“ Tutti
i libri storici
che non contengono menzogne
sono
mortalmente noiosi”.
(Anatole France)
LO
SPEZIALE E LO STUDENTE, OVVERO I FATTI AVVENUTI AD UCRIA IL 13 AGOSTO 1943
*Luigi
Pinzone *
10 Luglio
1943. Alle prime luci
dell'alba gli Alleati, sbarcavano in Sicilia, più precisamente la 8.a Armata
inglese comandata dal generale Sir Bernard L. Montgomery a sud di Siracusa e la
7.a Armata americana comandata dal generale George S. Patton jr. a Gela, Licata
e Scoglitti. Gli americani pare fossero guidati, secondo alcune fonti, da Lucky
Luciano, al secolo Salvatore Lucania, originario di Lercara Friddi, un paesino
in provincia di Palermo, il boss dei boss di Cosa Nostra, che, pare, abbia
fornito un dettagliato apporto logistico con mappe, appoggi locali e quant'altro,
ottenendo in cambio una riduzione di pena e il rimpatrio in Italia. Inglesi ed
americani si divisero e, mentre i primi si dirigevano verso Catania e Messina,
e quindi a Nord, i secondi si dirigevano verso Ovest, ossia Palermo e quindi a
Est verso Messina, nel tentativo di stringere a tenaglia i tedeschi e gli
italiani. Gli accordi prevedevano che a Messina dovesse entrare per primo
Montgomery con i suoi Inglesi, ma Patton non ci stava. Reduce dalla brutta figura
a Kesserine in Tunisia, dove aveva subito notevoli sconfitte dai tedeschi,
Patton, che ambiva al Comando in Europa delle Forze Americane, bruciò le tappe
e a Messina arrivò per primo lui. Affacciatosi sullo stretto, in località
Ganzirri, potè assistere al fenomeno della Fata Morgana per primo. Ma il
fenomeno della Fata Morgana è una illusione ottica, come pia illusione fu il
comando in Europa, conferito, come dice la Storia, al generale Omar N. Bradley.
Non si vuole entrare nel merito, ma le più recenti testimonianze di prigionieri
italiani che si erano arresi descrivono Patton come un uomo dal carattere e
dalla moralità quanto meno discutibili. Pare che ordinò la fucilazione di
soldati che si erano arresi perchè non aveva tempo da dedicare ai prigionieri,
che avrebbero ritardato la sua avanzata.
L'episodio più sconcertante si verificò in un
ospedale da campo dove schiaffeggiò violentemente un soldato americano che
aveva “marcato visita” perchè afflitto da violenti attacchi nervosi causati dai
bombardamenti, dandogli del vigliacco e ordinandogli di tornare immediatamente
al fronte, pena la fucilazione. Questo episodio gli costò, oltre l'immediato
rimbrotto di Eisenower, il posto di Comandante supremo delle Forze Americane in
Europa, affidato al Generale Bradley, ed anche il futuro in politica, dove per
la sua enorme popolarità avrebbe avuto ottime chances di candidarsi ed essere
eletto Presidente degli U.S.A. Dall'altro lato della barricata vi era la XIV
Divisione Corazzata Tedesca comandata del Generale Hans Valentin Huge e i Resti
della Divisione Aosta e della Divisione Assietta Italiane comandate dal
Generale Alfredo Guzzoni. I tedeschi e gli italiani tennero duramente impegnati
gli inglesi a Catania nella “Posizione Etna” e gli Americani a Traina, poi i
tedeschi decisero di abbandonare la Sicilia per rinforzare altri fronti e
cominciarono a ritirarsi. Ad Ucria il giorno 12 Agosto sembrava una festa con
sparo di mortaretti, era invece la dinamite che veniva usata per far saltare i
ponti di Regiricorica, Petra sulla statale 116 e Ragale sulla Strada Provinciale
per Patti. I tedeschi, accampati a “Praculla” lasciavano Ucria in direzione
Patti, facendo dietro di se terra bruciata per impedire agli americani che
venivano dal mare e da Randazzo, di raggiungerli e riuscirono a fuggire in
Calabria, imbarcandosi da Messina un giorno prima che arrivassero gli
inseguitori. In pratica in 38 giorni fu conquistata la Sicilia. La situazione politica dell'isola era
dormiente o clandestina, dato il divieto imposto dal Regime. A Patti, due
avvocati, Lo Monaco e Niosi, ed un Giudice, Furitano si azzardarono a fare
stampare un appello ai cittadini perchè si preparassero ad accogliere
degnamente gli alleati portatori della libertà, ma, scoperti, furono arrestati
e spediti al confino a Mormanno e a Padula.
