QUANDO I TESORI HANNO
UNA VOCE.
L’ORGANO DELLA CHIESA
MATRICE DI SAN PIETRO, UCRIA.
Eliade Maria Grasso
Tra i
tanti tesori culturali e ambientali che si possono ammirare nei comuni del
comprensorio dei Nebrodi, ve ne sono alcuni che hanno un valore aggiunto, hanno
una voce. Mi riferisco ai tesori d’arte organaria che si trovano principalmente
nelle chiese matrici di molti dei paesi nebroidei. Uno dei più recenti come
data di costruzione (1912) e restaurato a cura della Sovrintendenza per i Beni
Culturali e Ambientali di Messina nel 2010 si trova nella chiesa Matrice di San
Pietro, ad Ucria.
Si tratta di un organo a canne
realizzato dai maestri organari Michele e Agostino Polizzi di Modica Alta, come
attesta la targhetta in porcellana posta sopra la tastiera.
I tasti sono 56, i diatonici in osso
e in ebano i cromatici; 27 pedali; 9 registri; un mantice a lanterna. I fratelli
Michele e Agostino Polizzi, appresero l’arte organaria a Caltanissetta nella
bottega del padre Damiano Polizzi costruttore di comprovata fama e di grande
ingegno, quando nel 1900, i due fratelli si trasferirono a Modica e
proseguirono in proprio la tradizione organaria di cui erano i depositari.
Proseguirò nei successivi numeri de
“La Cruna” ad illustrarvi brevemente altri di questi meravigliosi strumenti che
contribuiscono a rendere preziose e suggestive le chiese del nostro territorio.
Nessun commento:
Posta un commento