martedì 14 giugno 2016

Ucria e la luna di Achille Baratta

Ucria e la luna
Achille Baratta
    Amare una persona, un territorio ci porta a scrivere, sognando, che diventi sempre più bella e che sia sempre baciata dalla luna
Non passa giorno senza che qualcuno ci ricordi come l'Italia custodisca la maggior parte dei beni artistici e archeologici del pianeta. Ma meritiamo davvero un simile onore? Il dubbio probabilmente sorge in tutti ma nessuno ne parla, né tanto meno ne scrive, fa eccezione Sergio Rizzo che sul Corriere della Sera si pone questa e altre domande in un contemporaneo confuso: Viene addirittura il sospetto che nella stanza dei bottoni nessuno si renda conto di avere fra le mani una risorsa economica enorme in una regione che ha disperato bisogno di lavoro e sviluppo. Per dare un 'idea dell'attenzione riservata a questa materia basterebbe ricordare che dal 2004 a oggi il governo non è stato nemmeno in grado di mettere in piedi un portale nazionale di promozione turistica degno di tal nome. E poi c'è chi si lamenta che con il 70% delle bellezze artistiche e naturali di tutto il mondo continuiamo a scivolare in basso nelle classifiche internazionali del turismo, poi dal Colle Napolitano afferma: è l'incuria umana a provocare dissesti e morti.
A Ucria un vallata meravigliosa che guarda Raccuja e i suoi monti, contraddistinta da un castello e un convento che costituiscono un riferimento ad un passato che non c’è più, resta solo il cimitero con mille ricordi e qualche fiore.
A mio parere, un abitato così meraviglioso occorre di interventi progettuali di arredo urbano che lo "smarchinino" da quello anonimato che ne riduce l'interesse.
AI mattino su questa terra la luminosità è singolare e le facciate sembrano risplendere in un intenso dialogo col verde che le rispecchia, le soluzioni proposte sono un misto per cercare di individuarne le componenti e le soluzioni ottimali che si possono riepilogare in ambientazioni e soggetti diversi.
E' stata la città di Torino che nel 1860 si è dotata di un piano del colore, il Comune di Ucria ha sempre perduto l'occasione di dotarsi di un piano fotocopia almeno per il centro abitato.
Ancora oggi chi amministra la cosa pubblica trova difficoltà nell'adottare un piano di arredo urbano e allora occorre riversare le iniziative in soluzioni più semplici come quella di "vestire" le parti cieche del suo affaccio sulla strada statale che collega Capo d’Orlando a Randazzo, che in alcuni tratti costituisce il saluto di ben venuto a chi visita la cittadina.
Il ruolo dei professionisti della progettazione artistica è quella di lanciare messaggi, quello della politica è quello di risolvere i problemi urbanisti e territoriali per rilanciare economicamente un territorio personalizzandolo.
A questo punto c'è da chiedersi perché per vestire una donna o un uomo ci siamo inventati la moda che è diventata un patto economico rilevante che caratterizza e onora il nostro made in Italy e poi non pensiamo a vestire le nostre città?
I politici obiettano che le casse non permettono erogazioni anche se mirate, ma chi l'ha detto che occorre percorrere quella strada? Le strade sono tante, alle amministrazioni tocca solo fare un semplice piano di arredo urbano col compenso delle spese, il resto viene da solo.
E’ vero che a Ucria siamo sul piano del colore indietro di più di 100 anni ma un piccolo sforzo si può fare, il Comune faccia un piano delle facciate cieche e si troveranno i finanziatori usando la matita copiativa.
L'uso della carta carbone non è più di moda ma è l'unico modo per fare accettare il "nuovo pilotato" ad una città che non crede più a se stessa ed ai suoi progettisti. Il cambiamento usi anche la matita copiativa che corretta con l'arte e con la forza dei giovani artisti che sono tanto disperati da non potersi comprare neanche la valigia di cartone degli anni sessanta non vedono l'ora di fare esplodere la loro fantasia.
Le soluzioni proposte sono un gioco utopico di sfida e possono più o meno piacere ma non sono solo la concretizzazione di un'idea per un paese che amo. Amore e utopia si fondono in un amplesso vitale di speranza senza interessi di lucro. Sì di lucro, perché è proprio il lucro il tappo di ogni iniziativa che deve sempre vedere il ritorno personale, togliamoci i paraocchi!
Guardiamo oltre per una comunità che non sa utilizzare e neanche attrezzarsi e arredarsi per ricevere e attrarre i turisti o semplicemente i visitatori ai suoi ostentati musei.
La chiamano Ucria zero che è il massimo del nulla, invertiamo ancora la tendenza evitando che diventi sotto zero e vestiamola come abbiamo vestito i nostri antenati e ne avremo un piacere collettivo, personale ed economico ma soprattutto inseriamo gioielli e segni in un paesaggio unico purché attrarre nell'unicità il visitatore.
