sabato 14 maggio 2016

RIPARO PALEOLITICO DELLA ROCCA DI S. MARCO - Salvatore Ricciardi

RIPARO PALEOLITICO DELLA ROCCA DI S. MARCO
Salvatore Ricciardi





Da lungo tempo era stato raccolto nei pressi della “rocca di S. Marco” del materiale che le competenti autorità riconobbero subito come caratteristico del periodo PALEOLITICO SUPERIORE.
Parecchio tempo si dovette attendere finchè nella mattina del 28 giugno 1964 il Prof. Luigi Bernabò Brea – Soprintendente alle Antichità della Sicilia Orientale di Siracusa – accompagnato dalla Signorina Cavalier, direttrice del Museo Eoliano di Lipari, dal Sig. Sidoti, addetto all’antichità di Tindari e guidato  dal Sindaco di Ucria Prof. Francesco Paolo Niosi e dal maresciallo  nonché dall’Avv. Giacomo Tripoli, proprietario del luogo, non si recarono presso il riparo della rocca di S. Marco, al fine di effettuare un attento sopralluogo.
Dopo aver portato a termine un breve scavo sulla stradella che partendo dalla S.S. 116 conduce alla rocca, sono state trovate una cinquantine di schegge di SELCE e di QUARZITE.
Precedentemente altro materiale analogo era stato raccolto dal Soprintendente Ramiro Fabiani.
Dall’esame del materiale raccolto si è potuto stabilire con matematica certezza che la ROCCA DI S.MARCO DURANTE IL PEIODO PALEOLITICO SUPERIORE FU FREQUENTATA DALL’UOMO, DOVE CREO’ U NA FABBRICA DI SELCE.
Con ciò si venne a dimostrare che in Sicilia – dopo quella grotta di S. Teodoro di Acquedolci – LA ROCCA DI S. MARCO POTEVA CONSIDERARSI LA SECONDA STAZIONE PALEOLITA.
N. 16 pezzi dell’importante materiale raccolto sono stati descritti e illustrati, assieme alla rocca stessa. In un volumetto  del Prof. Luigi Bernabò Brea, il quale ha, fra l’altro, dichiarato che nessun scavo sistematico è stato fatto sul posto per il rinvenimento di altro materiale.
N° 22 pezzi raccolti sono stati trasferiti al Museo Eoliano di Lipari, dove si trovano chiusi in apposite casse ancora in attesa di essere sistemati ed esposti al pubblico.


LEGGENDA DELLA ROCCA DI S. MARCO

Secondo mitologiche notizie, in un tempo assai lontano, presso la Rocca di S: MARCO viveva “U zzu Dragu”, il quale era un individuo di una mole immensa, ma buono.
Questo aveva rapporti amichevoli con un’altra creatura gigantesca che viveva presso la rocca della località “Grilla”, sita nella vallata di fronte a S. Marco. Essa era indicata col nome di “Zza Draga”.
I due draghi – sebbene le due rocche distino l’una dall’altra non meno di un paio di chilometri – allungando le loro braccia, si dice, che si scambiassero tra loro il fuoco ed altri oggetti.
Alcune gigantesche orme scolpite sulla parte alta della Rocca di S. Marco, sono ritenute dal mito le impronte dei piedi del drago.
Un profondo fosso scolpito sulla medesima roccia è considerato dalla credenza popolare la caldaia usata dal drago per gli usi domestici.


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