U SCIECCU E U CARRETTU
* Achille Baratta *
Nella nostra Ucria avere un carretto
significava essere ricchi, ma anche i ricchi quel simbolo di antiquariato che
ora viene onorato dai nostri compaesani Dolce e Gabbana non lo usano, perché a
loro bastava acavarcatura.
Le strade di campagna erano
semplicemente dei viottoli che spesso avevano u malupassu.
È morto recentemente a 102 anni il
Massimo dei massimi: Micio di Mauro, maestro pittore di sponde, chiavi,
casciafusi e laterali dei carretti che dipinti da lui fanno da ornamento e onore alla nostra Sicilia.
Per parlarne correttamente ci
vorrebbe un intero libro, ma io voglio ricordare solo l’arte del carretto in un
mini museo insieme alle gesta di compare Turiddu e della bella Angelica dipinte
su legno ed esposte al pubblico, per un’originale iniziativa di riscoperta dei
valori culturali della nostra tradizione.
Sono passati molti anni ma l’esempio
è sempre valido e lo sarà ancora per sempre a immortalare un artista ma anche
la sua terra: e tutta l’Etna che viene inondata dai suoi colori.
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