Ucria
e la luna
Achille Baratta
Amare una persona, un territorio ci porta a
scrivere, sognando, che diventi sempre più bella e che sia sempre baciata dalla
luna
Non passa giorno senza che qualcuno ci ricordi come l'Italia custodisca
la maggior parte dei beni artistici e archeologici del pianeta. Ma meritiamo
davvero un simile onore? Il dubbio probabilmente sorge in tutti ma nessuno ne
parla, né tanto meno ne scrive, fa eccezione Sergio Rizzo che sul Corriere
della Sera si pone questa e altre domande in un contemporaneo confuso: Viene
addirittura il sospetto che nella stanza dei bottoni nessuno si renda conto di
avere fra le mani una risorsa economica enorme in una regione che ha disperato
bisogno di lavoro e sviluppo. Per dare un 'idea
dell'attenzione riservata a questa materia basterebbe ricordare che
dal 2004 a oggi il governo non è stato nemmeno in grado di mettere in piedi un portale nazionale di
promozione turistica degno di tal nome. E poi c'è chi si lamenta che con il 70%
delle bellezze artistiche e naturali di tutto il mondo continuiamo a scivolare in basso nelle classifiche internazionali del turismo,
poi dal Colle Napolitano afferma: è l'incuria umana a provocare dissesti e morti.
A Ucria un vallata meravigliosa che guarda Raccuja e i suoi monti,
contraddistinta da un castello e un convento che costituiscono un riferimento
ad un passato che non c’è più, resta solo il cimitero con mille ricordi e
qualche fiore.
A mio parere, un abitato così meraviglioso occorre di interventi
progettuali di arredo urbano che lo "smarchinino" da quello
anonimato che ne riduce l'interesse.
AI mattino su questa terra la luminosità è singolare e le facciate
sembrano risplendere in un intenso dialogo col verde che le rispecchia, le
soluzioni proposte sono un misto per cercare di individuarne le componenti e le
soluzioni ottimali che si possono riepilogare in ambientazioni e soggetti
diversi.
E' stata la città di Torino che nel 1860 si è dotata di un piano
del colore, il Comune di Ucria ha sempre perduto l'occasione di dotarsi di un
piano fotocopia almeno per il centro abitato.
Ancora oggi chi amministra la cosa pubblica trova difficoltà
nell'adottare un piano di arredo urbano e allora occorre riversare le
iniziative in soluzioni più semplici come quella di "vestire" le
parti cieche del suo affaccio sulla strada statale che collega Capo d’Orlando a
Randazzo, che in alcuni tratti costituisce il saluto di ben venuto a chi visita
la cittadina.
Il ruolo dei professionisti della progettazione artistica è quella di
lanciare messaggi, quello della politica è quello di risolvere i problemi
urbanisti e territoriali per rilanciare economicamente un territorio personalizzandolo.
A questo punto c'è da chiedersi perché per vestire una donna o un uomo
ci siamo inventati la moda che è diventata un patto economico rilevante che
caratterizza e onora il nostro made in Italy e poi non pensiamo a vestire le
nostre città?
I politici obiettano che le casse non permettono erogazioni anche se
mirate, ma chi l'ha detto che occorre percorrere quella strada? Le strade sono
tante, alle amministrazioni tocca solo fare un semplice piano di arredo urbano
col compenso delle spese, il resto viene da solo.
E’ vero che a Ucria siamo sul piano del colore indietro di più di 100
anni ma un piccolo sforzo si può fare, il Comune faccia
un piano delle facciate cieche e si troveranno i finanziatori usando la matita
copiativa.
L'uso della carta carbone non è più di moda ma è l'unico modo per fare
accettare il "nuovo pilotato" ad una città che non crede più a se
stessa ed ai suoi progettisti. Il cambiamento usi anche la matita copiativa che
corretta con l'arte e con la forza dei giovani artisti che sono tanto disperati
da non potersi comprare neanche la valigia di cartone degli anni sessanta non
vedono l'ora di fare esplodere la loro
fantasia.
