martedì 14 giugno 2016

Una “favola” di marketing territoriale …non è vero che le località, piccole e sconosciute, siano figlie di un “dio minore” del turismo di Nino Versaci

Una “favola” di marketing territoriale
…non è vero che le località, piccole e sconosciute, siano figlie di un “dio minore” del turismo.
Nino Versaci
C’era una volta un piccolo paesino, che per rispetto della privacy, chiameremo “Otzuni”, nel cuore della Barbagia …al di là del nome di fantasia, se lo si cercasse nelle cartine geografiche,,, non lo si troverebbe, tanto piccolo ed è immerso nei fitti boschi del suo territorio.
Con appena 137 anime ”votanti”, statisticamente parlando corrisponde alo 0,00,,%,della popolazione elettorale italiana…. non “conta”!.
Quale futuro? Emigrazione, resta solo la fuga da quella landa desolata in cerca di un “destino” migliore.  Nel mondo della favole, però, c’è sempre un “personaggio” che cambia il “destino”…, diciamo, del racconto, così come è stato sempre un uomo a scoprire le più importanti e blasonate località turistiche…, come Goethe con Taormina.
Nel caso di Otzuni, cammina che cammina… arriva un americano, certamente disperso tra i boschi dell’Oristanese…che però trova in quel piccolo “presepio”, il “paradiso terrestre” : silenzio, quiete, verde, natura, un grande cuore sardo, insomma, quel cocktail di aromi, essenze e tanta, ma tanta “umanità” che fa decidere a, chiamiamolo (sempre per la privacy) John Miller… di fare una “nomination” da oscar del turismo, comunicando con non poche difficoltà di collegamento, ai suoi connazionali che lui, lì aveva trovato l’America.
L’anno successivo arrivarono a Otzuni molti turisti statunitensi… gli “otzunesi” li aspettavano, e nella loro attesa si erano dati da fare a preparare le loro case per accoglierli,… a studiare l’inglese per dialogare con loro, …a redigere piani turistici, …a predisporre adeguati servizi di trasporto e di collegamento,…ad animare il soggiorno degli ospiti,… a studiare le migliori tecniche e strategie turistiche, per non considerare il turista un “pollo”, ma una “risorsa”.
Si possono ancora “raccontare” tante cose, ma…la favola è gradevole, quando si leggono le ultime parole “e gli otzunesi, divenuti operatori turistici, vissero felici e contenti”.
Volete scoprire il perché, …vi invito a leggere il prossimo articolo.

Otzuni esiste?... non si chiamerà così, ma il racconto non è una “favola”,… ogni territorio può diventare una piccola o una grande Otzuni…il segreto è tra le righe del racconto, …se lo “scoprirete”…questa “pillola” sarà giovata… in caso contrario gioverà una terapia più incisiva,…ma che certamente richiederà più tempo per diventare Otzuni!


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