LA PREGHIERA
DI PAPA FRANCESCO ALL’EUROPA. UN MONITODALL’ISOLA GRECA DI LESBO GIUNGE POTENTE
FINO ALLE NOSTRE PICCOLE COMUNITÀ
Francesca Murabito
Sentire papa Francesco, in visitaal
centro di accoglienza profughi dell’isola di Lesbo, levare la sua autorevole
voce accorata e piena di amarezza per la tragedia a cui l’Europa - il mondo
intero - sta assistendo inerme, mi ha provocato un profondo senso di impotenza.
Di fronte all’immane tragedia di
tanti nostri fratelli che hanno avuto la ventura di nascere in paesi tormentati
dalla fame e dalle guerre, da cui scappare in cerca di una vita migliore; di
fronte alla insensibilità di tanti governi che preferiscono erigere muri
piuttosto che tendere una mano; di fronte ad una Europa che si sfalda piuttosto
che compattarsi per far fronte ad una emergenza umanitaria; un grande uomo di
nome Francesco scuote l’Europa e le nostre coscienze.
Il papa ha proferito parole che
hanno avuto la forza della consolazione per i profughi e quella del monito per
il resto del mondo con l’obiettivo di richiamare l’attenzione del mondo per le
sofferenze e le speranze per il futuro.
Apriamo la porta della speranza, della
pace e della solidarietà - ci ha detto il papa - e trasformiamo la morte in
speranza. Queste parole, questa preghiera, giungono prepotentemente in ogni
luogo…fino alle nostre piccole comunità.
Possano tutti i popoli del pianeta accogliere
questa supplica del Papa perché, nel principio dell’aiuto reciproco e della
solidarietà, possiamo essere tutti consapevoli che i fratelli che scappano
dalla miseria e dalla morte sono persone come noi e non statistiche.
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