Le soluzioni proposte sono un gioco utopico di sfida e possono più o
meno piacere ma non sono solo la concretizzazione di un'idea per un paese che
amo. Amore e utopia si fondono in un amplesso vitale di speranza senza interessi
di lucro. Sì di lucro, perché è proprio il lucro il tappo di ogni iniziativa
che deve sempre vedere il ritorno personale, togliamoci i paraocchi!
Guardiamo oltre per una comunità che non sa utilizzare e neanche
attrezzarsi e arredarsi per ricevere e attrarre i turisti o semplicemente i
visitatori ai suoi ostentati musei.
La chiamano Ucria zero che è il massimo
del nulla, invertiamo ancora la tendenza evitando che diventi
sotto zero e vestiamola come abbiamo vestito i nostri antenati e ne avremo un
piacere collettivo, personale ed economico ma soprattutto inseriamo gioielli e
segni in un paesaggio unico purché attrarre nell'unicità il visitatore.
Cosi come scrive Jorge Luis Borges, Metamorfosi della tartaruga, da
Altre inquisizioni: C'è concetto che corrompe e altera tutti gli
altri: Non parlo del Male, il cui limitato impero è l'etica; parlo dell'infinito. La parola
infinito, come le parole io, spirito e alcune altre, i
cui equivalenti esistono in tutte le lingue, non è espressione di un 'idea, ma espressione
di uno sforzo verso quell'idea. Così scrive Edgar Allan Poe, Eureka. Quando
la professionalità si colora
immagina allora si avvicina all'inverosimile che non è una trovata pubblicitaria, né l'ennesimo inno ad un nuovo modo di
destare l'attenzione e va intesa come un vero e proprio guanto di sfida
"virtuale e internazionale" rivolto ad architetti e disegner che
aspirano a creare progetti ambiziosi, originali, inediti e per questo
ritenuti impossibili, owiamente per lo stimolo occorrono le condizioni
più difficili e avverse: una realizzazione globale che abbia la certezza
della riuscita con una spesa certa e accettabile tendente a quel
fatidico zero, che delimita ogni fantasia e ci fa orrore. La tecnica di
approccio è
sempre quella una volta sensibilizzati gli estremi del progetto,
si procederà in gruppo di volontariato ad elaborare una prima bozza di
fattibilità e, sopperire le migliori condizioni alla proposta di piano e
quindi di partecipazione dei singoli artisti per le realizzazioni in simultanea.
L'Amministrazione Comunale potrà insomma trovare un patner che partecipi
attivamente alla sua creatività, aiutandolo a trasformare un'idea in mille
prodotti di successo.
L'invito è aperto. Non esistono progetti
impossibili se si ama la sperimentazione, nel Designer d'autore ci si guarda
intorno per vedere chi accanto a noi cerca gli stessi risultati, crede nelle
stesse cose e democraticamente procede senza interessi di lucro nell'interesse
della inconsapevole collettività e reticenza dei politici "ci penso
io".
La sinergia non è solo utopia ma diventa realtà nei
tessuti urbani e politici più recettivi trasformandosi da filosofia in
realizzazione di un'architettura colorata di rilancio economico, occorre andare
oltre e ricercare soluzioni coscienti in un paesaggio completo.
Rivendicare un'identità locale partendo dal colore e utilizzando lo
strumento della partecipazione.
Noi adiamo prese lontano ma l'esperienza di Antonio Presti è significativa, una verde vallata ha avuto regalati i connotati artistici
che la rendono famosa in tutto il mondo.
Ma le superfici non sono solo quelle verticali, ci sono anche quelle
orizzontali che sono orrendamente inserite nel contesto urbano delle zone di
Pace, Contemplazione fino a Faro.
Il nuovo permette ancora di proiettare immagini sui muri che da singole
possono essere plurime e diventare quasi un filmato di illustrazione e
informazione come parete conoscitiva tra passato e futuro.
