lunedì 15 febbraio 2016

UCRIA NEI LIBRI TOPOGRAFICI DI UN TEMPO * Salvatore Lo Presti *

UCRIA NEI LIBRI TOPOGRAFICI DI UN TEMPO
* Salvatore Lo Presti *
Salve lettori,
questo articolo è il frutto delle informazioni da me ricavate (sinora) da una ricerca che porto avanti da un po’ di tempo. La ricerca, finalizzata a trovare informazioni su Ucria nel corso della storia (soprattutto quella meno recente) ricavabili da testi scritti, cartografie e immagini storiche (e chissà magari in futuro anche in qualche archivio).
 In questo articolo riporterò le informazioni attualmente in mio possesso, che ho potuto leggere in alcuni dizionari e le cartine storiche in cui ho potuto individuare Ucria:
- UCRIA, Terra nella Valle di Demone, ed in Diocesi di Messina, situata alle falde di un colle, di aria sana, nella distanza di dodici miglia dal Mar Tirreno, di cinquanta da Messina, e di centoventi in circa da Palermo. Essa si appartiene con titolo di Principato alla famiglia Agliata de’ Principi di Villafranca. Si ha notizia di questa Terra sin dal XIV Secolo, in cui possedevasi da Giovanni Ventimiglia, Barone di Sperlinga, il quale con il suo testamento l’assegnò ad Agata Peralta sua sposa in soddisfazione de’ suoi crediti dotali. Costei in seguito la concedè, previo il permesso del Re Alfonso, a Gabriele Abbate suo fratello, la cui nipote la porrò in dote a Pietro Marquet suo marito. Dalla Casa Marquet passò in quella di Pagano, ed il primo che ne ottenne il titolo di Principe fu Francesco Pagano, genitore di Antonino Filiberto Pagano. Costui essendosene morto nel millesettecentotrenta dopo avere sposata Laura Lombardo, gli succedè l’unica sua figlia Flavia Pagano, la quale si marità con Vincenzo di Giovanni e Napoli, Duca di Saponara. Da questo matrimonio ne nacque Vittoria di Giovanni e Pagano, che s’impalmò con Domenico Agliata, Principe di Villafranca, e gli portò in dote la presente Terra di Ucria, la quale è tuttora presso l’illustre Casa Agliata col mero, e misto impero. Si noverano in essa Terra una Parrocchia, dedicata a San Pietro Apostolo, dieci Chiese minori, un Monastero di Monache Benedettine e due Conventi di Frati, l’uno di Domenicani e l’altro di Conventuali. Il suo territorio viene irrigato da abbondanti acque, e le sue produzioni sono vino, olio, seta, frutti, e pascoli per armenti. La sua popolazioni si fa ascendere a mille ed ottocento abitanti, i quali vengono diretti nello spirituale da un Arciprete. Il suo maggior commercio di esportazione consiste in olio, ed in seta (DIZIONARIO GEOGRAFICO DEL REGNO DI SICILIA COMPOSTO DALL’ABATE FRANCESCO SACCO DELLA PROVINCIA DI SALERNO DEDICATO A SUA ALTEZZA REALE IL PRINCIPE D. LEOPOLDO BORBONE TOMO SECONDO – PALERMO DALLA REALE STAMPERIA – 1800).
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- UCRIA, NEL Val Demone, nella Diocesi di Messina, e nella Sottintendenza di Patti. Popolazione 1800. Distante 12 m. dal mar tirreno, 50 da Messina, e 120 da Palermo. Ex-feudo della fam. Agliata, de’ principi di Villafranca. Esporta olio e seta. Nel XVIII secolo si distinse in Palermo il P. Bernardino d’Ucria impiegato al giardino botanico di Palermo come Demostratore per la gran pratica su questa scienza (NUOVO DIZIONARIO GEOGRAFICO, STATISTICO, E BIOGRAFICO DELLA SICILIA ANTICA E MODERNA COLLENUOVE DIVISIONI IN INTENDENZE, E SOTTINTENDENZE DELL’AVVOCATO GIUSEPPE EMANUELE ORTOLANI – PALERMO. PRESSO FRANCESCO ABBATE QU. DOM. – 1819 ).

