PER CHI
SUONA LA CAMPANA
*
Luigi Pinzone *
La
festa della Madonna del Rosario, celebrata ogni anno ad Ucria l'ultima domenica
di Ottobre, segna l'inizio del periodo invernale, se è vero come è vero che,
considerando le cose dal punto di vista alimentare, tutti i macellai si
schieravano compatti, lungo la salita che dal quartiere “Famiglia” conduce al
Cimitero, e cucinavano e offrivano ai clienti i ciccioli (in dialetto 'i
frittuli), il che coincideva con l'inizio della stagione fredda. La festa ebbe
un periodo di sospensione di oltre 40 anni a partire dagli anni 50/60. Dopo di
che fu ripristinata, ma completamente cambiata rispetto al passato in quanto
nel frattempo erano stati modificati i luoghi con la costruzione della nuova
circonvallazione urbana ed erano cambiate le abitudini alimentari, insomma gli
ucriesi si erano adeguati in tutto e per tutto alla società consumistica
odierna. Percorriamo virtualmente la vecchia salita per il cimitero, la stessa
usata per tutti i funerali, per andare a trovare un'amica di nome Rosaria. Non
è una donna e neanche un'arancia, e abita all'ultimo piano del campanile della
Chiesa del Rosario. Si tratta di una campana chiamata “Rosaria”. Una campana
media, di 4 cc., con alcune iscrizioni in latino, un medaglione della Madonna
del Rosario e un serpentello, che pare sia stato il marchio di fabbrica dei
fonditori. La prima volta che la vidi, erano gli anni settanta, ed ero in
compagnia di un amico che scattò delle foto in bianco e nero, forse mai
sviluppate, nel tentativo di decifrare le iscrizioni sovra impresse. Mi rimase
la curiosità di saperlo quando, qualche anno fa, mi capitò tra le mani un libro
del valentissimo prof. Sebastiano Franchina (1) sul quale trovai le iscrizioni
che riporto qui di seguito:
*SONET VOX TUA IN AURIBUS MEIS*
VOX ENIM TUA DULCES A.D.. 1703 M.7MBRIS*
*ARCHIPRESB.
ANTONINUS RUFFINO*
*MAGISTER
F.PETRUS LEMBO*
*ET
CETERI FILII CONVENTUS PIETATE HANC
ROSARIAM
FECERUNT*
*OPUS
FILIPPI FERRAU' ET HIERONIMUS MAROTTA*
(Risuoni la tua voce nelle mie orecchie *
dolce (é) infatti la tua voce* Anno del Signore 1703, Mese di Settembre *
Arciprete Antonino Ruffino* Il Rettore Padre Pietro Lembo e gli altri figli del
convento con la loro Pìetas realizzarono questa Rosaria*
opera di Filippo Ferraù e di Geronimo
Marotta ) (2).
Agli
inizi del XXI Secolo feci un safari fotografico sul campanile in questione
accompagnato da mio fratello Marcello e questa volta non mi curai di
fotografare le iscrizioni anche perché quasi illeggibili per il guano che le
colonie di piccioni ivi residenti producono in gran quantità. Fotografai il
medaglione della Madonna del Rosario e il serpentello sovra impressi.
Il
primo pensiero che mi venne in mente è questo. Il Campanile della chiesa del
Rosario non può essere il sito originario tanto è vero che la chiesa e il
campanile furono costruiti tra il 1720 e il 1753. Prima, i frati del convento
domenicano (fondato nel 1501 e ultimato nel 1507) si servivano per le funzioni
della Chiesa della Madonna della Scala (preesistente al convento) e
probabilmente del campanile della stessa, dietro pagamento di un canone
annuale, per evitare il quale costruirono successivamente una chiesa e un
campanile propri. Qualcuno ha voluto vedere in questo evento una lite insorta
tra il Convento e la Chiesa di Santa Maria. (3). A questo punto sorge un dubbio.
Sul campanile della Chiesa di Santa Maria della Scala vi è incisa una data,
1725, ed è ipotizzabile quindi che sia stato costruito l'anno indicato, ma più
verosimilmente il campanile, fu ristrutturato in quell'anno e quindi la campana
poteva essere stata presente sopra il vecchio campanile, come è ipotizzabile
altresì che sia stata issata su una struttura provvisoria. Nessun dubbio sui
nomi impressi sulla campana stantechè il Padre Lettore Pietro Lembo fu
Superiore del Convento dal 1690, mentre il successivo Padre Maestro Ianni
Sortino fu Superiore dal 1703, come risulta dai registri contabili del
Convento. In conclusione si può affermare che, ultimato il Campanile della
Chiesa del Rosario “Rosaria” fu ivi trasferita ed ha accompagnato la vita della
comunità ucriese fino all'unità d'Italia quando furono soppresse le
corporazioni religiose e fu smantellato il convento. Qualcuno dei nostri nonni
ricordava ancora come dei fogli di preziosissimi manoscritti nelle giornate di
vento svolazzassero nelle campagne vicine al convento o fossero usate dai
bambini per i loro giochi.
Il nome
dato alla campana è probabilmente una dedica alla Madonna del Rosario, o è relativo alla funzione principale della
campana di chiamare i fedeli a raccolta per la recita del Santo Rosario.
Così si
conclude la visita virtuale alla Signora Rosaria, una vecchia amica, che ancora
oggi custodisce gelosamente la memoria di tutti i nostri cari che sono sepolti
nel cimitero di Ucria.
Carpi di Modena, lì 04.02.2016
LUIGI
PINZONE
Note:
1)
Sebastiano Franchina, Campane e campanari di Tortorici (dal secolo XIII al XX), Linus
Libri S.r.l. Editore – Patti 1999.
2)
Traduzione a cura del prof. Antonino Pinzone che
si ringrazia per la preziosa collaborazione.
3)
Carmelo Rigoli, Ucria La città di Monte Castello in Valdemone, Seconda Edizione –
1994.
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