ITTATILU UNNI VENI VENI
Giuseppe
Salpietro
Pare
che un tempo un ucriese alla morte del suo genitore, a caldo
della dipartita del congiunto, espresse il desiderio riconoscente di volere
rendere omaggio al galantuomo trapassato
a miglior vita, che tanto aveva
fatto per la famiglia durante il suo travagliato percorso terreno, con un
funerale organizzato senza badare a spese: ghirlande ricolme di fiori
freschissimi, banda musicale fatta arrivare da un vicino Comune, cascia di bona qualità e quant’altro
necessario per rimarcare i sentimenti d’affetto dei figlioli nei confronti del
caro estinto.
Affranto dal dolore Mastru
Minicu - Domenico infatti pare si chiamasse il più grande ed
affezionato dei figli -, dopo qualche ora dalla dipartita, ricercò e trovò in
se la forza per recarsi presso chi al
tempo si occupava nel paese di organizzare le esequie, esprimendo subito con
mestizia unita a generoso slancio, il suo desiderio di volere organizzare un funerale ca’ nocca, cu’ scrusciu così come meritava ‘u patri.
Ricevuta la disponibilità da parte
dell’arrangiato gestore del servizio di pompe funebri* ad effettuare la
complessa organizzazione, si tranquillizzò, e giocoforza – pu’ sì e pu’ no, proprio per non correre pericolo - dovette
affrontare poi, il non irrilevante aspetto del costo economico, subito peraltro
quantificato dall’impresario di pompe, che lesto particolareggiò le diverse
voci vergandole in un preventivo arrangiato alla buona su un frammento di
foglio di giornale già letto e riletto al bar del paese.
Dettagliatamente riportò tutti gli
importi: tantu pa’ cascia bona di mogano,
tantu pi’ ghirlandi stracarichi di ciuri, tantu pa’ missa solenni a tri parrini
cantata, tanto per la lapide di marmo bianco di Carrara finemente incisa e
con una bella fotografia su supporto di ceramica lucida, tantu pa’ banda musicali, etc ….
Quando vide la somma complessiva,
per poco non fu necessario per lui ricorrere alle cure mediche che, non
esistendo altro presidio, al tempo pare dovessero arrivare da Raccuja, tanto
sbiancò in preda ad un inaspettato mancamento accompagnato da una copiosa
sudorazione fredda e da un incontrollabile tremore a tutte le giunture.
Ripresosi, tentò in extremis una
mediazione economica togliendo uno dietro l’altro tutti i servizi richiesti e
lasciando solo la cassa, benché questa fosse divenuta nel mentre perfettamente
liscia ed in pregiatissime tavole di legno locale di ruvolo, che oggi
chiameremmo autoctone.
In fine, avvinto da una
irrefrenabile crisi isterica, balbettando sentenziò il suo verdetto finale
senza appello:
‘U sapiti chi vi dicu, a lassatilu
strafuttiri, ittatilu unni veni veni.
Pompe
funebri
- Il significato originale dell’espressione si riferiva all’insieme delle
cerimonie funebri. Secondo il dizionario Garzanti, “pompa” significa sfarzo,
ostentazione, come nell’espressione “è entrato in
pompa magna”, ma significa anche “cerimonia”, un termine legato all’originale
latino pompa che
significa letteralmente “corteo” o “cerimonia”.
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