domenica 15 gennaio 2017

…NOI ALLE TRADIZIONI CI TENIAMO: “GLI ULTIMI CANTASTORIE” - La Redazione

…NOI ALLE TRADIZIONI CI TENIAMO: “GLI ULTIMI CANTASTORIE”        
La Redazione
Un pomeriggio natalizio, un Santo Stefano in compagnia dei ciaramiddari (Zampognari), che, girando per il paese, ci hanno allietato portando melodie e nenie natalizie, suono delle nostre tradizioni più pure e genuine, ad un trascorso non troppo recente, ma, nemmeno troppo distante, che si lega ai nostri usi e costumi, ad un folklore popolare mai completamente dimenticato.
            L’Associazione Culturale “Gli Ultimi Cantastorie” di Ragusa, è venuta ad Ucria, in occasione delle festività del Santo Natale, inserita nel cartello delle attività organizzate dal Comune e dall’Assessorato allo Spettacolo, nella qualità di Rosario Scalisi, e dall’associazione Gruppo Culturale Ucriese, rivelatasi molto sensibile alla riscoperta delle nostre tradizioni.   Il gruppo di cantori è costituito da individui spinti dalla passione per il folklore e dei suoi valori; si prefigge la ricerca, lo studio, la conoscenza, la conservazione e la perpetuazione delle tradizioni locali, della cultura popolare e dei personaggi siciliani, talora dimenticati o sconosciuti alle masse, per ricostruire la storia e le nostre radici. La diffusione e la conoscenza del folklore contribuiscono alla diffusione ed alla conservazione del bagaglio culturale della nostra terra che, tramandato oralmente per generazioni, di padre in figlio, ha solo sporadicamente trovato la trascrizione in testi scritti della letteratura siciliana e nazionale, rischiando di perdersi per sempre nell’oblio della dimenticanza.
            Lo spettacolo consisteva nell’esecuzione di una raccolta di canti natalizi del folklore di Sicilia, dei quali molti dei presenti erano a conoscenza.
            La giornata si è conclusa in piazza Padre Bernardino e si sono esibiti, in qualità di presentatore, Francesco Occhipinti, poi un “Cantastorie” o “cuntastorie”, uno “Strumentista” (tamburello, chitarra, fisarmonica) e uno zampognaro.
            Nella piazza tutti hanno ricordi dei ciaramiddari che nel periodo natalizio, negli anni passati, allietavano le vie ucriesi ed anche vivo il ricordo dei cantastorie.
            Quello dei cantastorie è certamente un tesoro tutto da riscoprire e da far conoscere ai nostri giovani come memoria del passato, che aiuta a vivere, in modo consapevole, il presente e dà uno stimolo giusto per proiettarsi verso un sereno e fattivo futuro. La rivalutazione del patrimonio folkloristico locale dovrebbe essere un tema attenzionato nelle scuole perché non si può pensare di studiare la storia e le tradizioni di altri paesi e di culture straniere se sconosciamo le nostre.






Nessun commento:

Posta un commento