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- U'CRIA, comune in prov. di Messina, da cui dista 73 m., distretto e diocesi. di Patti, da cui dista 16 m., circondario Raccuja, da cui dista 4 m. Popol. 2618, estensione 600 salme, Ucrìa Faz., Ucria. L'CRlA, fiume che presso il capo d'Orlando entra nel mar Tirreno pel fianco settentrionale dell'isola, Ucria Baudr. Ucrìa fiume. (DIZIONARIO GEOGRAFICO-STATISTICO SICILIANO-ITALIANO-LATINO DELL’ISOLA DI SICILIA E DELLE SUE ADJACENZE COMPILATO DA VINCENZO MORTILLARO MARCHESE DI VILLABENE – PALERMO DALLA STAMPERIA ORETEA VIA DELL’ALBERGARIA N. 240. – 1847 )
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- Ucria – Nel val Demone, nell’intendenza di Messina, distretto e diocesi di Patti, circondario di Raccuja, dista 12 m. (miglia) dal mar Tirreno, 74 da Messina e 120 da Palermo. Ex-feudo della famiglia Agliata dei Principi di Villafranca. Esporta olio e seta. La sua popolazione è di 2618 abitanti, il suo territorio è salme 600. Nel XVII sec. fiorì in Palermo P. Bernardino di Ucria impiegato al giardino botanico di Palermo come dimostratore, per la gran perizia su questa scienza. (DIZIONARIO GEOGRAFICO STATISTICO E BIOGRAFICO DELLA SICILIA PRECEDUTO DA UN COMPENDIO STORICO SICULO DEL CAV. ANTONINO BUSACCA – MESSINA – STAMPERIA FIUMARA – 1850, 1858;
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- UCRIA. Ucria. Ucria – Comune in provincia di Messina, distretto e diocesi di Patti, circondario Raccuja, distante da Palermo 120 miglia, con una popolazione di 2756. Esporta olio e seta, ed è ex-feudo della famiglia Agliata dei principi di Villafranca. Diede la culla al P. Bernardino d’Ucria impiegato al giardino botanico di Palermo come dimostratore per la gran pratica su questa scienza. UCRIA – Fiume che presso il capo di Orlando entra nel Mar Tirreno sul fianco settentrionale dell’isola. (DIZIONARIO GEOGRAFICO BIOGRAFICO STATISTICO E COMMERCIALE DELLA SICILIA DEL BEN. GIR. DI-MARZO FERRO REGGIO CAPPELLANO MILITARE, DESTINATO A SERVIRE NELLA REAL PARROCCHIA DI SAN GIACOMO DEI MILITARI – PALERMO – STABILIMENTO TIP. DI FR. LAO – 1853)
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- Ucrìa. Lat. id. (V. D.) Paese, insignito dell’onore di principato, a 3 m. rimpetto Raccuja, nel declivio di un colle verso oriente, la di cui parrocchia è sacra a S. Pietro principe degli apostoli, sotto la direzione di un arciprete, e con 10 chiese suffraganee. L’ordine di S. Domenico vi riconosce la fondazione nel secolo XV, ed ha un decente convento. I min. conventuali stabilirono dal 1513 nella chiesa della compagnia dei Flagellati, in angusto sito però giusta il Cagliola. Elegante è il gineceo delle sacre vergini, sotto gli istituti di S. Benedetto. Sorge il castello nel sito più eccelso verso occidente, ma oggi è abbandonato. È vario il numero delle case e degli abitatori, come ricavasi dai regii libri; poiché computaronsi nel tempo dell’imperatore Carlo V 243 case, e nel 1595 con nessuna proporzione 1643: nel 1652 si ebbero 833 case, 3214 anime; e nel 1713 si contarono 414 fuochi, 980 abitatori, cresciuti ultimamente a 1897. la milizia urbana era sotto l’istruttore di Patti; ma si comprende il paese nella comarca di Tortorici. Dicesi aver posseduto Ucrìa sotto i Normanni Abbone Barresi, poi Federico Campisano, donde passò a Guglielmo Perollo. Nel censimento di Federico II si dice signore di Ucria Guglielmo dell’Isola milite. L’ottenne con Sperlinga sotto Martino Giovanni Ventimiglia, il quale morendo, fu succeduto da Agata Peralta in