venerdì 15 luglio 2016

ITTATILU UNNI VENI VENI Giuseppe Salpietro

ITTATILU UNNI VENI VENI
Giuseppe Salpietro
Pare che un tempo un ucriese alla morte del suo genitore, a caldo della dipartita del congiunto, espresse il desiderio riconoscente di volere rendere omaggio al galantuomo trapassato a miglior vita, che tanto aveva fatto per la famiglia durante il suo travagliato percorso terreno, con un funerale organizzato senza badare a spese: ghirlande ricolme di fiori freschissimi, banda musicale fatta arrivare da un vicino Comune,  cascia di bona qualità e quant’altro necessario per rimarcare i sentimenti d’affetto dei figlioli nei confronti del caro estinto.
Affranto dal dolore Mastru Minicu - Domenico infatti pare si chiamasse il più grande ed affezionato dei figli -, dopo qualche ora dalla dipartita, ricercò e trovò in se la forza per recarsi  presso chi al tempo si occupava nel paese di organizzare le esequie, esprimendo subito con mestizia unita a generoso slancio, il suo desiderio di volere organizzare un funerale ca’ nocca, cu’ scrusciu così come meritava ‘u patri.
Ricevuta la disponibilità da parte dell’arrangiato gestore del servizio di pompe funebri* ad effettuare la complessa organizzazione, si tranquillizzò, e giocoforza – pu’ sì e pu’ no, proprio per non correre pericolo - dovette affrontare poi, il non irrilevante aspetto del costo economico, subito peraltro quantificato dall’impresario di pompe, che lesto particolareggiò le diverse voci vergandole in un preventivo arrangiato alla buona su un frammento di foglio di giornale già letto e riletto al bar del paese.
Dettagliatamente riportò tutti gli importi: tantu pa’ cascia bona di mogano, tantu pi’ ghirlandi stracarichi di ciuri, tantu pa’ missa solenni a tri parrini cantata, tanto per la lapide di marmo bianco di Carrara finemente incisa e con una bella fotografia su supporto di ceramica lucida, tantu pa’ banda musicali, etc ….
Quando vide la somma complessiva, per poco non fu necessario per lui ricorrere alle cure mediche che, non esistendo altro presidio, al tempo pare dovessero arrivare da Raccuja, tanto sbiancò in preda ad un inaspettato mancamento accompagnato da una copiosa sudorazione fredda e da un incontrollabile tremore a tutte le giunture.
Ripresosi, tentò in extremis una mediazione economica togliendo uno dietro l’altro tutti i servizi richiesti e lasciando solo la cassa, benché questa fosse divenuta nel mentre perfettamente liscia ed in pregiatissime tavole di legno locale di ruvolo, che oggi chiameremmo autoctone.
In fine, avvinto da una irrefrenabile crisi isterica, balbettando sentenziò il suo verdetto finale senza appello:
‘U sapiti chi vi dicu, a lassatilu strafuttiri, ittatilu unni veni veni.




Pompe funebri - Il significato originale dell’espressione si riferiva all’insieme delle cerimonie funebri. Secondo il dizionario Garzanti, “pompa” significa sfarzo, ostentazione, come nell’espressione “è entrato in pompa magna”, ma significa anche “cerimonia”, un termine legato all’originale latino pompa che significa letteralmente “corteo” o “cerimonia”.

Nessun commento:

Posta un commento