Cosi come scrive Jorge Luis Borges, Metamorfosi della tartaruga, da Altre inquisizioni: C'è concetto che corrompe e altera tutti gli altri: Non parlo del Male, il cui limitato impero è l'etica; parlo dell'infinito. La parola infinito, come le parole io, spirito e alcune altre, i cui equivalenti esistono in tutte le lingue, non è espressione di un 'idea, ma espressione di uno sforzo verso quell'idea. Così scrive Edgar Allan Poe, Eureka. Quando la professionalità si colora immagina allora si avvicina all'inverosimile che non è una trovata pubblicitaria, né l'ennesimo inno ad un nuovo modo di destare l'attenzione e va intesa come un vero e proprio guanto di sfida "virtuale e internazionale" rivolto ad architetti e disegner che aspirano a creare progetti ambiziosi, originali, inediti e per questo ritenuti impossibili, owiamente per lo stimolo occorrono le condizioni più difficili e avverse: una realizzazione globale che abbia la certezza della riuscita con una spesa certa e accettabile tendente a quel fatidico zero, che delimita ogni fantasia e ci fa orrore. La tecnica di approccio è sempre quella una volta sensibilizzati gli estremi del progetto, si procederà in gruppo di volontariato ad elaborare una prima bozza di fattibilità e, sopperire le migliori condizioni alla proposta di piano e quindi di partecipazione dei singoli artisti per le realizzazioni in simultanea.
L'Amministrazione Comunale potrà insomma trovare un patner che partecipi attivamente alla sua creatività, aiutandolo a trasformare un'idea in mille prodotti di successo.
L'invito è aperto. Non esistono progetti impossibili se si ama la sperimentazione, nel Designer d'autore ci si guarda intorno per vedere chi accanto a noi cerca gli stessi risultati, crede nelle stesse cose e democraticamente procede senza interessi di lucro nell'interesse della inconsapevole collettività e reticenza dei politici "ci penso io".
La sinergia non è solo utopia ma diventa realtà nei tessuti urbani e politici più recettivi trasformandosi da filosofia in realizzazione di un'architettura colorata di rilancio economico, occorre andare oltre e ricercare soluzioni coscienti in un paesaggio completo.
Rivendicare un'identità locale partendo dal colore e utilizzando lo strumento della partecipazione.
Noi adiamo prese lontano ma l'esperienza di Antonio Presti è significativa, una verde vallata ha avuto regalati i connotati artistici che la rendono famosa in tutto il mondo.
Ma le superfici non sono solo quelle verticali, ci sono anche quelle orizzontali che sono orrendamente inserite nel contesto urbano delle zone di Pace, Contemplazione fino a Faro.
Il nuovo permette ancora di proiettare immagini sui muri che da singole possono essere plurime e diventare quasi un filmato di illustrazione e informazione come parete conoscitiva tra passato e futuro.
La tutela dell'ambiente e del paesaggio e le fonti energetiche alternative si intrecciano tanto che l'integrazione tra i due diventa la soluzione del problema dell'arredo urbano nel paesaggio. Estensione necessaria riconducibile alle microaree degli studi ecologico-ambientali e paesaggistici.
Alberto Bortolotti, libero professionista ingegnere e architetto su "Ingegneri" sostenendo che l'integrazione tra l'ambiente e paesaggio costituisce oggi il più grande scoglio da superare con una nuova consapevolezza progettuale precisa: Fino alla Convenzione europea del 2000 non era nemmeno chiaro cosa potesse intendersi come paesaggio da un punto di vista normativo, nonostante esistesse sul tema un intenso dibattito culturale da oltre cinquant'anni. Uno degli aspetti più rilevanti che la politica comunitaria ha tentato di mettere in evidenza attraverso i sei programmi di azione ambientale (tra cui il Sesto programma 2001-2010) è Proprio l'impostazione di strategie di intervento nei territori capaci di cogliere sia l'aspetto della conservazione che quello dello sviluppo. Inevitabilmente questa metodologia ha implicato la conseguenza di caricare di un significato ecologico lo studio del paesaggio ai fini progettuali, e analogamente di una valenza paesistica le esigenze di salvaguardia dell'ambiente. Secondo queste premesse, pare. chiaro che le stesse opere messe a punto per la 'produzione di energia rinnovabile, da considerarsi tra le più importanti opportunità di investimento per il futuro, se pur efficienti da un punto di vista energetico, ai fini della tutela dell'ambiente necessitano oltremodo di una valutazione paesistica, per non compromettere l'integrità dei contesti di inserimento, nell'ottica di una completa sostenibilità dell'intervento.