La tutela dell'ambiente e del paesaggio e le fonti energetiche
alternative si intrecciano tanto che l'integrazione tra i due diventa la
soluzione del problema dell'arredo urbano nel paesaggio. Estensione necessaria
riconducibile alle microaree degli studi ecologico-ambientali e paesaggistici.
Alberto Bortolotti, libero professionista ingegnere e architetto su
"Ingegneri" sostenendo che l'integrazione tra l'ambiente e paesaggio
costituisce oggi il più grande scoglio da superare con una nuova consapevolezza
progettuale precisa: Fino alla Convenzione europea del 2000 non era nemmeno chiaro
cosa potesse intendersi come paesaggio da un punto di vista normativo,
nonostante esistesse sul tema un intenso dibattito culturale da oltre
cinquant'anni. Uno degli aspetti più rilevanti che la politica comunitaria ha
tentato di mettere in evidenza attraverso i sei programmi di azione ambientale
(tra cui il Sesto programma 2001-2010) è Proprio l'impostazione di strategie di
intervento nei territori capaci di cogliere sia l'aspetto della conservazione
che quello dello sviluppo. Inevitabilmente questa metodologia ha implicato la
conseguenza di caricare di un significato ecologico lo studio del paesaggio ai
fini progettuali, e analogamente di una valenza paesistica le esigenze di
salvaguardia dell'ambiente. Secondo queste premesse, pare. chiaro che le stesse
opere messe a punto per la 'produzione di energia rinnovabile, da considerarsi
tra le più importanti opportunità di investimento per il futuro, se pur
efficienti da un punto di vista energetico, ai fini della tutela dell'ambiente necessitano
oltremodo di una valutazione paesistica, per non compromettere l'integrità dei
contesti di inserimento, nell'ottica di una completa sostenibilità dell'intervento.
Tale consapevolezza qualifica il punto di partenza tra i programmi di
sviluppo e di tutela che conduca a risultati apprezzabili secondo una
molteplicità di vedute. In ogni caso non servono soluzioni limitate, procedendo
per interventi settoriali che anche se virtuosi e efficaci nel contesto
d'insieme possono essere addirittura peggiorativi.
Solo un piano di arredo urbano può coordinare e prevedere una vera
integrazione generale sotto tutti gli aspetti professionali e attuali per
garantire i diritto all'ambiente.
Ma a che serve scrivere e proporre a chi non sente e quindi non parla ne
tanto meno progetta, probabilmente un tentativo si potrebbe proporre, l’altro
solo un sogno e i sogni si fanno dormendo.
Ma lasciatemi un attimo riflettere su quello che avviene ed è avvenuto
nel mondo.
Tutto vecchio troppo vecchio per destare interesse, il nuovo viene dagli
italiani che hanno esteso il senso di Paese al mondo del bello e a tutto quello
che ad esso è connaturato con nuove definizioni che vanno verso tutto quello che
ci alletta e ci interessa. A trentasette anni Massimiliano Gioni curatore a New
York dell'arte contemporanea sarà il responsabile del programma delle mostre e
coordinatore della squadra di curatori. Gioni infatti lavora al New Museum da
circa 4 anni ed è in particolare il responsabile della Triennale dedicata a
cinquanta giovani artisti di meno di 33 anni, "The Generational: Younger
Than Jesus".
Intervistato dal "New York Observer", Gioni ha detto di amare
soprattutto l'arte che non capisce, in una società in una cultura in cui tutto
ha un messaggio e un significato, e ogni cosa ha un suo scopo, credo che si
debba ammirare ciò che è oscuro, ciò a cui manca una precisa direzione, che
sembra inutile, che è complicato oltre ogni ragionevole livello.