compenso della dote consumata. Donò costei il paese nel 1434, col volere del re Alfonso, a Gabriele Abate. Per dote di N. Abate, figliuola di Gabriele juniore, trasmisero ai suoi Pietro Marchetti dal 1595. Succedette a costoro nella metà dello scorso secolo XVII Francesco Pagano e Marchetti, il quale ne ottenne il titolo di principato nel 1672. il figliuolo di lui Antonio Filiberto ebbe in moglie Laura Lombardo, e generò con essa la figliuola Flavia, che maritata a Vincenzo Digiovanni duca di Saponara, partorì Vittoria, moglie di Domenico Alliata principe di Villafranca. Vive Flavia principessa del S. R. Impero, matrona dell’insigne ordine della Croce(1). Il territorio di Ucria, copiosamente irrigato, reca gran vantaggio ai coloni coll’olio e colla seta; appresta abbondevolmente biade, ortaggi, frutti e pascoli. Sta il paese in 3° 35’ di long. E 38° 10’ di lat. [(1) Ucria è un comune in provincia di Messina da cui dista 66 miglia, distretto e diocesi di Patti, donde 16 m., circondario di Raccuja, da cui dista 4 m., e 120 da Palermo. Un monte agrario per frumento, costituito nel 1839, dipende dall’intendente ed è amministrato dal sindaco e da due deputati eletti biennalmente dal decurionato coll’approvazione dell’intendente; il capitale dello stabilimento, cioè l’intera quantità di derrate destinata al prestito, è di sal. 263, valutate in danaro al prezzo corrente per duc. 1683,20. Nel 1798 contavasi nel paese 1800 abitatori, indi 2293 nel 1831, e 3011 dall’ultimo censimento nella fine del 1852. il territorio è di sal.852,495, delle quali compartite per coltivazioni, 7,677 in giardini, 0,722 in canneti, 2,642 in gelseti, 5,713 in seminatorii irrigui, 220,393 in seminatorii semplici, 474,352 in pascoli, 1,215 in ficheti d’india, 42, 548 in alberi misti, 8,816 in castagneti, 70,261 in noccioleti, 18,028 in boscate, 0,128 in suoli di case campestri. Esporta principalmente olio e seta. L’aria vi è salubre. Sorse da questo piccolo paese nel 1739 il rinomatissimo P. Bernardino di Ucria dei minori riformati, che appella vasi nel secolo Michelangelo Aurifici. La botanica acquistò da lui nella Sicilia un grande progresso, dallo stato in cui l’avevano introdotto il Boccone, il Cupani, ed il Bonanno. Promosso nel 1786 a pubblico dimostratore nella scuola di botanica in Palermo, vennegli in animo di descrivere le piante, di che si era fornito il nostro orto dalla sua recente fondazione, e dare a conoscere sopra ogni altro con siffatta congiuntura quelle di Sicilia, sulle quali aveva applicato indefessamente i suoi studii. A ral uopo volle prima imprendere due viaggi all’Etna ed altrettanti alle Madonie, e percorse la Sicilia, viaggiando in varii luoghi, frugando con stancabile pazienza pei dirupi e per le vallèe. Fatto tesoro di grandi osservazioni con somma esattezza raccolte, pubblicò in Palermo nel 1789 l’Hortus Regius Panormitanus, che ordinato secondo il sistema linneano, se non è quel lavoro che oggimai si vorrebbe dopo un gran progresso della scienza, eccitato da alacre studio di tutte quasi le nazioni, è sempre degno di una grande ammirazione, come insigne tentativo di un’opera novella. Raccolti universali applausi dai più grandi scienziati e tenuto frai primi botanici del suo tempo, stampò il P. Bernardino nel 1793 un supplemento di 32 piante alle già pubblicate da Linneo, con cui vie maggiormente suonò la sua fama per tutta Europa. Il famoso Willdenow in memoria del gran merito di lui diede ad un genere di piante il cognome di Ucriane dalla patria di quel valentuomo. Morì in Palermo