venerdì 15 luglio 2016

I “CANTORI DEL SANTISSIMO” DELLA VALLE DEL FITALIA Eliade Maria Grasso

I “CANTORI DEL SANTISSIMO” DELLA VALLE DEL FITALIA
Eliade Maria Grasso


            I paesi del comprensorio dei Nebrodi non mancano di antichi canti tradizionali dialettali legati principalmente al culto religioso.  Innalzare un canto di lode a Dio nella “lingua della propria terra” è un’affermazione di appartenenza al territorio ed espressione di una religiosità pura ed istintiva.
            L’uso del dialetto elude ogni altra tradizione che fa del latino la lingua madre degli antichi inni sacri o, in epoca più recente, il nostro italiano moderno.  Allo scopo di far rivivere gli antichi canti del patrimonio tradizionale fitalese, a San Salvatore di Fitalia si è formato, da alcuni anni a questa parte, il gruppo dei “Cantori del Santissimo” composto da cantori di matrice amatoriale di ogni età, anche da intere famiglie. Sono un gruppo di fedeli che, nell’ambito delle attività parrocchiali della chiesa del Salvator Mundi, si riunisce per far rivivere gli antichi canti fitalesi e, in modo particolare, la Novena di Natale a due cori alternati, una delle tradizioni popolari più antiche del territorio.  Anticamente l’esecuzione delle novene rappresentavano un’occasione di incontro per i componenti della comunità. Le strade e le piazze, nelle fredde ore serali di dicembre, si popolavano di gruppi di cantori che eseguivano i passi della Novena. In un’atmosfera suggestiva mista di sacro e di profano, a questi cantori veniva poi offerto del vino e del pane caldo.
            La tradizione della Novena fitalese correva il rischio di estinguersi se questi cantori, incoraggiati e sostenuti dall’arciprete Don Placido D’Omina non avessero trascritto e ripreso questi testi ed insegnato i canti anche ai fedeli più giovani. Ecco qui di seguito le tre strofe di uno dei canti più suggestivi della Novena di Natale:
1)                 Si partiu di Nazzarettu,  San Giuseppi cu Maria,
non avenunu risettu Betlemmi a la campia,
non li voli nuddu ancora, ristaru fora, chi pena mia.
Rit. Trasiti unni mia Giuseppi, santa dolci Maria, dolci Maria.
Ristati unni mia Giuseppi, santa dolci Maria, Dolci Maria
2)                 San Giuseppi cu Maria tutti stanchi ed affannati
hanno fatto longa via, ci scurau menzu li strati,
non li voli nuddu ancora, ristaru fora, chi pena mia.
Rit. Trasiti unni mia Giuseppi, santa dolci Maria, dolci Maria.
Ristati unni mia Giuseppi, santa dolci Maria, Dolci Maria
3)                 San Giuseppe si cridia, chi l’amici e li parenti,
alla vista di Maria ci facevanu i complimenti,

non li voli nuddu ancora, ristaru fora, chi pena mia.

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