mercoledì 14 dicembre 2016

ERA MIA MADRE! - Francesca Murabito

ERA MIA MADRE!
Francesca Murabito
Dove eravamo rimasti?
Ricordate la lettera pubblicata nel numero di settembre della Cruna dell’Ago? Quella lettera manoscritta da Genoveffa, una moglie e madre di famiglia emigrata da Ucria in Germania? Quella lettera in cui, rivolgendosi al proprio padre, si concludeva con un tenerissimo e rispettoso “vi chiedo la vostra santa benedizione”?
Ecco, Genoveffa era mia madre.
Abbiamo deciso di pubblicare quella lettera proprio nei giorni in cui le sue condizioni di salute si aggravavano al punto che giorno 19 ottobre, assistita e avvolta dall’affetto di tutta la famiglia, ha definitivamente lasciato questo mondo.
Dopo avere pubblicato quella lettera, abbiamo ricevuto tante attestazioni di interesse e apprezzamento per quella Ucriese così umile e dignitosa. Molti commenti di chi la ricordava e le voleva bene, molti ricordi di chi, dietro quelle scrittura, riconosceva la sua storia ed i suoi valori. Ma anche qualcuno che non ha collegato subito e si è chiesto chi fosse quella Genoveffa che, con quella lettera, raccontava la storia di tante donne che, come lei, si trovavano a vivere lontano dal proprio paese perché emigrate per lavoro.
Come è risultato evidente a tutti leggendo quella lettera, Genoveffa era una donna molto legata e rispettosa dei valori della famiglia che amava sopra ogni cosa e delle proprie origini. Correva l’anno 1972 e Genoveffa con marito e figli fanno finalmente rientro nel paese natio tanto amato, lasciandosi dietro il freddo glaciale di quella terra lontana, la Germania.
Durante gli anni della Germania, scriveva continuamente alla famiglia rimasta in Sicilia per raccontargli la quotidianità e rimanere legata alla propria terra: scriveva al padre e gli comunicava tutto l’amore e la profonda nostalgia. A proposito del padre, ve ne ho già parlato in qualche numero fa. Ricordate? Il nonno Rosario, quello della storia dell’America e di Ciccia che aveva lasciato ad Ucria e che ha sposato una volta fatto rientro al paese? Ecco, Genoveffa era sua figlia…in tutto e per tutto! Era figlia di Rosario, detto “Curatu”, perché aveva un grosso gregge di pecore. Un’attività che impegnava molti giovani del paese oltre, naturalmente, a tutta la famiglia. Da lui mia madre aveva ereditato spirito di abnegazione, grande capacità di impegno e profondo altruismo.
Mia madre era così. Come viene fuori da quella lettera. Innamorata della famiglia, della vita e del suo paese. Sempre attenta alle esigenze e difficoltà degli altri, nonostante abbia avuto una vita travagliata e difficile. Ed anche nei momenti peggiori non perdeva la fiducia e la forza di occuparsi di tutte le responsabilità che ha avuto e di crescere i suoi nipoti, cercando sempre di trasmettere valori veri.
Insomma era una “leonessa” come mi è capitato di sentirmi dire ultimamente, da un caro amico!
Neppure la malattia l’ha piegata. I lunghi 15 anni di malattia sono stati vissuti con grande dignità e solarità. E’ stata una donna stimata ed amata, anche e soprattutto durante questo lungo periodo. Nelle sue preghiere giornaliere non dimenticava mai di chiedere la pace per noi e per il mondo intero. Lo ricorderà bene, il nostro parroco, padre Carmelo!
Durante l’ultimo mese di vita, poi, forse perché sentiva avvicinarsi la fine della sua vita terrena, ci ha lasciato il suo “testamento morale” chiedendoci di essere sempre in pace e di sapere coltivare la pazienza ed il perdono…e di non dimenticarci mai di affidarci al buon Dio!
Anche negli ultimi giorni, quelli della grande sofferenza, di fronte alle nostre lacrime e preoccupazione, rispondeva con sorriso sereno e di protezione.
Oggi che non c’è più…a neppure due mesi da quando è ritornata alla casa del padre, ci sentiamo tutti più ricchi per avere avuto, come madre e nonna, una donna speciale che tanto amore ha dato e tanto ne ha ricevuto da tutti noi…ma soprattutto soprattutto dai nipoti che l’hanno amata e accompagnata fino alla fine!
Questo era Genoveffa…era mia madre!


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