di anni 57 nel 29 gennaio 1796, e la Sicilia restògli debitrice del progresso della botanica nel secolo XVIII, per sola opera di lui sviluppato. Nel convento di S. Antonio di Padova dei minori riformati in Palermo si conserva una grande opera inedita del sommo botanico di Ucrìa, dettata in latino e tutta compita per pubblicarsi; tratta estesamente dei tre regni della natura, e mostra una portentosa erudizione sui prodotti naturali di ogni genere e specie, principalmente della Sicilia, che non può acquistarsi, se non con profonde indagini e vastissimo intendimento. Questo preziosissimo ms., che gittato alla rinfusa tra un caosse di carte inservibili nell’archivio del convento, era in preda della polvere e della tignuola, a tutti ben luogo tempo ignoto, venne scoperto or sono parecchi anni dal benemerito delle lettere e delle scienze P. Carlo da S. Biagio minore riformato, che prestantissimo nella sacra eloquenza per le precipue chiese della Sicilia, fu ben due volte ministro provinciale, definitore generale dell’intero ordine dei minori francescani per pontificio decreto, visitatore dei conventi della sua provincia, per lungo tempo consultatore teologo della curia arcivescovile di Palermo, e della regia Monarchia ed apostolica Legazia in Sicilia; oggi vivente frai più illustri nelle chiesastiche discipline.] (DIZIONARIO TOPOGRAFICO DELLA SICILIA DI VITO AMICO TRADOTTO DAL LATINO ED ANNOTATO DA GIOACCHINO DIMARZO CHIERICO DISTINTO DELLA REAL CAPPELLA PALATINA – VOLUME SECONDO – PALERMO – TIPOGRAFIA DI PIETRO MORVILLO – 1856 )
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- 339. UCRìA (Sic. E Lat. Ucria), comune di 4056 abitanti, compresa la frazione San Michele. Provincia di Messina, circondario di Patti, mandamento amministrativo e mandamento giudiziario di Raccuja, collegio elettorale di Patti, distretto militare di Messina, diocesi di Patti. Territorio: superficie ettare 2714 (superficie indicata da Castiglioni Pietro), 1487 (superficie risultante dalla Inchiesta Agraria), 1397 (superficie indicata dal geografo Amato Amati). Aria sana. Pascoli naturali ett. 828. Colture principali: cereali ett. 395, nocciuoli ett. 15, alberi da frutta ett. 13, gelsi ett. 5. Grande esportazione di nocciuole fuori dell’isola. Bachicoltura. Centro  del comune detto l’Annunziata: abitanti 1727 dei quali 130 dimorano in case sparse. È situato sul declivio di un colle alla distanza di circa 15 Km. dal Mar Tirreno e dalla stazione ferroviaria di Brolo, di 2 Km. da Raccuja, di circa 18 dalla stazione ferroviaria di Patti. In Ucria s’incontrano due strade rotabili: l’una che da Capo d’Orlando va in Randazzo e l’altra che da Ucria per Raccuja scende sino a Patti ed allo scalo marittimo di Patti. Altitudine m. 861. Ufficio postale e telegrafo di seconda classe: servizio telegrafo con orario limitato. (DIZIONARIO GEOGRAFICO DEI COMUNI DELLA SICILIA E DELLE FRAZIONI COMUNALI CON BREVI NOTIZIE STORICHE ARRICCHITO DI NOTIZIE RISULTANTI DALL’ULTIMA INCHIESTA AGRARIA MINISTERIALE CIRCA LA SUPERFICIE DEI SINGOLI COMUNI E LE ESTENSIONI DELLE DIVERSE COLTURE E AUMENTATO DI ALTRE RECENTI NOTIZIE GIÀ PUBBLICATE NELLA GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO E NEI BOLLETTINI ED ANNUARI DEI MINISTERI DELL’INTERNO, DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO, DELLE FINANZE, DELLA MARINA, DELLE POSTE E DEI TELEGRAFI,  DELLA PUBBL. ISTRUZ., ECC. – GIUSEPPE DI VITA – PALERMO – F. PRAVATÀ – EDITORE PIAZZA BOLOGNI, 16 – 1906 )






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