venerdì 15 luglio 2016

GOLIARDIA A MESSINA - CONTESTAZIONE GENERALE Luigi Pinzone

GOLIARDIA A MESSINA - CONTESTAZIONE GENERALE
Luigi Pinzone

Ricordo ancora con piacere i professori della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Messina negli anni '70, Salvatore Pugliatti, Rettore Magnifico e professore di diritto civile, Angelo Falzea, Preside della Facoltà e professore di diritto privato, Nicosia professore di diritto romano, Metro, professore di economia politica, Manlio Bellomo professore di storia del diritto italiano, Temistocle Martines, direttore dell'Istituto Giuridico e professore di diritto costituzionale. A questi luminari, unitamente al prof. Vincenzo Scalisi, al prof. Fazio, al prof. Mario Centorrino, va il mio sentito ringraziamento per gli insegnamenti di diritto e di vita che mi diedero, dovunque essi si trovino.
Racconterò un aneddoto relativo ad uno di questi.
E' un episodio che a suo tempo fece scalpore, impegnando giornalisti, fotografi, studenti, professori e giudici. Si tratta dello spogliarello di una ragazza nell'aula in cui il professor Martines teneva lezione di diritto costituzionale. Era il 31 Gennaio 1970, sabato, ricordo solo il nome della ragazza, Graziella, piccola di statura, rotondetta, carnagione chiara, bionda. In compagnia di un amico, Graziella, si trovò a passare davanti all'ingresso principale dell'Università, quando alcuni studenti in vena di goliardate la fermarono, facendole credere che era degna della laurea honoris causa per la sua bellezza, e la invitarono ad entrare nell'Università per essere presentata al Rettore Magnifico. Accettato l'invito, il corteo si incominciò ad ingrossare, perchè studenti incuriositi si accodavano. Graziella fu condotta in un'aula, fatta salire su una scrivania ed invitata ad eseguire uno strip tease. Lei cercava di prendere tempo, invocando come scusante la mancanza di musica, al che uno studente volenteroso tirò fuori lo zufolo e si mise a suonare. A Graziella non rimase altro che spogliarsi, rimanendo nuda from the waist up (dalla cintola in su). Gli studenti cominciarono a urlare: nuda, nuda! E qualcuno le tirò giù la sottana, mentre qualcun altro allungava le mani per toccarla. Impaurita e completamente denudata, Graziella scappò cercando una via di scampo nella porta dell'aula accanto, dove il buon professor Martines teneva lezione di diritto costituzionale. Salì la scalinata e venne coperta da uno studente pietoso che le buttò addosso il proprio mantello, mentre professore e allievi rimanevano senza parole. L'episodio ebbe un notevole risalto nella stampa locale, ed al processo, celebratosi presso la Pretura di Messina in data 23 Aprile 1970, dinanzi al Pretore di fresca nomina dott. Italo Materia. Graziella, difesa da uno dei Principi del Foro di Messina, l'avv. Paolo Davì, era accusata di offesa alla pubblica decenza  e di interruzione di pubblico servizio. La sentenza, riferita solo al primo capo di imputazione, perchè per il secondo fu assolta, fu di dieci giorni di arresto. La Pretura di Messina, stracolma di studenti, studentesse, professori, giornalisti, fotografi, oltre 500 persone, vide la sfilata di Graziella, comparsa in minigonna, maglietta maniche corte, collana di perle e borsetta di vernice rossa, per i fotografi. Ma stavolta le pose furono castigatissime, avendo imparato a proprie spese fino a che punto si poteva spingere senza offendere la pubblica decenza. Un episodio del genere, oggi sarebbe rientrato nella normale goliardata (a parte il fatto che la goliardia non esiste più), e avrebbe comportato la piena assoluzione, per come allora invocata dalla difesa. Ma tant'è, il periodo storico era in piena evoluzione, ma il comune senso del pudore era ancorato a stereotipi che nel tempo la contestazione giovanile di quegli anni avrebbe travolto. Ma questo processo di trasformazione fu molto lungo. Si consideri infatti, che nel 1973, presso il Tribunale di Messina si celebrò un altro processo contro una turista danese rea di aver girato, nel 1971, in hot panties per le vie di Palermo. Stavolta fu lo stesso Pubblico Ministero a chiederne l'assoluzione

Carpi di Modena, lì 04.07.2016

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