LEGGENDO LO STUDIO DEL CENTRO STORICO DI
UCRIA
*
Salvatore Lo Presti *
Ciao cari lettori, prima di fare una
descrizione dello Studio del Centro Storico da poco presentato, mai più di
adesso, mi vien da fare una riflessione, che parte dal 1998 e arriva sino ai
giorni nostri. La riflessione è la seguente. Quando, insieme ad altri ragazzi,
abbiamo cominciato a rimettere in piedi questo giornalino, la prima cosa che ho
fatto è stata quella di andarmi a leggere i numeri che erano stati scritti nel
1998. Gli articoli scritti in quei tre numeri, ma soprattutto nei primi 2
numeri, sono articoli quasi tutti attuali. Allora, mi sono chiesto da subito e
mi chiedo ora più che mai, perché coloro che allora scrivevano oggi, la maggior
parte non lo fanno più? forse si sono arresi?… Perché nei molti articoli
scritti all’epoca molti articoli sono critici, ma ricchi di una critica che, se
all’epoca veniva da chi di dovere interpretata avrebbe dovuto portare a dei
cambiamenti. Come da me detto gli stessi articoli se venissero pubblicati oggi,
sarebbero validi al 100%. Ma su un articolo ho voglia di soffermarmi, non
perché sia più critico di altri, ma perché rispetto agli altri è stato un
articolo che ha avuto delle critiche. L’articolo di cui sto parlando è quello
uscito sul primo numero scritto da Ranieri Nicolai, articolo in cui, Ranieri
invitava tutta la collettività a rendersi partecipe di un cambiamento,
cambiamento che ancora oggi, secondo la mia personalissima opinione, non c’è
stato. Questo articolo invitava tutti gli ucriesi a prendersi cura di Ucria in
particolar modo i più giovani. Questo articolo, veniva poi criticato nel numero
seguente, ritenendolo addirittura fuori luogo, poiché, a detta del criticante, non
dovevano essere solo i giovani a prendersi cura di Ucria, ma tutti. Io
onestamente non capisco cosa poteva esserci di fuori luogo, l’ho letto e l’ho
riletto più e più volte, ed è vero che si rivolgeva soprattutto ai giovani di
allora, oggi meno giovani, ma, se vogliamo, non poteva essere altrimenti, visto
che erano le persone, per così dire mature, ad essersi rese carnefici di Ucria,
riuscendo a distruggerla come nemmeno le guerre erano riuscite a fare. Mi
chiedo, e magari quando avrò la possibilità, se me lo ricorderò questa domanda
gliela farò di persona, se questa persona che all’epoca fece questa critica, la
rifarebbe anche oggi tale e quale, in ogni caso voglio riproporre lo stesso
invito che nel 1998 proponeva Ranieri, ovviamente utilizzando parole mie, in
modo che giovani e meno giovani magari possano trovare il giusto stimolo per
cominciare ad interessarsi del bene comune, e quindi interessarsi di Ucria.
“Ucriesi, se non volete che
la maggior parte dei vostri figli, amici, fratelli, siano costretti ad
andarsene da Ucria per motivi di lavoro, e quindi per crearsi un futuro migliore,
cominciate ad interessarvi del bene comune, perché, se è pur vero che per
determinate classi di lavori, Ucria non è il giusto luogo dove poterle ricercare,
e anche vero che per molte altre potrebbe esserlo e ciò eviterebbe di dover
dire ciao, o come in molti casi addirittura addio, ad amici e familiari, basta semplicemente che ognuno
di noi faccia il proprio dovere per rendere migliore questo nostro paese troppo
spesso in passato vittima di interessi economici che lo hanno distrutto e
vorrebbero continuare a distruggerlo”
Terminata la mia breve riflessione (breve
rispetto a quella che mi piacerebbe fare, ma che al momento voglio
risparmiarvi) posso passare adesso all’argomento principe dell’articolo.
Come
molto probabilmente già saprete, nel mese di Marzo (per la precisione il
Venerdì 18 Marzo) è stato presentato lo Studio
del Centro Storico di Ucria. Lo Studio, è stato redatto dall’Ingegnere Antonino Maccora, progettista
del PRG attualmente vigente datato 2002, e dal nostro Ufficio Tecnico Comunale,
che ha come responsabile il Geometra
Domenico Rigoli, oltre ad aver beneficiato delle Consulenze del
C.I.R.C.E.S. (Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Centri Storici
dell’Università degli Studi di Palermo), che è presieduto dal Professore e Ingegnere Giuseppe Trombino.
Scrivo sull’argomento non solo per
fare cronaca, cosa che non fa mai male, visti gli articoli ridicoli usciti in
merito (e da molti nostri compaesani condivisi), ma anche per fare una sana critica, critica che,
se fatta in maniera giusta e competente (sperando che io riesca in questo
intento), può anche essere più utile della cronaca stessa.
Lo Studio, è composto da una
relazione di 54 pagine più la cartografia.
La
relazione dello Studio, è divisa in 5 parti più l’appendice contenente le linee guida da seguire per
gli interventi che è possibile ammettere all’interno del Centro Storico.
Come ben messo in evidenza nella
premessa della relazione, lo studio è stato redatto per adempiere all’obbligo
imposto ai Comuni dalla L.R. n°13 del 10 Luglio del 2015.
La prima parte della relazione fa un analisi dello stato di diritto
del PRG vigente, concentrandosi specificamente sulla zona A, oltre a
controllare, sempre all’interno del perimetro del Centro Storico i vincoli Urbanistico
– Territoriali e i vincoli discendenti da strumenti di pianificazione
sovraordinata.
