“…IL
MIGLIOR LAVORO PAGATO È QUELLO CHE NON SI FA!”
Salvatore Lo Presti
Cari lettori, dire in Sicilia, da
siciliano, che il mese di Maggio è uno dei più terribili quando si parla di
mafia o di fenomeno mafioso, è una cosa molto difficile, poiché quando si parla
di mafia, e/o di atteggiamenti mafiosi, in Sicilia, sono così tanti i morti, e
così tanti gli esempi, che è difficile scegliere un periodo dell’anno che valga
da questo punto di vista più dell’altro e dove quindi poter dare maggiore
attenzione e risalto a questo argomento, ma, essendo io da anni uno studente
universitario a Palermo, scelto di farlo in questo periodo, poiché, ogni anno,
in occasione del 23 Maggio, giornata in ricordo della Strage di Capaci, sono
veramente moltissime le persone che a Palermo scendono in strada e manifestano
il loro dissenso nei confronti della mafia e del fenomeno mafioso.
In questo breve articolo voglio porre un
quesito. E’ risaputo che, la mafia, a Palermo (e non solo), nel secondo
dopoguerra ha fatto i propri affari soprattutto grazie al settore edile, ma, se
è riuscita in ciò, lo deve anche, e soprattutto a molti professionisti del
settore edile - sia nel pubblico che nel privato - che, accettando di progettare,
e dirigere determinati lavori, hanno contribuito a far diventare la mafia e il
fenomeno mafioso un fatto sempre più grande.
“Architetto (o ingegnere o geometra, se
preferite), il miglior lavoro pagato è quello che non si fa!”, o, più
esattamente “Architè, u mugghi survizzu
è chiddu non fattu e pagatu”. Chissà quanti professionisti del settore, nella
loro carriera, si sono sentiti dire questa frase, durante un appalto pubblico
vinto, mentre, magari, tutti i lavori stanno avanzando in maniera perfetta, e
dove quindi non ci sarebbe stato nessun motivo per richiedere una perizia di variante,
e far lievitare i costi finali dell’opera.
Delle domande mi sorgono spontanee amici,
e le voglio fare a voi:
è più mafioso colui che pronuncia questa
frase o comunque qualcosa di simile, o colui che udendola si genuflette al suo
volere? Sono più mafiosi coloro che facevano saltare le autostrade, o gli
amministratori/appaltatori che, per intascarsi soldi che non gli spetterebbero,
utilizzavano/utilizzano questi mezzi? Sono più mafiosi coloro che ti
commissionano un lavoro infattibile, o tu professionista che, seppure sai che
ci sono leggi che te lo vietano, realizzi ugualmente il progetto?
Oggi, noi abbiamo la grande
responsabilità di non commettere gli stessi errori che coloro che sono più
grandi ed esperti di noi (non tutti fortunatamente si sono genuflessi) hanno
commesso, perché come possiamo benissimo vedere, fare le scelte sbagliate,
magari non avrà condizionato il presente di coloro che le hanno commesse, ma
sicuramente sta condizionando il nostro presente.
Come diceva Giovanni Falcone, “la mafia è
un fatto umano, e come tutti i fatti umani, ha avuto un inizio e avrà anche una
fine”, ma se vogliamo velocizzare questo processo l’unica strada
percorribile, è quella di fare la scelta giusta, ognuno, nella propria vita, e
nella propria professione deve fare la scelta giusta.
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