UCRIA,
CON GLI OCCHI DI RANIERI DA BAMBINO.
IERI,
OGGI…E DOMANI?
Iole Nicolai
Capita spesso di imbattermi in un
ricordo, una foto, un aneddoto dell’infanzia che io e Ranieri abbiamo trascorso
spensierati e felici, tra le “vanedde” e la Pineta di Ucria, i sapori e gli
odori nebroidei, i volti familiari di una comunità piccola che ti proteggeva e
ti rassicurava.
E’ di qualche tempo fa la scoperta
di una “santa barbara” dei ricordi!
Circa un anno fa, ho scoperto che I miei
genitori, avevano conservato gelosamente, catalogandoli per anno, i materiali e
documenti dei nostri anni più lontani, degli anni dell’incanto dell’infanzia e
dei primi passi da studenti delle elementari e medie, salvandoli dall’oblio a
cui sarebbero stati condannati per l’inesorabile trascorrere del tempo.
Ho avuto così la ventura di
imbattermi nei quaderni delle elementari di Ranieri e di vivere l’emozionante
privilegio di sfogliarne le pagine manoscritte. Un vero tonfo al cuore, per me!
Da questo piccolo tesoro della
memoria abbiamo tratto lo straordinario documento che abbiamo voluto condividere
con gli amici della Cruna dell’Ago!
A dire il vero…inizialmente, mi sono
chiesta se volessi condividere e soprattutto commentare un ricordo così
emozionante e personale finché non mi sono confrontata, prima con i miei
genitori e poi con Maria e Serena (splendide amiche e fondamentali animatrici
della redazione).
Con loro abbiamo deciso di pubblicarlo,
perché colpiti dalla semplicità e dal candore con cui, un Ranieri ancora bambino,
descriveva il proprio Paese, raccontandone la vita e addirittura la struttura
socio-economica su cui si fondava; quello stesso bambino che 17 anni più tardi,
spinto dall’amore per il suo paese, avrebbe fondato, insieme a molti di noi,
questo giornalino per provare a raccontarne la storia, scommettendo su un
futuro migliore.
Un momento emozionante, dicevo.
Dapprima sono emersi gli odori, i colori…
poi le voci, i volti, le sensazioni dei luoghi e delle persone della mia
infanzia…ed ecco, a seguire, riaffiorare dal fondo della memoria le energie che
quella Ucria sprigionava, ignara - e forse anche disinteressata - di ciò che le
avrebbe riservato il futuro.
Il documento mi ha impressionato,
inoltre, per l’innocente lucidità con cui viene percepita l’importanza del lavoro
da parte di un bambino, secondo cui “quello che è più importante che ci sono 4
fabbriche, così ci sono poche persone senza lavoro”.
Accade così che, oggi, attraverso
gli occhi e i pensieri di un bimbo di 7 anni, racchiuse tra le parole custodite
dentro un quaderno delle elementari, possiamo riportare alla mente una Ucria
che non c’è più, un centro di 1800 abitanti, economicamente attivo ed
effervescente, un centro imprenditoriale significativo (Non è questo il momento
per ricordare la storia della maglieria nebroidea e siciliana, sulla quale pure
potrei dire la mia, se non altro per la storia familiare). Come in una sorta di
flash back collettivo che ci fa ritrovare il racconto di una realtà affidata
ormai alla storia; una storia forse troppo poco raccontata e forse anche poco
valorizzata.
E’ così che le semplici parole di un
bambino ci offrono la possibilità di rievocare anni lontani, gli anni di una
Ucria diversa che, addirittura, aveva “8
negozi di generi alimentari (…)” (circostanza che, a confrontarla con la
realtà di oggi, potrebbe sembrare frutto della sua fantasia) ed hanno la
capacità disarmante di indurre un necessaria riflessione su come è Ucria oggi
ma soprattutto come vogliamo che sia!
Ed oggi che tutto è cambiato… cosa
resta di quella energia e vitalità?
Io credo si debba stabilire se si
tratti di un lento spegnersi oppure di una trasformazione che va governata e
orientata! spetta a noi tutti stabilirlo…
Lo abbiamo detto molte volte. Lo
abbiamo scritto anche su queste pagine…
Siamo convinti che il nostro Paese
abbia una rinnovata opportunità di vivere una nuova e forse più sostenibile “vitalità
economica” ma è necessario crederci e soprattutto recuperare e dare fondo a
tutto l’amore e la passione per i nostri luoghi e avere a cuore la loro sorte.
Noi ci stiamo provando e
continueremo a provarci, convinti che Ucria - e con essa tutto il territorio
nebroideo - possano (anzi, debbano) vivere trovando la forza e le energie nei
doni e opportunità di cui è ricco il territorio.
A volte è necessario vedere le cose
con gli occhi di un bambino per capirlo!
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