Qui in Italia è il responsabile delle esposizioni della Fondazione
Trussardi di Milano, alcune delle quali hanno fatto discutere. Da quella dei
bambini appesi all'albero di Porta Ticinese realizzata da Maurizio Cattelan a
quella di Pavel Althamer, con un modello dell'artista nudo nel parco a quella,
carica di sesso, di Paul McCarthy a Palazzo Citterio.
Una miriade di tanti piccoli capolavori che cambiano un territorio e lo differenziano
facendolo diventare meta dei pellegrinaggi dell'arte. Certo non sono
rassicuranti i duemila posti di lavoro in meno, crollo dei contratti stagionali
nel comparto turistico e boom dei contratti part-time.
E' la fotografia di una crisi che non finisce quella che emerge dal
rapporto Excelsior di Unioncamere, che fornisce un monitoraggio costante
dellasituazione occupazionale in Sicilia il calo dell'occupazione rispecchia
l'allarme lanciato in queste settimane dagli operatori del settore, che hanno
denunciato un diminuzione del fatturato del 20 per cento. Nessuna prospettiva
di cambiamento. I santuari dell'arte invece registrano il tutto esaurito.
Parigi alla
Eiffel occorre fare la solita coda di trenta minuti per visitarla,
eppure nei primi del novecento quando fu progettata e realizzata si gridò allo
scandalo per la sua bruttezza.
Che strano groviglio di intrecci tra arte, architettura, spazio e tempo
che sembra confermare Protagora e la sua citazione tratta dal Teeteto
142d-152e, di Piatone: L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in
quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono.
Certo le opere d'arte, l'architettura e le nostre meraviglie storiche
sono importanti ma occorre non dimenticare la natura e i suoi meravigliosi
panorami d'Italia. Troppo poco infatti si parla di quei panorami mozzafiato che
vanno oltre"quel ramo del lago di Como" e che sono talmente belli che
si accostano all'infinito e che portano inevitabilmente oltre l'infinito
nell'oblio.
Si è proprio l'oblio che sottende al più unico in assoluto lo Stretto di
Messina e le sue riviere in entrambe le sponde. Noi Messinesi ce ne dimentichiamo
troppo spesso trascuriamo di incontrarlo e onorario. I croceristi li spediamo a
vedere le mummie della bella Savoca e della bellissima Taormina facendo un
errore gravissimo.
Ai nostri figli non trasmettiamo il mito di uno stretto leggendario in
cui le sirene cantano e la natura ride come non mai su quella siciliana. Le
strade consolari lo delimitano e lo accompagnano dolcemente verso quella falce
d'oro che caratterizza e esalta Messina come una gemma incastona,ta nella
natura splendente. Occorre certamente arredarlo, vestirlo, perchè la sua
riviera torni ad essere luogo di visitazioni e interesse con un piano di arredo
urbano che dia modo di programmare l'inserimento delle opere dei nostri giovani
artisti.
La Fondazione Contrada Torino ONLUS, nell'ambito delle proprie missioni e
delle iniziative sulla riqualificazione urbana, ha deciso di dare vita a un progetto
pluriennale mirato a realizzare interventi di Arte Pubblica sul territorio torinese
attraverso i quali implementare il dialogo tra arte, architettura e ambiente. Il
progetto Colori ad arte propone la sperimentazione di nuove procedure tra Arte
e immagine della città: la Fondazione lavora con e per l'artista, insieme con
la comunità, lavora per la città esplorando le possibili forme di integrazione tra
espressione artistica, condizioni e significati del contesto. A questo scopo la
Fondazione contrada Torino ONLUS, nell'anno di "Torino Capitale Europea
dei GiovanI", con il patrocinio della GAI (Associazione per il Circuito
dei Giovani Artisti Italiani) con BJCEM (Biennale dei Giovani Artisti
dell'Europa e del Mediterraneo) e con il contributo della Città di Torino (Settore
Fondi Strutturali e Sviluppo Economico, Settore Politiche Giovanili) lancia un
primo bando internazionale rivolto ai giovani artisti (under 35 per la
riqualificazione, nella città di Torino, di tre pareti cieche con differenti
caratteristiche ambientali, pareti mute, ma anche di notevole impatto dimensionale
oggi disponibili grazie alla collaborazione delle proprietà private e al lavoro
di censimento e di coordinamento svolto dalla Fondazione, per una progettualità
che, in sintonia con i valori.del contesto, possa restituire dignità .al luogo,
accrescerne la qualità e reiventarne un' identità.
