Salvatore Lo Presti
Cari
lettori e in modo particolare cari ucriesi e amanti delle scritture in versi, colui
che vi andrò qui a presentare è un nostro concittadino veramente straordinario
(ovviamente secondo la mia personalissima opinione). Il suo nome è Paolo Miraglia Gullotti, è spero che la
sua storia vi piaccia e vi appassioni.
Paolo
Miraglia Gullotti, è nato ad Ucria (Sicilia,
allora appartenente al Regno delle Due Sicilie) il 22 Marzo del 1857 da una famiglia di fede cattolico-romana, all’età
di 19 anni svolge il ruolo di insegnante nel Seminario di Patti. Fu ordinato
prete nello stesso all’età di 22 anni. Ha studiato presso l’Università di
Palermo, essendo nella stessa, discepolo di Simone Corleo. Negli anni di studio all’Università di Palermo fu
assunto come segretario da Isidoro
Carini, ma bisognoso di una vita più attiva, si dedicò da subito alla
predicazione, riscuotendo anche molto successo.
Tra
la fine del 1894 e l’inizio del 1895 venne chiamato proprio da I. Carini nella
Biblioteca Vaticana, per aiutarlo con la creazione di un nuovo periodico “La Rivista delle Scienze Ecclesiastiche”.
Nel
1895 fu invitato per tutto il mese Mariano (mese di Maggio), a predicare nella
chiesa di S. Savino a Piacenza. In questa occasione si manifestarono i primi
segnali del suo spirito ribelle, poiché nelle sue prediche dimostro ampia
simpatia per Gerolamo Savonarola da
una parte, dall’altra per la nuova Italia.
Per
queste sue opinioni espresse durante le sue prediche, gli fu impedito, nel mese
di Giugno di passare a predicare nella chiesa di S. Francesco.
Da
ciò, si formarono a Piacenza due partiti: uno che lo sosteneva, l’altro che lo
combatteva, specialmente con articoli scritti sul giornale del luogo “L’Amico del Popolo”. Don Miraglia,
incoraggiato dai suoi sostenitori, sporse denuncia contro gli autori degli articoli
scritti su questo giornale che andavano contro la sua persona; allora il Vescovo
Scalambrini gl’intimò di ritirare la querela e di ricorrere, caso mai, al
tribunale ecclesiastico. Egli si rifiutò.
Il
15 Aprile 1896 fu scomunicato per gli scandali e la sua predicazione audace.
Il
31 Agosto 1897 ha
partecipato al IV Congresso Internazionale dei Vecchi Cattolici
La
sera del 21 Ottobre di quello stesso anno, 753 parrocchiani dell’Oratorio di S.
Paolo, adunati in solenne adunanza, deliberarono la proclamazione del proprio
Oratorio a «Chiesa Autonoma Italo-Internazionale» e l’adesione formale ai
deliberati del Congresso vecchio-cattolico di Vienna; dopo di che elessero in
proprio vescovo don Miraglia. Miraglia Fondò anche un giornale intitolato “Gerolamo Savonarola”, nel quale
sosteneva la santità del frate ferrarese, e che ha usato come sua voce. Lo
scisma era, così, consumato; ed allora il clero piacentino adoperò tutti i mezzi
che aveva a propria disposizione per far chiudere l’Oratorio, e ci riuscì
ottenendo non soltanto la desiderata chiusura dal prefetto Ferrari, ma anche
l’approvazione della chiusura stessa dalla IV sezione del Consiglio di Stato
(20 Novembre 1897), alla quale il Miraglia aveva presentato ricorso contro il
decreto prefettizio. Senonchè – né sappiamo come la consa andasse – l’Oratorio
o non fu chiuso o fu chiuso per assai poco tempo, perché il 25 gennaio
dell’anno seguente, 1898, troviamo il Miraglia che ricelebra – forse a porte
chiuse – un matrimonio; e del resto il 23 febbraio l’Oratorio fu riaperto, anche formalmente, al pubblico.
«Nel dì delle Ceneri – riferiva il battagliero sacerdote nel suo giornale
Gerolamo Savonarola – abbiamo riaperto formalmente al pubblico il nostro tanto
perseguitato Oratorio, il quale ritemprato nelle sostenute lotte, intende
proseguire nella ben cominciata opera di rivendicazione religiosa, secondo la
sua formale adesione al Congresso Internazionale di Vienna, restando imperterrito
a combattere le battaglie del Signore, coll’uso della stessa Liturgia
romana….., non cessando mai di predicare sulle orme di Gerolamo Savonarola il
ritorno della decaduta Chiesa Romana allo spirito evangelico della Chiesa
primitiva.» Non mancava al Miraglia, già vescovo eletto dai suoi parrocchiani,
se non la consacrazione d’un vecchio-cattolico; ma questa per una ragione o per
l’altra fu differita fino al 1900, nel quale anno, il 6 maggio, egli venne
consacrato nell’Oratorio di S. Paolo dal vescovo vecchio cattolico J.R. Villatte,
venuto proprio per quello a Piacenza.
In
tutto questo periodo fu processato per diversi reati, e dopo che la corte di
cassazione lo condannò a 3 anni di carcere, fuggì, prima in Svizzera, poi a
Londra e infine in Francia (Corsica, da lui spesso definita Francia Italiana),
dove fece parte anche li di alcune associazioni religiose,
Viene
espulso anche dalla Francia, anche se non si sa precisamente la data e il
perché, si sa però, che nel mese di Novembre, esso ancora era in Francia
poiché, nel libro “Vera Scienza e vera
religione”, da lui pubblicato a New York nel 2010, lui stesso lo scrive.
