UN ANGELO AD UCRIA
(a Ranieri Nicolai)
Sebastiano
Plutino
Sui monti che dai cerbiatti prendon nome,
incastonata tra noccioli, pini e lecci,
si adagia dolcemente Ucria, piccola ma bella.
Ai suoi abitanti, che alla Pietà del Figlio suo
la Chiesa Madre eressero,
Iddio mandò in dono un tenero angioletto.
Crebbe quell’angelo amando genti e luoghi
e in lui cresceva Amore,
senza perché, né remore, né ansie.
Era l’Amor che Dio in lui aveva immesso
a muovere il suo cuore verso gli altri,
donandosi fratello a suo fratello.
Quell’angelo, però, un dì sparì
e lo sconforto nacque in chi non l’ebbe più.
Ma Dio gli angeli più belli li vuole accanto a sé.
Fu un dono avuto e perso? No, no, non fu così!
Un dono resta sempre, cambia solo l’essenza.
L’angelo col suo Amore
è ancora lì, tra vicoli e viuzze.
Fratello tra i fratelli, che stimola e rincuora.
Si fa sentire forte, con vento, sole o pioggia.
Donando ancora Amore: è l’angelo di Ucria!
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