Il Bando si inserisce nel programma Festival di Arte Urbana, organizzato
dalla Città di Torino - Politiche Giovanili in collaborazione e con il sostegno
finanziario del Dipartimento della Gioventù: in occasione di "Torino 2010 Capitale
Europea dei Giovani": l'evento promuove il Moralismo prevedendo la realizzazione
di interventi su grandi superfici.
In un recente incontro con Francesco Faranda, Presidente della Fondazione
"Maria Grazia Cutulli ho sottolineato la fondatezza dell'iniziativa che
potrebbe trovare applicazione anche ai piedi dell'Etna in quella bella cittadina di Santa Venerina che ha dato i
natali alla giornalista del Corriere della
Sera che ha perso la vita nell'adempimento della sua professione impersonificando
la figura di martire dell'informazione libera. Ora propongo alcune soluzioni
similari in uno o più luoghi dove elaborare le proposte riguardanti le pareti cieche della zona Nord
della città di Messina.
Oscar Eugenio Bellini e Laura Daglio su Urban Design sostengono che le
piante possono avvolgere gli edifici e scrivono: La presenza di superfici
verticali nell'ambiente urbano, ottenute attraverso l'uso di specie rampicanti
che possono avvolgere completamente o in parte l'edificio, è una pratica
radicata nel panorama architettonico e le tecniche utilizzate, che ne
consentono oggi un impiego innovativo e diverso, le cui potenzialità non
sembrano essere state ancora del tutto esplorate sia sul piano funzionale, sia
su quello ambientale.
Naturalizzare in verticale attiva le due importanti facoltà mentali che caratterizzano
l'istinto umano di amore e cura per la Natura: da un lato innato fenomeno della
cosiddetta biofilia, cioè la capacità di lasciarsi affascinare dagli stimoli
naturali, dall'altro l'empatia, cioè la capacità di affiliarsi emotivamente alle
diverse forme di vita, o più precisamente di partecipare in maniera differenziata
alla loro condizione. Da ciò consegue il rapporto privilegiato fra l'essere
umano e le piante e il benessere psicologico che ne deriva, potendo contare contemporaneamente
sull'impatto ambientale sostenibile del materiale vegetale che non incide, se
non positivamente, sul bilancio ecologico della città.
La possibilità di cogliere questo triplice effetto sullo spettatore,
catturandone immediatamente !'interesse e ottenendo un risultato
tranquillizzante e appagante in quanto ecologically correct, sta sicuramente
alla base di alcune strategie di marketing, da quelle più propriamente
pubblicitarie a quelle incentrate sulla sensibilizzazione verso tematiche
ambientali. Alcune recenti sperimentazioni stanno cercando di verificare la
capacità di alcune specie vegetali di assorbire e trasformare i gas inquinarJti
e il porticciolo che incidono negativamente sull'atmosfera urbana, in composti
semplici e innocui per la salute umana rivestimento di manufatti in contesti a
elevato traffico si pone esattamente l'obiettivo di monitorare l'effettiva
efficacia sullo smog urbano.
Non vi stupite, questo è quello che succede nel mondo che ora percepiamo
in tempo reale, ma i più allitterati ci chiederanno sempre se è più grande la
luna di Ucria o quella di Maletto.
Caro ing.ho letto la sua riflessione piena di grandissimi contenuti e stimoli.Condivido tutto,mi permetto un condiglio,metta nero su bianco ed invii ai mas media il tutto.Sempre a sua disposizione,dal suo discepolo Gaetano Carrano.IL mio cell.3383014758.
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