Da
questo libro si può anche apprendere la data in cui doveva terminare il suo
esilio forzato (parole ancora una volta da lui stesso utilizzate), ovvero il 18
Giugno 1910.
Non
si sa molto (o non lo so io) dei motivi che lo spinsero a dover lasciare anche la Francia e che gli
impedirono di tornare per quella data in Italia.
In
America terra in cui emigrò con Villatte e Kaminski fu il fondatore della
Chiesa Cattolica Americana.
Nel 1917 ha scritto “Why the
American Catholic Church Cannot Accept Roman Catholic Orders”
Muore a Chicago, all’Oak Forest Hospital
of Cook County il 25 Luglio del 1918 di miocardite.
Si
potrebbe scrivere molto altro su di lui, sulla sua vita e sulla chiesa da lui
fondata, ma molte informazioni sono ricavabili dalle pagine di Wikipedia in
lingua inglese, per questo preferisco non riportarle, riporterò comunque a fine
articolo tutti link, oltre ai riferimenti bibliografici.
Per
concludere questo mio articolo, voglio riportare una parte del libro “Vera
scienza e vera religione”, ovvero l’appendice IV:
All’avv.
Don Giuseppe Calda, spifferantesi Paladino dei processi antimiragliani.
Eccomi a voi, mio caro – e dolce Don Pippino,
Ecco per voi quest’altro – mio breve bigliettino:
E non vi faccia specie – se scritto in poesia:
Lo fo tanto per mettervi – un pò più in allegria.
Voi siete gentilissimo – e a tanta gentilezza
Non mancherete aggiungere – un pò di garbatezza
In dar qualche riscontro – (secondo il galateo,
Comune a prete e a laico – usciere e legulèo)
Alle mie tante lettere – senz’essere ritroso,
Se no, vi tasseranno – di poco coraggioso;
Molto più che oramai – nella pretica Voce
Spifferaste ier l’altro – con calamo veloce,
(Perciò senza riflettere!..) – come qualmente vo.
Cattolico, apostolico – romano, d’ora in poi,
Cuciniere in uno – Il cuore e le cervella,
Polmoni, milza e fegato – Entragnis e budella.
Naso, lingua, ventricolo – ed ambo piedi e mani
Ad uso del processi – detti antimiragliani.
Coraggio, Don Pippino! – coraggio, affè! Siccome
Ormai slanciaste al pubblico – il vostro proprio nome.
Dopo tanto nascondervi – con inqualificabile,
Paura dietro a un “Piccolo” – Gerente irresponsabile.
Cosaggio, si coraggio, - mio caro, e non temete,
Vi corre tutto l’obbligo – coraggio e rispondete.
Intanto Iddio vi scansi – dall’ultima caduta
Perché a nessun perdona – la MIRAGLITE ACUTA !
Addio, mio bello, addio
Ognor io penso a te,
Rispondimi…. rispondimi…..,
Non ti scordar di me!
PAOLO.
NB.
V. Gerolamo Savonarola, N. 25, 30 Luglio 1899. Anche questa poesia fu querelata dal Calda insieme alla
precedente (Riportata all’Appendice III dello stesso libro, più lunga per
questo non riportata da me, e molto più bella a mio parere). Appena
allontanatomi dall’Italia, il Vescovo e il pretume piacentino conferirono,
clandestinamente in Episcopio, al Calda una medaglia d’oro. Di tal medaglia
mento clandestino ne parlò solo la defunta Voce Cattolica, i giornali laici,
anche quelli favorevoli al medagliato, si vergognarono di parlarne, e, tacendo
profondamente, ne confermarono la clandestinità. – Mà!.... a che la medaglia,
quando la vittoria non è ancora ottenuta? La prova di fuoco dei miei dieci anni
di durissimo esilio, nei quali tuttavia ho continuato assiduo, anzi con più
coscienza e più energia, la mia propaganda in mezzo agli emigrati Italiani (e
quindi sempre in Italia!), - il mio prossimo ritorno alla niente ancora
distrutta Opera di Piacenza, - e il mio
successivo crescit, eundo, sino alla
morte, ecc. ecc., - tutto ciò farà riconoscere al medagliato immaturo che la
toga è sempre rispettabile in qualunque causa, anche a difesa dei più grandi
delinquenti, senza però eccedere ciecamente e partigianamente a quell’ultra
citrraque, dove equità consistee virtus.
A
rivederci! L’Etna fumiga…. segno che non è spenta ancora!....
Bibliografia:
“DAI FILOSOFISTI AI MODERNISTI, REMO
SANDRON EDITORE – LIBRAIO
DELLA REAL CASA – MILANO-PALERMO-NAPOLI, MARZO 1913”
“ANACLETA GREGORIANA, VESCOVI, CLERO E
CURA PASTORALE, STUDI SULLA DIOCESI DI PARMA ALLA FINE DELL’OTTOCENTO, ANGELO
MANFREDI, PREMIO BELLARMINO 1999, EDITRICE PONTIFICIA UNIVERSITà GREGORIANA
ROMA 1999”
“VERA SCIENZA E VERA RELIGIONE, POEMA
DIDASCALICO DI TEOLOGIA POPOLARE PER PAOLO VESCOVO MIRAGLIA-GULLOTTI, FONDATORE
DELLA CHIESA CATTOLICO-INDIPENDENTE D’ITALIA E FRA GLI ITALIANI ALL’ESTERO,
NICOLETTI BROS., PRESS, 242 LA FAYETTE
STREET , NEW YORK CITY, 1910”
Sitografia:
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