Tale consapevolezza qualifica il punto di partenza tra i programmi di sviluppo e di tutela che conduca a risultati apprezzabili secondo una molteplicità di vedute. In ogni caso non servono soluzioni limitate, procedendo per interventi settoriali che anche se virtuosi e efficaci nel contesto d'insieme possono essere addirittura peggiorativi.
Solo un piano di arredo urbano può coordinare e prevedere una vera integrazione generale sotto tutti gli aspetti professionali e attuali per garantire i diritto all'ambiente.
Ma a che serve scrivere e proporre a chi non sente e quindi non parla ne tanto meno progetta, probabilmente un tentativo si potrebbe proporre, l’altro solo un sogno e i sogni si fanno dormendo.
Ma lasciatemi un attimo riflettere su quello che avviene ed è avvenuto nel mondo.
Tutto vecchio troppo vecchio per destare interesse, il nuovo viene dagli italiani che hanno esteso il senso di Paese al mondo del bello e a tutto quello che ad esso è connaturato con nuove definizioni che vanno verso tutto quello che ci alletta e ci interessa. A trentasette anni Massimiliano Gioni curatore a New York dell'arte contemporanea sarà il responsabile del programma delle mostre e coordinatore della squadra di curatori. Gioni infatti lavora al New Museum da circa 4 anni ed è in particolare il responsabile della Triennale dedicata a cinquanta giovani artisti di meno di 33 anni, "The Generational: Younger Than Jesus".
Intervistato dal "New York Observer", Gioni ha detto di amare soprattutto l'arte che non capisce, in una società in una cultura in cui tutto ha un messaggio e un significato, e ogni cosa ha un suo scopo, credo che si debba ammirare ciò che è oscuro, ciò a cui manca una precisa direzione, che sembra inutile, che è complicato oltre ogni ragionevole livello.
Qui in Italia è il responsabile delle esposizioni della Fondazione Trussardi di Milano, alcune delle quali hanno fatto discutere. Da quella dei bambini appesi all'albero di Porta Ticinese realizzata da Maurizio Cattelan a quella di Pavel Althamer, con un modello dell'artista nudo nel parco a quella, carica di sesso, di Paul McCarthy a Palazzo Citterio.
Una miriade di tanti piccoli capolavori che cambiano un territorio e lo differenziano facendolo diventare meta dei pellegrinaggi dell'arte. Certo non sono rassicuranti i duemila posti di lavoro in meno, crollo dei contratti stagionali nel comparto turistico e boom dei contratti part-time.
E' la fotografia di una crisi che non finisce quella che emerge dal rapporto Excelsior di Unioncamere, che fornisce un monitoraggio costante dellasituazione occupazionale in Sicilia il calo dell'occupazione rispecchia l'allarme lanciato in queste settimane dagli operatori del settore, che hanno denunciato un diminuzione del fatturato del 20 per cento. Nessuna prospettiva di cambiamento. I santuari dell'arte invece registrano il tutto esaurito. Parigi alla
Eiffel occorre fare la solita coda di trenta minuti per visitarla, eppure nei primi del novecento quando fu progettata e realizzata si gridò allo scandalo per la sua bruttezza.
Che strano groviglio di intrecci tra arte, architettura, spazio e tempo che sembra confermare Protagora e la sua citazione tratta dal Teeteto 142d-152e, di Piatone: L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono.
Certo le opere d'arte, l'architettura e le nostre meraviglie storiche sono importanti ma occorre non dimenticare la natura e i suoi meravigliosi panorami d'Italia. Troppo poco infatti si parla di quei panorami mozzafiato che vanno oltre"quel ramo del lago di Como" e che sono talmente belli che si accostano all'infinito e che portano inevitabilmente oltre l'infinito nell'oblio.
Si è proprio l'oblio che sottende al più unico in assoluto lo Stretto di Messina e le sue riviere in entrambe le sponde. Noi Messinesi ce ne dimentichiamo troppo spesso trascuriamo di incontrarlo e onorario. I croceristi li spediamo a vedere le mummie della bella Savoca e della bellissima Taormina facendo un errore gravissimo.
Ai nostri figli non trasmettiamo il mito di uno stretto leggendario in cui le sirene cantano e la natura ride come non mai su quella siciliana. Le strade consolari lo delimitano e lo accompagnano dolcemente verso quella falce d'oro che caratterizza e esalta Messina come una gemma incastona,ta nella natura splendente. Occorre certamente arredarlo, vestirlo, perchè la sua riviera torni ad essere luogo di visitazioni e interesse con un piano di arredo urbano che dia modo di programmare l'inserimento delle opere dei nostri giovani artisti.