A Ucria invece, un paesino isolato tra le
montagne, uno Speziale, ex
Podestà, che evidentemente aveva cambiato idea politica sol che si legga il suo
discorso inneggiante al Duce, al momento della costituzione dei Fasci in Ucria
l'11 Novembre 1923, ed un Giovane Studente, avevano fondato il Comitato della
Libertà, di cui lo Speziale era stato nominato Presidente Onorario e tenevano
riunione nel retrobottega della farmacia sita nel punto ove un tempo c'era la
Fontana di Porta Terra. Assiduo frequentatore di dette riunioni era anche
l'Arciprete, che, quando si accorse che dalle parole si stava passando ai
fatti, si dileguò mettendo in guardia i Reali Carabinieri che c'erano delle
beghe private tra lo Speziale e il Podestà, un ricchissimo proprietario
terriero originario di Tortorici ma con moglie di Ucria. La mattina del 13
Agosto, quest'ultimo, per evitare ritorsioni, si rifugiò in un feudo di sua
proprietà e per quindici giorni non si fece vedere. Quella stessa mattina, lo Speziale
si aggirava in Piazza con la coccarda tricolore della Croce Rossa
all'occhiello. La Casa del Fascio era di Fronte alla Farmacia e in mezzo c'era
la strada sterrata con la conseguenza che i braccianti e i pensionati seduti
davanti alla Casa del Fascio sembravano delle mummie, bianchi per la polvere
che il vento di scirocco faceva levare. Sul pulpito di fronte al Casino dei
Nobili (ora dei Civili), sopra la macelleria del Caliaro, il Giovane Studente
con un revolver in mano incitava la folla ad accogliere gli americani,
portatori della libertà, con calore. Si urlava “Abbasso il Podestà”, “Viva la
libertà” “Vogliamo il nuovo Sindaco”. Finita l'arringa del Giovane si vide
Antonio Moratti salire sul terrazzo della Casa del Fascio, con in mano il busto
in vetro del Duce, che gettò nella strada mandandolo in frantumi. Gli animi
erano esacerbati. Alcuni braccianti provenienti dal vicino paese di Floresta
riferivano che era stato bruciato il Municipio. Gli Americani arrivarono il
pomeriggio del 13 Agosto.
Rivolsero dal balcone del Municipio un
discorso alla folla, indi lasciarono Ucria senza mutare alcunchè delle
strutture amministrative. Al che la folla salì per le scale del Municipio
allontanando violentemente i Reali Carabinieri al grido di “Nuovo Re, Nuova
Legge!”, prelevò tutti i Registri Anagrafici e diede fuoco agli stessi. Lo
Speziale e il Giovane Studente si prodigarono a cercare di impedire,
inascoltati, tale scempio, tenendosi a stretto contatto con i Carabinieri a
cercare di spegnere il falò e a portare in salvo qualche Registro nella vicina
bottega di donna Signorina e nella Farmacia. Poi fu la volta del Magazzino dove
l'Ammassatore Comunale custodiva la riserva di grano del paese. Quattordici
quintali di grano vennero distribuiti alla folla tumultuante. Subito dopo venne
assaltata la calzoleria / tabaccheria di certo Calogero Casella al quale
vennero rubate le scarpe proprie e quelle dei clienti, i ferri del mestiere
oltre a tutto il tabacco e le sigarette. Indi fu la volta della casa del Vice Podestà
e del Segretario Comunale, depredate di generi alimentari, ogni ben di Dio,
scarpe, vestiti e gioielli. Si ripeteva quanto era avvenuto nel 1646, la
rivolta contro l'Alcade Spagnolo, e quanto era avvenuto il 31 Marzo 1899, la
C.d. “Sciarra 'i Pasqua” - la lite di Pasqua, confermando l'animosità degli
ucriesi quando venivano oppressi. Da notare come la casa del Podestà venne
risparmiata dalla furia devastante dei rivoltosi.
Passata la
tempesta la notte provvide a calmare gli animi. La
mattina, quasi nulla fosse successo, i braccianti tornarono al lavoro di ronca
dei noccioleti, i pensionati ripresero il loro posto di mummie davanti alla ex
casa del Fascio, i Nobili e i Civili ripresero il loro posto di mummie davanti
al Casino, il Giovane insediato sindaco dal popolo iniziò i suoi lavori
perdurante l'assenza del Podestà, i Reali Carabinieri iniziarono le loro
indagini. La conclusione fu che lo Speziale e il Giovane Studente furono
rinviati a giudizio, come istigatori, e una trentina di persone per devastazione
e saccheggio, ma i reati quando si giunse al dibattimento (nel 1949) erano
prescritti o amnistiati.
Così si
conclude il viaggio nella macchina del tempo
in
una assolata Ucria dell'Agosto 1943, e mi allontano dal mio pc con la
sensazione di essere anch'io bianco di polvere come le mummie nella piazza
Padre Bernardino.
EPILOGO
Mi sembra di poter dire che le
persone che presero parte
alla devastazione e al saccheggio, non rappresentavano assolutamente la
totalità della popolazione di Ucria, ma, si trattava evidentemente di una
frangia di esaltati che erano probabilmente spinti dal loro tornaconto
personale, politico o materiale. E la prova provata di quanto da me ipotizzato sta
nel fatto che al Referendum del 2 Giugno 1946, gli Ucriesi, votando in 1010 per
la Monarchia e 761 per la Repubblica, preferivano tenersi il Vecchio Ordine e
la Vecchia Legge.
POSTFAZIONE
Gran parte di
quanto sopra scritto è riportato da un memoriale che da ragazzino ho ritrovato in una vecchia
casa comperata da mio padre e poi demolita in cui un anonimo cronista del fatti
narrava della rivolta del 13 Agosto 1943, omettendo, purtroppo, di fare i nomi
sia dei fomentatori della rivolta sia della manovalanza che si diede al
saccheggio ed alla devastazione.
Carpi
di Modena, lì 27.02.2016
LUIGI
PINZONE
Bibliografia
Giovanni Sardo Infirri, La guerra dei Nebrodi,
Patti 1998
Giuseppe Alibrandi Lo sbarco degli alleati e la
rivolta popolare del 1943 a Ucria in Atti del Convegno di Studi sulla Storia
dei Nebrodi (Ficarra 16-17 Dicembre 1989) in Storia dei Nebrodi - 2 a cura di
Pasquale Biscuso - Pungitopo Editrice
1991
Carmelo Rigoli Ucria La città di Monte Castello
in Valdemone Seconda Edizione - 1994
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