LA
SECONDA GUERRA MONDIALE
Russo Salvatore – Maria Scalisi
Essendo nata in Europa, la seconda
guerra Mondiale superò ben presto quei limiti geografici che si erano avuti
nella prima, fino ad assumere il volto di uno scontro planetario: Germania che attacca
l'URSS, ingresso in guerra del Giappone e il conseguente coinvolgimento degli
Stati Uniti nel 1941,allargarono il coinvolgimento degli Stati in maniera
impensabile e imprevista.
Anche l'Italia,che inizialmente si era
dichiarata non belligerante, nel mese di giugno del 1940, con capo del governo,
"IL DUCE", Mussolini, entrò in guerra alleata alla forza nazista
contro l'Occidente. Ma l'esercito, subito, fornì una pessima prova, sia il
combattimento contro i francesi, in Africa enel Mediterraneo, sia contro gli
inglesi. I successivi insuccessi in Grecia enel Nord-Africa obbligarono gli
italiani a chiedere aiuto ai tedeschi, e Mussolini finì col decadere.
All'inizio, questa guerra, si
combatteva allivello europeo ma, nel 1941, il conflitto entrò in una nuova
fase, divenendo così effettivamente mondiale, poiché la Germania - invase
l'URSS. A dicembre,
gli Stati Uniti entrarono anch'essi· in guerra dopo l'attacco che la loro flotta
subì a Pearl Harbor per opera del Giappone. Nel 1942, la Germania e il Giappone,
raggiunsero la massima espansione, che cercarono di costruire un <<nuovo
ordine>>,fondato sulla supremazia della nazione <<eletta>>. I tedeschi,
in particolare, mirarono a ridurre i popoli slavi in condizioni di
semischiavitù.
Ma la persecuzione si concentrò
soprattutto contro gli ebrei: dai 5 ai 6 milioni furono sterminati nei campi di
concentramento. Nel 1942-43 si ebbe una svolta nella guerra. I giapponesi
subirono alcune sconfitte nel Pacifico. Sul fronte russo, la lunga e sanguinosa
battaglia di Stalingrado, si risolse in una sconfitta dei tedeschi. Sul fronte
Nord-Africano, gli alleati, fermarono le forze armate e li costrinsero a
ritirarsi. Nel luglio del 43, gli anglo-americani sbarcarono Sicilia.
Con la caduta di Mussolini nel 1943,
per tutti gli insuccessi militari ottenuti, nel mese di settembre fu annunciato
l'armistizio fra l'Italia e gli anglo-americani. Mentre il re e Badoglio
fuggivano da brindisi, i tedeschi occuparono l'Italia centro-settentrionale e a
quel punto l'esercito italiano sì sbanderò. Il paese, ormai, era diviso in due:
lo stato monarchico sopravviveva e il sud occupato dagli alleati. Con la
divisione dell'Italia, si
formarono le prima bande partigiane e i
partiti.
Mentre gli anglo-americani erano
impegnati in Italia, URSS iniziava una lenta ma inarrestabile avanzata. I tedeschi
dovettero fermarsi su tutti i fronti
sotto la pressione dei russi e degli anglo-americani. Nell'aprile del 45 Italia era liberata dalle forze
"alleate". Pochi giorni dopo, entrati i russi a Berlino, la Germania
CAPITOLAVA.
Ma la guerra proseguiva, a quel punto,
solo nel Pacifico, contro il Giappone che terminò a settembre, dopo
l'espansione di due bombe atomiche su Hiroschima e Nagasaki.
La seconda guerra mondiale sancì la
crisi definitiva della supremazia europea e l'energia di due superpotenze, URSS
e USA. Gli orrori della guerra, le rivelazioni sullo sterminio degli ebrei, lo
spaventoso potere distruttivo della bomba atomica colpirono profondamente
l'opinione pubblica.
Questo è quello che si ricorda nei libri
di storia, nei documentari che "vediamo in televisione; ma, molti di noi,
non riescono nemmeno ad immaginare cosa veramente è stato vivere sulla propria
pelle gli orrori di una guerra così crudele.
