Non è mai un semplice saluto il nostro.
E’ un vero e proprio rito, eseguito da
grandi e piccini, con persone conosciute o con persone incontrate per la prima
volta.
La prima cosa che fai, avvicinandoti ad
esse, è dilatare gli occhi e il volto in un grande sorriso, affrettare il passo
e preparare la mano.
“Ciao…buon giorno…buona sera…chi
si rivede” e via tuffare la bocca sulla faccia.
“E che si dice?”
Non si aspetta la risposta perché
già si parla di sé.
Quattro frasi, sempre le stesse, la
salute, i tuoi …benedica ti trovo bene… se sei arrivato da fuori “Quando
arrivasti? E quando te ne vai?”
Nuovo bacio, doppio.
Ma non finisce qui.
Perché, inevitabilmente, in un piccolo
paese ci si incontra spesso, così tutte le volte nuovo saluto, nuovi baci ”ci vediamo
ancora eh?”
A volte, non incontri una sola persona
ma un esercito, immagina baciare due volte moltiplicato per… e l’imbarazzo di
dimenticare qualcuno, così per sicurezza ribaciare chi magari avevi già
baciato.
E poi, ci sono loro, le mani, protagoniste
indiscusse.
Mani che stringono forte e in modo
prolungato, che ti scuotono il braccio in una vibrazione inattesa, mani che
imprigionano la tua come in un sandwich, mano appena accennata che ci
rimani male, mano sudata, mano ossuta, mano soffice, mano che non combacia.
Poi, una breve pausa, solo sguardi, e
ognuno per la sua strada.
Nessun commento:
Posta un commento