…NOI ALLE TRADIZIONI CI TENIAMO: “GLI ULTIMI
CANTASTORIE”
La Redazione
Un pomeriggio
natalizio, un Santo Stefano in compagnia
dei ciaramiddari (Zampognari), che, girando per il paese, ci hanno
allietato portando melodie e nenie
natalizie, suono delle nostre tradizioni più pure e genuine, ad un
trascorso non troppo recente, ma, nemmeno troppo distante, che si lega ai
nostri usi e costumi, ad un folklore popolare mai completamente dimenticato.
L’Associazione Culturale “Gli Ultimi
Cantastorie” di Ragusa, è venuta ad Ucria, in occasione delle festività del
Santo Natale, inserita nel cartello delle attività organizzate dal Comune e
dall’Assessorato allo Spettacolo, nella qualità di Rosario Scalisi, e
dall’associazione Gruppo Culturale Ucriese, rivelatasi molto sensibile alla
riscoperta delle nostre tradizioni. Il
gruppo di cantori è costituito da individui spinti dalla passione per il
folklore e dei suoi valori; si prefigge la ricerca, lo studio, la conoscenza,
la conservazione e la perpetuazione delle tradizioni locali, della cultura
popolare e dei personaggi siciliani, talora dimenticati o sconosciuti alle
masse, per ricostruire la storia e le nostre radici. La diffusione e la conoscenza del folklore contribuiscono alla
diffusione ed alla conservazione del bagaglio culturale della nostra terra che,
tramandato oralmente per generazioni, di padre in figlio, ha solo
sporadicamente trovato la trascrizione in testi scritti della letteratura
siciliana e nazionale, rischiando di perdersi per sempre nell’oblio della
dimenticanza.
Lo spettacolo consisteva
nell’esecuzione di una raccolta di canti natalizi del folklore di Sicilia, dei
quali molti dei presenti erano a conoscenza.
La giornata si è conclusa in piazza
Padre Bernardino e si sono esibiti, in qualità di presentatore, Francesco
Occhipinti, poi un “Cantastorie” o “cuntastorie”, uno “Strumentista”
(tamburello, chitarra, fisarmonica) e uno zampognaro.
Nella piazza tutti hanno ricordi dei
ciaramiddari che nel periodo natalizio, negli anni passati, allietavano le vie
ucriesi ed anche vivo il ricordo dei cantastorie.
Quello dei cantastorie è certamente
un tesoro tutto da riscoprire e da far conoscere ai nostri giovani come memoria
del passato, che aiuta a vivere, in modo consapevole, il presente e dà uno
stimolo giusto per proiettarsi verso un sereno e fattivo futuro. La
rivalutazione del patrimonio folkloristico locale dovrebbe essere un tema
attenzionato nelle scuole perché non si può pensare di studiare la storia e le
tradizioni di altri paesi e di culture straniere se sconosciamo le nostre.
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