Ho voluto, così,
"intervistare" mio nonno, Salvatore Russo, facendomi raccontare un
pezzetto della sua esistenza, rivivendo assieme a lui, un periodo buio della sua
vita e di migliaia d'altre persone che hanno vissuto sulla propria pelle 'una
delle pagine più VERGOGNOSE della storia del nostro mondo!
Intitolo il mio articolo....
I
LONTANI RICORDI DELLA GUERRA" ...
"Ne1940 scoppia la Seconda guerra
Mondiale, nel mese di giugno, verso le sei di seta, ma non ricordo precisamente
il giorno. In quel periodo stavo a Randazzo, essendo la mia città natale. Quel
giorno, mi trovavo in campagna, poiché lavoravo lì. Mi incuriosì
particolarmente il suono delle campane, non avevano mai suonato cosi e
soprattutto mai tutte assieme.
Con un po’ di paura, mista a curiosità
chiesi ad un uomo che cosa stesse accadendo. Mi disse: << E’ SCOPPIATA LA
GUERRA!>>.
Ogni giorno, due caccia americani
sorvolavano il paese tenendolo sotto sorveglianza. Subito nel paese fu tagliata
la luce, i lumi, le lampadine non dovevano essere utilizzate, cosicché la sera
non era possibile intercettare il paese e quindi attaccarlo.
Il cibo cominciò a scarseggiare, misero
dunque varie tasse, anche quella sul pane, che durò fino al 1947. Ognuno
possedeva una tessera, la quale segnalava i giorni del mese: l’uomo aveva
diritto a 200 g di pane; le donne e i bambini 150 g. il pane al chilo costava
24 soldi, circa 1 lira e 4 soldi.
Nel 1942 cominciai a lavorare nel
forno. Il primo mese mi pagavano dandomi solo da mangiare ogni giorno e una
lira al mese, 20 soldi. Per vendere il pane in tutto il paese, occorreva un
mezzo di trasporto, l’unico più abbordabile era la bicicletta ma, anche quella
era troppo … costava 4 soldi l’ora, quindi un’ora al giorno, per cinque giorni
la settimana, ed era finito il lavoro di un mese. In ogni modo, dopo il primo
mese di lavoro, mi aumentarono lo “stipendio”, cinque soldi in più al mese.
Nel 1943, Randazzo fu nominata dai
tedeschi “Piazza Forte”, era diventata un punto strategico, poiché gli
americani non dovevano e non potevano passare.
I tedeschi che mantenevano il fronte
nemico erano solo venti, molti degli italiani, che nel tempo si erano alleati,
si erano nascosti per paura di essere uccisi, o di essere portati via dalla
famiglia.
Quando gli americani arrivarono a
Randazzo, i tedeschi combatterono un mese, con cannoni, carri armati e centinaia
d’aerei. È rimasto impresso nei miei ricordi quel giorno in cui caddero tre
aerei americani: uno lo annientarono i tedeschi, mentre gli altri due si
scontrarono di fronte alla chiesa Madre di Randazzo, la chiesa di S. Maria.
Gli americani non vedendo rientrare i
tre aerei, per vendicarsi di tale affronto, attaccarono la città 126 volte sia
di giorno che di notte, radendola al suolo.
Pian piano, i tedeschi s’indebbolirono
ma, prima di ritirarsi del tutto, minarono il ponte d’entrata e tutti i ponti
che incontrarono lungo la strada, in modo da non poter far entrare e tanto meno
uscire nessuno. A Randazzo ormai, non era rimasto che un “cumulo di terra” e
molta della gente che lo abitava, aveva travato rifugio altrove, anch’io trovai
riparo lontano da Randazzo, su per l’Etna.
Non udendo più alcuna esplosione,
decidemmo di scendere al paese, ma le nostre case ormai erano ridotte ai minimi
termini.
Dopo qualche giorno, arrivarono i carri
armati americani. Fu una gioia per noi poiché finalmente la GUERRA ERA FINITA.
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