La Fondazione Contrada Torino ONLUS, nell'ambito delle proprie missioni e delle iniziative sulla riqualificazione urbana, ha deciso di dare vita a un progetto pluriennale mirato a realizzare interventi di Arte Pubblica sul territorio torinese attraverso i quali implementare il dialogo tra arte, architettura e ambiente. Il progetto Colori ad arte propone la sperimentazione di nuove procedure tra Arte e immagine della città: la Fondazione lavora con e per l'artista, insieme con la comunità, lavora per la città esplorando le possibili forme di integrazione tra espressione artistica, condizioni e significati del contesto. A questo scopo la Fondazione contrada Torino ONLUS, nell'anno di "Torino Capitale Europea dei GiovanI", con il patrocinio della GAI (Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani) con BJCEM (Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo) e con il contributo della Città di Torino (Settore Fondi Strutturali e Sviluppo Economico, Settore Politiche Giovanili) lancia un primo bando internazionale rivolto ai giovani artisti (under 35 per la riqualificazione, nella città di Torino, di tre pareti cieche con differenti caratteristiche ambientali, pareti mute, ma anche di notevole impatto dimensionale oggi disponibili grazie alla collaborazione delle proprietà private e al lavoro di censimento e di coordinamento svolto dalla Fondazione, per una progettualità che, in sintonia con i valori.del contesto, possa restituire dignità .al luogo, accrescerne la qualità e reiventarne un' identità.
Il Bando si inserisce nel programma Festival di Arte Urbana, organizzato dalla Città di Torino - Politiche Giovanili in collaborazione e con il sostegno finanziario del Dipartimento della Gioventù: in occasione di "Torino 2010 Capitale Europea dei Giovani": l'evento promuove il Moralismo prevedendo la realizzazione di interventi su grandi superfici.
In un recente incontro con Francesco Faranda, Presidente della Fondazione "Maria Grazia Cutulli ho sottolineato la fondatezza dell'iniziativa che potrebbe trovare applicazione anche ai piedi dell'Etna in quella bella  cittadina di Santa Venerina che ha dato i natali alla giornalista del Corriere della
Sera che ha perso la vita nell'adempimento della sua professione impersonificando la figura di martire dell'informazione libera. Ora propongo alcune soluzioni similari in uno o più luoghi dove elaborare le proposte  riguardanti le pareti cieche della zona Nord della città di Messina.
Oscar Eugenio Bellini e Laura Daglio su Urban Design sostengono che le piante possono avvolgere gli edifici e scrivono: La presenza di superfici verticali nell'ambiente urbano, ottenute attraverso l'uso di specie rampicanti che possono avvolgere completamente o in parte l'edificio, è una pratica radicata nel panorama architettonico e le tecniche utilizzate, che ne consentono oggi un impiego innovativo e diverso, le cui potenzialità non sembrano essere state ancora del tutto esplorate sia sul piano funzionale, sia su quello ambientale.
Naturalizzare in verticale attiva le due importanti facoltà mentali che caratterizzano l'istinto umano di amore e cura per la Natura: da un lato innato fenomeno della cosiddetta biofilia, cioè la capacità di lasciarsi affascinare dagli stimoli naturali, dall'altro l'empatia, cioè la capacità di affiliarsi emotivamente alle diverse forme di vita, o più precisamente di partecipare in maniera differenziata alla loro condizione. Da ciò consegue il rapporto privilegiato fra l'essere umano e le piante e il benessere psicologico che ne deriva, potendo contare contemporaneamente sull'impatto ambientale sostenibile del materiale vegetale che non incide, se non positivamente, sul bilancio ecologico della città.
La possibilità di cogliere questo triplice effetto sullo spettatore, catturandone immediatamente !'interesse e ottenendo un risultato tranquillizzante e appagante in quanto ecologically correct, sta sicuramente alla base di alcune strategie di marketing, da quelle più propriamente pubblicitarie a quelle incentrate sulla sensibilizzazione verso tematiche ambientali. Alcune recenti sperimentazioni stanno cercando di verificare la capacità di alcune specie vegetali di assorbire e trasformare i gas inquinarJti e il porticciolo che incidono negativamente sull'atmosfera urbana, in composti semplici e innocui per la salute umana  rivestimento di manufatti in contesti a elevato traffico si pone esattamente l'obiettivo di monitorare l'effettiva efficacia sullo smog urbano.
Non vi stupite, questo è quello che succede nel mondo che ora percepiamo in tempo reale, ma i più allitterati ci chiederanno sempre se è più grande la luna di Ucria o quella di Maletto.







1 commento:

  1. Caro ing.ho letto la sua riflessione piena di grandissimi contenuti e stimoli.Condivido tutto,mi permetto un condiglio,metta nero su bianco ed invii ai mas media il tutto.Sempre a sua disposizione,dal suo discepolo Gaetano Carrano.IL mio cell.3383014758.

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