crepa... lì, nascosta da qualche parte, seppur piccolissima…
            Quello che dico (in maniera sempre troppo confusa, me ne rendo conto!) è che a volte dovremmo pensare ad amare questo posto…al mare che ci circonda, alle coste meravigliose, al suo cibo senza eguali, all'arte e alla storia, a questa lingua sempre così allegra e così piena di sfumature!
            Io amo il viaggio. Amo quel senso di passaggio da una cultura ad un’altra, amo scoprire le differenze e le affinità dei popoli, amo non definirmi in base ad un luogo.
            Una volta ho letto Una vita da passatore, un libo di Todorov. E’ il racconto di un uomo sempre di passaggio da un luogo all'altro, senza delle vere origini, visto il suo bilinguismo. ecco, alle volte io mi sento così, come quel passatore…mi sento come di non avere una casa, come se ogni posto del mondo può essere quella casa!
            Ma la verità è che anche gli uccelli migratori costruiscono dei nidi in un posto!
            Si, certo... potreste dirmi che i loro nidi non sono nel posto in cui sono nati, che si spostano da una parte all’altra del globo…ed è vero! Possiamo costruirci una casa in posti del mondo differenti, potremmo assorbire un'altra cultura e renderla nostra…possiamo farlo!
            Ma quello che non possiamo fare è dimenticare da chi proveniamo, chi è nostra madre o chi nostro padre…perché, per quanti posti del mondo vedremo, per quanti popoli ci adotteranno, le nostre origini sempre quelle rimarranno!
            Per capire il mondo ed assorbirlo in tutti i suoi colori e i suoi profumi innanzitutto bisogna capire la propria realtà, sia come persona che come luogo di appartenenza.
            Credetemi quando vi dico “Viaggiate”! Fatelo! Sempre se potete e quando potete! Non solo fisicamente ma anche attraverso la lettura. Perché anche attraverso l’incontro con l’altro impariamo di più su noi stessi, su chi siamo.
            Allo stesso tempo, sostengo che anche restare qui può essere entusiasmante!  E’ così! Questo nostro imperfetto e tormentato paese non ha bisogno di polemica, ha bisogno soprattutto del nostro interesse e bisogna insistere per renderlo un posto migliore!         Dobbiamo lavorare tanto per esserne orgogliosi.

            Ecco a voi il mio “pippone del mese”, che - come sempre - vuole essere solo uno spunto di riflessione su qualcosa no certo per polemizzare o suggerire un insieme di regole da seguire, vi saluto e al prossimo articolo!



Nessun commento:

Posta un commento