domenica 15 gennaio 2017

QUANDO I TESORI HANNO UNA VOCE. L’ORGANO DELLA CHIESA MATRICE DI SAN PIETRO, UCRIA. - Eliade Maria Grasso

QUANDO I TESORI HANNO UNA VOCE.
L’ORGANO DELLA CHIESA MATRICE DI SAN PIETRO, UCRIA.
Eliade Maria Grasso
            Tra i tanti tesori culturali e ambientali che si possono ammirare nei comuni del comprensorio dei Nebrodi, ve ne sono alcuni che hanno un valore aggiunto, hanno una voce. Mi riferisco ai tesori d’arte organaria che si trovano principalmente nelle chiese matrici di molti dei paesi nebroidei. Uno dei più recenti come data di costruzione (1912) e restaurato a cura della Sovrintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina nel 2010 si trova nella chiesa Matrice di San Pietro, ad Ucria.
            Si tratta di un organo a canne realizzato dai maestri organari Michele e Agostino Polizzi di Modica Alta, come attesta la targhetta in porcellana posta sopra la tastiera.
            I tasti sono 56, i diatonici in osso e in ebano i cromatici; 27 pedali; 9 registri; un mantice a lanterna. I fratelli Michele e Agostino Polizzi, appresero l’arte organaria a Caltanissetta nella bottega del padre Damiano Polizzi costruttore di comprovata fama e di grande ingegno, quando nel 1900, i due fratelli si trasferirono a Modica e proseguirono in proprio la tradizione organaria di cui erano i depositari.

            Proseguirò nei successivi numeri de “La Cruna” ad illustrarvi brevemente altri di questi meravigliosi strumenti che contribuiscono a rendere preziose e suggestive le chiese del nostro territorio. 


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