Una inesattezza che ho potuto
osservare in questa parte della relazione è quella in cui si dice che il Centro
Storico non è interessato da nessuna zona di Pericolosità e di Rischio del PAI
(Piani stralcio per l’Assetto Idrogeologico), ma, come può essere osservato
dalla cartografia dello stesso studio, in realtà il nostro centro storico è
interessato da un area di rischio R2, e da un area di rischio R4 (come mostrato
in figura).
La seconda parte riguarda i criteri metodologici, che hanno permesso
la realizzazione dello studio stesso, per chi fosse curioso può benissimo
andare a leggerli direttamente all’interno del documento dello studio stesso
che è possibile scaricare dal sito istituzionale del comune.
La terza parte riguarda parla dello stato di fatto del Centro Storico,
ed è diviso da una prima sottoparte in cui si da una breve cenno riguardante
l’inquadramento territoriale e paesaggistico di Ucria, nella seconda sottoparte
si ripercorre invece la storia del nostro paese, e visto e considerato
l’ufficialità del documento, mi sento obbligato
nel fare un’osservazione.
L’osservazione è in merito al punto
in cui si parla delle Torri Saracene:
nella relazione viene così riportato:
“Tuttavia, il legame con la dominazione
Araba nel borgo (827-1061) sembra essere rilevante non soltanto per la
derivazione del nome, ma anche per la struttura urbanistica del centro e per la
presenza di tracce di due Torri Saracene, una in periferia – probabilmente
usata come torre di avvistamento – e una nella zona nord del paese, la cui
presenza dimostra che il centro doveva rappresentare un luogo strategico per
chi dal mare voleva spingersi verso l’interno.”
Secondo
la mia personale opinione, è preferibile modificare
la parte sopra da me riportata, nel modo seguente:
“Tuttavia, il legame con la
dominazione Araba nel borgo (827-1061) sembra essere rilevante non soltanto per
la derivazione del nome, ma anche per la struttura urbanistica del centro e dal
fatto che all’interno del territorio ucriese sino a non molto tempo fa vi erano
ancora la presenza di tracce di due
Torri Saracene, la prima di esse era sita alla periferia del centro urbano,
nelle immediate adiacenze della «Piazza Rimembranza», infatti l’area era anche
conosciuta come “località dietro la torre” e la seconda in località «S.
Giovanni». La tracce di dette Torri sono state definitivamente perdute, per
quanto riguarda la prima, a causa della costruzione della SS116 e della SP136,
che confluiscono nell’area in cui essa sorgeva (intorno al 1922), per quanto
riguarda la seconda le ultime tracce sono state distrutte nel 1950, quando
venne usata la pietra di cui la stessa era costituita per la produzione della
calce.”
La terza sottoparte da informazioni
in merito ai sistemi che sono stati i generatori della forma urbana.
Questa parte potrebbe essere
migliorata e di molto, ma, capendo che la finalità del documento è un'altra, e
non quella di dare una descrizione dettagliata degli stessi, le mie
osservazioni riguarderanno solo ed esclusivamente alcune imprecisioni che ho
riscontrato nella stessa.
Un errore si riscontra quando si
parla della Chiesa Madre, quando cioè si sostiene che le navate siano separate
tra loro da colonne di marmo, ma, come si può benissimo osservare dalle
immagini, le colonne che separano le 3 navate sono realizzate con blocchi unici
della stessa pietra arenaria con cui è realizzato il portale principale della
stessa chiesa. Inoltre viene affermato che all’interno della stessa chiesa, è
possibile ammirare la splendida statua della Madonna dell’Annunziata di scuola
gaginiana. Anche questo è inesatto, poiché sono passati ormai diversi anni da
quando la statua della Madonna non dimora più nella Chiesa Madre, infatti, da
quando è stato terminato il restauro della Chiesa della SS. Annunziata la
statua è ritornata nel proprio tempio. Forse lo scrittore della relazione, si
confonde con la statua della Madonna della Scala, anch’essa della medesima
scuola, che si trova all’interno della Chiesa Madre, collocata nell’abside in
fondo alla navata destra.
Dopo ciò, la terza parte continua
con la classificazione degli isolati, che per chi volesse, può andare a leggere
nella stessa relazione dello Studio.
La quarta parte tratta di come sono state fatte le scelte per ottenere
la tipizzazione delle unità edilizie, anche questa molto interessante.
La quinta parte invece descrive gli interventi ammissibili a termine
di legge per ogni tipologia individuata.
Infine l’Appendice, presenta Linee Guida che dovrebbero essere seguite dai
progettisti che intervengono all’interno del Centro Storico, ma anche e
soprattutto dagli organi che sono tenuti a controllare i vari interventi che
verranno fatti all’interno dello stesso.
Per quanto riguarda la quarta parte,
la quinta parte e l’Appendice, visto che non ho osservazioni rilevanti da fare
lascio a voi il compito di andarveli a leggere all’interno della relazione.
Per quanto riguarda la cartografia, non ho osservazioni da
fare, come tutti possono constatare lo Studio del Centro Storico si allinea con
il piano triennale delle opere pubbliche, infatti viene escluso dallo stesso il
Palazzo Drago, e che non è tipicizzato è che è perimetrato in legenda come:
Area esclusa dallo Studio in quanto interessata da progetto approvato con Delibera di G.M. n°58 del 12-06-2008
e n°116 del 28-09-2015.
Spero che abbiate trovato l’articolo
interessante.
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